Beppe
Grillo, quando s'infervora, lascia trasparire barlumi di verità. È
successo quando ha detto “Meno male che non abbiamo la
maggioranza, avremmo avuto dei problemi”. È vero, e bravo, il
leader del M5S ad ammetterlo. Grillo è il primo a rendersi conto di
avere a disposizione una, per ora e politicamente parlando, Armata
Brancaleone. Sa benissimo che, a malapena, molti degli eletti
conoscono la differenza fra una legge e un decreto legge e sa
benissimo che i meccanismi parlamentari non sono un “mi piace” su
Facebook né un twoosh su Twitter. L'impressione, considerando che da
questo pomeriggio iniziano gli Stati Generali dei parlamentari e dei
senatori del Movimento, è che questa prima legislatura occorra agli
eletti per prendere le misure del paese che, sperano loro,
governeranno dopo le prossime elezioni (autunnali?). Insomma, tutti a
scuola di diritto costituzionale, poi di economia politica, poi di
storia patria partendo dagli Etruschi, poi del teatro e del cinema,
infine della televisione e dei social-network. I grillini dicono,
giustamente: “Noi non siamo tuttologi, come i politici che vanno in
tv e sembra che sappiano tutto loro e invece non è vero. Noi
dobbiamo imparare e lo faremo”. Ne siamo certi, le donne e gli
uomini del M5S impareranno prestissimo a fare il loro lavoro di
“stipendiati dal popolo” anche perché, così riporta
l'Huffington Post di oggi, le banche d'affari si sono innamorate di
Beppe Grillo e alle banche d'affari, si sa, occorre rispondere sempre
con ricchezza d'argomenti. La prima banca ad innamorarsi dell'ex
comico è stata Goldman Sachs. Lungi da noi ogni umana invidia, ma se
fossimo dei politici e venissimo a sapere che la Goldman Sachs si è
innamorata di noi, ci chiederemmo dove e in cosa abbiamo sbagliato.
Ma anche il potentissimo Credit Suisse sembra che voli sulle ali
dell'entusiasmo della collega banca americana, tanto da prevedere che
la Bce allargherà, grazie e Beppe, i cordoni della borsa e taglierà
contemporaneamente i tassi d'interesse. Le banche, cari amici e
lettori, si sono rese conto che il fenomeno Grillo non è destinato a
esaurirsi come i Pirati tedeschi, e temono che gli Indignados
spagnoli decidano di scendere in campo proprio come i grillini
italiani, e allora che fanno? Si attrezzano. Iniziano con le lusinghe
poi, si vedrà, dipenderà dalla loro forza di persuasione e dalla
malleabilità dei soggetti coinvolti. Chi sta patendo come Sisifo,
oberato da un peso di portata storica, è Piergigi Bersani, ogni
giorno vittima degli attacchi a testa bassa di Grillo. Gliene ha
dette di tutti i colori ma Piergigi non reagisce, abbozza, lascia
correre. Persino quando lo ha chiamato “47 morto che parla”, gli
ha risposto “lo venga a dire in Parlamento”. Che differenza fa,
lo sa solo Piergigi ma, contento lui... Grillo sta spingendo il Pd
alla unione contronatura con il Pdl, altro che matrimonio gay!. E
gli scopi sono chiari, anche troppo: non assumersi responsabilità,
gridare all'inciucio, condurre una opposizione durissima dal momento
in cui i suoi capiranno la differenza fra una legge e un decreto
legge e un voto in commissione e uno in aula, distruggere
definitivamente ogni fiducia degli italiani in questa classe politica
e, alle prossime elezioni, prendere la maggioranza assoluta, dopo
essersi assicurato l'alfabetizzazione dei deputati e dei senatori. In
vista della prossima, futura maggioranza 5Stelle, Grillo ha
pensato di iniziare da subito la riforma dell'architettura dello
stato. Infatti ha proposto Renzo Piano alla presidenza della
Repubblica. Beppe vuole che gli attrezzi il Quirinale in modo
eco-compatibile, non può permettersi di pagare milioni di euro di
elettricità e di riscaldamento. E che cazzo.
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