Chissà
se, nel frattempo, il San Raffaele si sarà attrezzato con una
igienista oculare? Silvio, fatto risaputo, è particolarmente
sensibile alle cure delle igieniste e, restare senza chi lo accudisce
aggiungendo le coccole, potrebbe causargli guai peggiori di quelli
che ha. Berlusconi, dopo la sentenza Unipol, ha pianto talmente tanto
che quelle maledette lacrime gli hanno procurato una congiuntivite
con annessi spasmi del bulbo oculare: un dolore atroce, dicono.
Secondo noi, più di quel misero anno di reclusione comminato che,
detto per inciso, non sconterà mai, a farlo piangere sono stati gli
80mila euro che IlGiornale (roba sua) dovrà pagare, oltre ai 10mila
per le spese processuali, a Piero Fassino. La fregatura è che quegli
80mila euro fanno seguito ai 100mila che, sempre IlGiornale, è
stato condannato a pagare (dalla Corte di Cassazione, mica palle) a
Ilda Boccassini per una causa per diffamazione risalente addirittura
alla fine degli anni '90. Ma poi, diciamolo, avete letto gli
articoli, scritti con la vecchia cara carta carbone, da Maurizio
Belpietro e Alessandro Sallusti? Ebbene, i due strapagati colleghi
della stampa “casalinga”, non hanno mica contestato il reato,
aspetto della faccenda che potrebbe pure starci (sembra che mentre si stava consumando Silvio dormisse), ma il fatto che il loro padrone sia l'unico essere umano condannato per “violazione
di segreto istruttorio”. Insomma, il reato è stato commesso ma,
siccome nessuno è mai stato condannato, anche Silvio doveva essere
assolto; roba da chiodi, che non è il Gianni governatore della Marca
Abruzzese, amico e sponsor di Totonno Razzi, qui si parla proprio di
chiodi, ferro o acciaio, t'è capì? Comunque, congiuntivite o no,
secondo il parere della “Rossa” (che non è la Ferrari, ma sempre Ilda
Boccassini), Silvio non ha male agli occhi, per lei, quella del
Capataz è solo una finta, un attacco insomma sì, ma di paraculite.
E siccome si deve essere rotta terribilmente i riccioli, ha detto
“basta”, e ha deciso di inviare le doverose visite fiscali,
proprio come i datori di lavoro privati e i dirigenti del pubblico
impiego. C'erano il processo Ruby, con la sentenza alle porte, e il
processo Mediaset, idem. Per cui, tutta la “escalation” di
certificati medici, ha destato qualche sospetto. Resta la sensazione
che, con l'aria che tira, Silvio preferisca attendere l'evolversi dei
fatti (politici), tenendosi al riparo da tutto e tutti e,
soprattutto, al calduccio. Non si sa mai. Vedete, Silvio ha capito
come andrà a finire, e ha deciso di guardare dall'alto il liquefarsi
del Pd, perché lo sa che accadrà. A quel punto si porrebbe come
l'unica diga nei confronti dello tsunami Grillo. Dalla sua avrebbe
tutta l'informazione, e quegli italiani che temono di perdere il
rimasuglio di privilegi rimasti, dall'altra un'orda di incazzati che
manco gli untori della peste a Milano. Però... c'è un però. Se
Silvio è riuscito a governare questo Paese per vent'anni, buona
parte del merito va alla Chiesa o, meglio, alla Curia Vaticana, oltre
a quei milioni di coglioni che lo hanno votato e lo continuano a
votare “fedeli nei secoli”. In questo momento, le faccende di
Oltretevere non stanno propriamente andando come lui vorrebbe. È in
corso, con gli affreschi della Cappella Sistina a fare da scenario,
una resa dei conti di proporzioni bibliche (ci sembra il termine
giusto), che dovrebbe portare al Soglio di Pietro, a seconda di chi
vince, o un “curiale” carrozzato Bertone, per il quale Silvio tifa, o un
“riformatore”. Se la scelta dello Spirito Santo (sic!), dovesse
cadere sul secondo, si prevedono tempi duri per Berlusconi e per il
berlusconismo. E si potrebbe correre il rischio di vedere affacciarsi
dalla Loggia delle Benedizioni, non solo il nuovo Papa... anche Beppe
Grillo.
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