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sabato 9 marzo 2013

Cenere al vento! L'incendio della Città della Scienza di Napoli visto da Giuseppe Piscopo.

C’è una casa comune, si chiama mondo. C’è un bene comune, si chiama vita.
Una componente essenziale del nostro soggiorno su questa terra è la cultura.
È la cultura che spegne gli incendi. Ma come farlo capire?
C’era una città, che divulgava conoscenza, dentro un’altra che diffonde apatia.
In una notte rosso fuoco sono svanite entrambe.
Nella prima ci si arriva attraverso una lunga strada dall’asfalto bucato che si inoltra nella dismessa periferia industriale, che da anni attende il suo destino. Un luogo dove si scopriva il mondo che ci circonda facendo esperimenti, dove i concetti scientifici erano esposti in modo semplice. Un luogo che soprattutto i bambini amavano frequentare.
Sempre in cerca di posti inusuali e non deputati all’arte istituzionale, qualche mese fa, questa splendida struttura ha esaltato nel suo spazio una mia installazione. Un’ardente emozione, non facile da raccontare, che l’altra sera si è spenta tristemente con l’arrivo dei pompieri.
La seconda non ha più strade, solo un lungomare liberato. Già cremata da tempo aspetta una resurrezione che difficilmente arriverà. Una guerra continua tra l’indifferenza e il desiderio di riscatto. Il fuoco non è stato appicciato lunedì notte da "i soliti ignoti", ma molto tempo prima. Da noi cittadini, dai nostri rappresentanti inetti che bruciano sempre insieme alle loro promesse, i nostri sentimenti, le buone azioni. Dalle istituzioni incapaci di fare
il proprio dovere fino in fondo. Dai giornalisti, dagli opinionisti, dalle vite in diretta, dai mercanti, dai curatori, dagli intellettuali, dai banchieri, dai venditori di dogmi, dagli autoferrotranvieri, dai professionisti, dagli struzzi che si affacciano sul golfo. Da tutti quelli che sanno solo soffiare per alimentare il nulla.
In parole povere, una probabile autocombustione!
La solitudine non è dei numeri primi, ma dell’amore verso questa città.
In attesa di Godot, una speranza ci sarebbe...
Se un giorno la criminalità organizzata scoprisse che investire nella cultura conviene, allora sicuramente qualcosa cambierebbe.

Nota. E' la prima volta che ospito uno scritto di Giuseppe Piscopo. Le sue illustrazioni, e le sue vignette, sono già apparse ad arricchire alcuni miei post. Lo faccio perché Giuseppe è di Napoli, lavora al quartiere della Città della Scienza e so quanto ha a cuore la sua città e la cultura che da quella città parte per arrivare in tutto il mondo. L'incendio doloso di quello che era (e presto tornerà ad essere) il luogo simbolo della rinascita culturale di Napoli, è una ferita per tutta l'Italia. La UE lo ha capito e finanzierà in parte la ricostruzione. E noi?













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