Silvio, in questi anni, ha cambiato le
regole d'ingaggio del mondo dello spettacolo. Conscio delle sue
possibilità e qualità, un po' come Nerone paga chi assiste alle sue
performance con prebende o con denaro cash, ribaltando l'assunto che
a pagare siano gli spettatori. Il problema è che queste adunate di
piazza, che lasciano tutto come lo trovano, cominciano a costare un
fottio di denaro. Se sei di Roma, il soldo è di 10 euro, una paga da
fame. Se vieni da fuori, oltre ai 10 euro ti spetta anche un
“cestino” con un trancio di pizza e, a seconda se sei astemio o
no, un quartino di vino in tetrapack o una bottiglietta di acqua
minerale effervescente naturale, così si accontentano tutti. Poi, se
le cose dovessero andare per le lunghe, anche un pernotto in un
ostello ma senza “accompagnamento”. Diciamolo, va meglio ai
figuranti milanesi. Daniela Santanchè con loro è particolarmente
generosa e, oltre a farli scorrazzare in pullman per la città,
offrirgli il pranzo e una fetta di torta ai frutti di bosco, regala
anche una confezione di Viagra da 25mg, quella da 50 costa di più ed
è pericolosa per le coronarie, il rischio di far secco un elettore è
altissimo. I figuranti, intervistati ieri a Piazza del Popolo, reduci
da presenze in tv pagate 40 euro, si sono ritrovati a fare il tifo
per Silvio proprio come fossero comparse cinematografiche. A loro, il
sindaco Alemanno ha concesso perfino l'uso gratuito dei mezzi
pubblici, e ci piacerebbe tanto sapere da dove ha reperito i soldi per
i viaggi a sbafo. Galvanizzato dalla potente claque presente in
piazza, Silvio ha parlato 70 minuti 70 cercando di battere i record
storici dei discorsi di Fidel Castro. Quando gli hanno riferito che
le chiacchiere del Leader Maximo arrivavano anche a 5 ore, Silvio ha
avuto un piccolo malore e borbottato: “E che cazzo, 'sti
comunisti”. In odore di governo, e per non sfruculiare le
presidenziali, quirinalesche balls, Silvio ha glissato sul motivo
vero per il quale i suoi avevano organizzato questa gazzarra a
pagamento: la magistratura. Sa che dalle parti del Colle, parlar male
dei giudici, e definirli “fiancheggiatori delle Br”, non
predispone al dialogo. Per cui, infoiato come un toro che sente
nell'aria afrori di vacca a lui congeniali, Silvio ha affondato i colpi
sulla sua illegibilità e sul conflitto di interessi, due punti del
programma di Bersani che, al solo sentirli nominare, gli viene un
attacco virulento di uveite da stroncare Sandro Bondi e Paolino Pa Bonaiuti in un colpo solo. Guardando attentamente il presunto popolo
pidiellino in piazza, abbiamo capito perché gli elettori veri si rifiutano di prendere parte alle manifestazioni pro-Silvio: si
vergognano come ladri. Un conto è mettere la croce sul simbolo
berlusconiano nel segreto di una cabina elettorale, un conto mostrare
la propria faccia da idiota in tv, perché prima o poi le telecamere
ti beccano. Insomma, in Italia ci sono 7 milioni di connazionali che
preferiscono tramare nel buio piuttosto che, assumendosi le proprie
responsabilità alla luce del sole, dicano: “Io ho votato
quest'uomo”. La paura che qualcuno possa rispondergli “Ma che ti
venga un cancro”, fa novanta.
Che vergogna!!!
RispondiEliminaan
Di più, una mascalzonata travestita da buffonata.
RispondiEliminaVania