Ormai
abbiamo capito che il concetto di “divisivo” vale solo per i
pidiellini. Guai a tirar fuori un argomento che possa turbare le loro
fragili coscienze, si mettono a frignare come i bambini. Ed è così che
Saccomanni finisce nelle grinfie di Gasparri (ancora lui, ohibò) e
che Fassina venga invitato da Brunetta (ancora lui, ohibò) a
dimettersi. Non si sa se per far capire al Pd che in questo momento
storico è letteralmente tenuto per le palle, o se per prevenire
eventuali colpi di testa “divisivi”, ma la falange azzurra degli
italioti per eccellenza, non perde occasione per dire all'alleato
contronatura di questo governucolo tardo democristiano, che... “attenti
ai passi che fate”. Fanno finta, quelli del Pdl, di non sapere che l'unico
che dovrebbe abbandonare lo scranno senatoriale che occupa
abusivamente, è il loro Capo, signore e padrone, Capataz nei secoli,
benefattore e salvatore Silvio Berlusconi. Ma partiamo dall'inizio
perché questa è una storia che fa schifo. C'è una legge del 1957
che recita testualmente: “Sono da considerarsi ineleggibili coloro
che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o
di imprese private, risultino vincolati con lo Stato per contratti di
opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni
amministrative di notevole entità economica.”
Tutti
sanno che Silvio è il padrone dell'impero Mediaset. Tutti sanno che
per darsi una parvenza di legalità, il Capataz ha “delegato”,
sulla carta, le sue imprese a Piersilvio, a Marina, a Fedele
Confalonieri a Adriano Galliani, al di lui se stesso medesimo
fratello Paolino il quale, infatti, puntualmente viene condannato al
posto del “maggiore”, tanto che se passassero in giudicato tutti
i processi, Paolo sarebbe costretto a cambiare l'attuale domicilio e
spostarlo a San Vittore. Grazie a queste manovre, confermate comunque
da atti notarili, per venti anni Silvio è stato dichiarato
eleggibile da tutte le giunte della Camera e del Senato che si sono
succedute. Grazie a queste manovre, alcuni esponenti di spicco del Pd
(gruppo 101 zozzoni e affini), ha bellamente avuto la faccia tosta di
dire: “Beh, lo abbiamo considerato eleggibile per venti anni, cosa
c'è di nuovo per tornare sui nostri passi?” C'è. Qualcosa di
nuovo c'è. Ed è la ragione per la quale questi “fatti nuovi”
hanno convinto i parlamentari del M5S a predisporre un dossier su
Silvio da presentare alla Giunta per le elezioni e le immunità del
Senato: lo scopo è proprio quello di dichiararlo ineleggibile. Di
nuovo c'è stata la motivazione della sentenza d'appello del processo
Mediaset. Di nuovo c'è stato che una Corte ha dichiarato, scrivendo:
“Pur abbandonando l'operatività giornaliera, Silvio Berlusconi è
sempre rimasto, di fatto, proprietario delle proprie aziende”.
Amen. Stop. Maurizio Buccarella, componente grillino della Giunta,
solleverà quanto prima la questione della cacciata di Silvio da
Palazzo Madama basandosi proprio sulla sentenza della Corte
d'Appello. Con lui il collega Mario Giarrusso che dice: “La
sentenza d'appello Mediaset spiega chiaramente che Berlusconi è, e
continua a essere, il proprietario delle aziende. Questo costituisce
un precedente giuridico che supera le precedenti decisioni
politiche.” Chi lo ha capito e saputo da sempre, è il deputato del
Pd Felice Casson che sembra più che mai deciso a far sua l'eccezione
grillina sull'eleggibilità di Silvio. Il problema è come la pensano
gli altri componenti della Giunta del Partito Democratico perché
stavolta la situazione potrebbe farsi molto seria. Se tutti gli 8
democrat presenti in Giunta votassero compatti con i grillini, si
raggiungerebbe la maggioranza assoluta dei 12 componenti previsti per
ratificare la decisione di cacciare Silvio. Qui non si tratta più,
per dirla alla Renzi, di battere Berlusconi alle elezioni, ma
semplicemente di far rispettare una legge dello Stato, cosa
diventata, in questo paese, un optional. Non rispettare le leggi è
parte fondamentale della politica di Silvio, evidentemente anche la
più condivisa da quei 101 zozzoni che Pippo Civati ha deciso di
stanare, di combattere, di cacciare dal partito. Questa è la ragione
per la quale Pippo non sarà mai il segretario del Pd.
I "parlatori" del pdl dovrebbero avere l'accortezza,prima di proferire parole stupide, di collegare il cervello e farsi un'esame di coscenza. Vivono nello squallore, seppur dorato, grazie ai noistri soldi e non capiscono che sono la rovina.
RispondiEliminaPDL.??? ...PARTITO DELLA LIBERTA.!!!
RispondiEliminaPDL-??? ...PARTITO DEI LADRONI.!!!
LA BANDA BASSOTTI.??? E' PIU ONESTA.!!!