Diciamocela
tutta, ma che cazzo volevano sapere gli americani dalla delegazione
italiana all'Onu? La ricetta segreta dei bucatini all'amatriciana? I
nostri ambasciatori avevano perfino un nome in codice: “Cicuta”.
Un veleno che almeno ha un po' di storia della filosofia nel dna,
pensate se ci avessero chiamato curaro... o cicoria! Cimici anche
nella nostra ambasciata di Washington, ma qui, sotto tiro, c'era
l'impasto dei tortellini. Insomma, in nome della sicurezza, del sacro
principio della difesa dei confini della nazione, gli Stati Uniti
d'America avevano infestato di cimici domineddio. Ne avevano piazzate
di sofisticatissime anche nei confessionali, ma quando si sono
accorti che i preti parlavano solo di sesso,
preferibilmente con minori, hanno smantellato nottetempo la rete di insetti
curiosoni rimettendoci un fottio di dollari. I servizi segreti
italiani, abituati a combinare pasticci in tutto il mondo, tanto che
quando quelli del Mossad incontrano i loro colleghi spioni italiani
si sganasciano dalle risate, prima hanno collaborato con gli USA, poi, siccome sono un po' così, non si sono accorti
che gli americani spiavano anche loro per fregarsi i numeri di
telefono delle Olgettine. Ma il popolo più spiato dalla intelligence
di Obama, era quello tedesco. Non si sa come, non si sa grazie a chi,
gli agenti di Washington erano riusciti a piazzare cimici,
microcamere e radiospie dovunque, perfino nel bagno privato di Angela
Merkel al Bundestag. Dicono che dopo una prima visione dell'interno
della toilette della Cancelliera, gli americani abbiano cambiato la
web in una radiospia, ma a quel punto il danno era fatto e le nudità
di Angela erano già finite nel database della Nsa. Tutte le
rappresentanze diplomatiche dell'universo conosciuto, e perfino quella
di Marte a Seattle, erano tenute sotto controllo. Una rete di
informazioni sensibili tale che il Grande Fratello, a un certo punto,
si è sentito in imbarazzo. Inutile dire che questa faccenda della
National Security Agency ha irritato tutti. Fuori di testa i tedeschi
che, attraverso le parole del presidente del parlamento europeo Martin Schulz, ha minacciato addirittura gli Usa di messa sotto
accusa presso tutti i tribunali del mondo. Non l'hanno presa affatto
bene i cinesi né i russi né tantomeno la Bce che secondo Snowden,
era spiata anch'essa per via delle politiche pro-austerity. Obama è in fortissimo imbarazzo. Non sa come
fare a metterci una pezza. Per lui e per gli americani, porre sotto
osservazione telefoni e computer in nome della sicurezza nazionale, è
un fatto di ordinaria amministrazione, nessuno scandalo, nessuna
violazione della privacy. Un po' come Silvio che quando intercettano
lui s'incazza, mentre se le cimici beccano Fassino, Consorte e
Marrazzo... oh quante belle figlie, madama Dorè. Si mette male
intanto per il padre di quest'ultima ondata di svelamento dei cazzi
degli altri. Snowden è un senza patria che il mondo fa a gara per
rifiutargli l'asilo politico. I russi lo hanno messo nello spazio
delle partenze internazionali dell'aeroporto di Mosca, i cubani gli
hanno detto “no, grazie” e ora anche l'Ecuador ha deciso di non
ospitarlo. E mentre Julian Assange rivela che Snowden ha ancora un
sacco di segreti da rendere pubblici, l'ex analista spione della Agency vive
di hot dog e birra a Mosca. Che dopo l'11 settembre il mondo fosse
cambiato lo sapevamo. Ma che spiare la Merkel seduta sul water
diventasse una priorità, non l'avremmo mai neppure lontanamente
immaginato. E comunque, cari amici villeggianti sotto la pioggia, lo
scandalo non è solo questo. C'è anche il virus pseudo-garantista
che sta invadendo il mondo. Dovunque si fa a gara per ricevere e
accogliere con grandi pacche sulle spalle, nei luoghi istituzionali,
delinquenti matricolati. Si dice che fino a quando la giustizia non
avrà esaurito il suo corso, la presunzione di innocenza deve
prevalere su qualsiasi altro ragionamento. Il fatto che si ricevano
evasori fiscali, puttanieri, mestatori nel torbido e ammennicoli
truffaldini vari, rientra nei canoni di una realpolitik mai
completamente abiurata. Che poi Mario Monti dica a LettaLetta “O
cambi marcia o ti molliamo” o che la Santanchè dica: “I
magistrati sono degli incapaci, Grasso è stato un magistrato, Grasso
è un incapace”, fa parte del gioco tutto italiano del
quacquaracquismo. E questa dovrebbe fare la vicepresidente della Camera!
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