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lunedì 1 luglio 2013

Tutti spiano tutti: l'Italia spiata dagli Usa. Tutti ricevono tutti: boss e truffatori nei salotti buoni

Diciamocela tutta, ma che cazzo volevano sapere gli americani dalla delegazione italiana all'Onu? La ricetta segreta dei bucatini all'amatriciana? I nostri ambasciatori avevano perfino un nome in codice: “Cicuta”. Un veleno che almeno ha un po' di storia della filosofia nel dna, pensate se ci avessero chiamato curaro... o cicoria! Cimici anche nella nostra ambasciata di Washington, ma qui, sotto tiro, c'era l'impasto dei tortellini. Insomma, in nome della sicurezza, del sacro principio della difesa dei confini della nazione, gli Stati Uniti d'America avevano infestato di cimici domineddio. Ne avevano piazzate di sofisticatissime anche nei confessionali, ma quando si sono accorti che i preti parlavano solo di sesso, preferibilmente con minori, hanno smantellato nottetempo la rete di insetti curiosoni rimettendoci un fottio di dollari. I servizi segreti italiani, abituati a combinare pasticci in tutto il mondo, tanto che quando quelli del Mossad incontrano i loro colleghi spioni italiani si sganasciano dalle risate, prima hanno collaborato con gli USA, poi, siccome sono un po' così, non si sono accorti che gli americani spiavano anche loro per fregarsi i numeri di telefono delle Olgettine. Ma il popolo più spiato dalla intelligence di Obama, era quello tedesco. Non si sa come, non si sa grazie a chi, gli agenti di Washington erano riusciti a piazzare cimici, microcamere e radiospie dovunque, perfino nel bagno privato di Angela Merkel al Bundestag. Dicono che dopo una prima visione dell'interno della toilette della Cancelliera, gli americani abbiano cambiato la web in una radiospia, ma a quel punto il danno era fatto e le nudità di Angela erano già finite nel database della Nsa. Tutte le rappresentanze diplomatiche dell'universo conosciuto, e perfino quella di Marte a Seattle, erano tenute sotto controllo. Una rete di informazioni sensibili tale che il Grande Fratello, a un certo punto, si è sentito in imbarazzo. Inutile dire che questa faccenda della National Security Agency ha irritato tutti. Fuori di testa i tedeschi che, attraverso le parole del presidente del parlamento europeo Martin Schulz, ha minacciato addirittura gli Usa di messa sotto accusa presso tutti i tribunali del mondo. Non l'hanno presa affatto bene i cinesi né i russi né tantomeno la Bce che secondo Snowden, era spiata anch'essa per via delle politiche pro-austerity. Obama è in fortissimo imbarazzo. Non sa come fare a metterci una pezza. Per lui e per gli americani, porre sotto osservazione telefoni e computer in nome della sicurezza nazionale, è un fatto di ordinaria amministrazione, nessuno scandalo, nessuna violazione della privacy. Un po' come Silvio che quando intercettano lui s'incazza, mentre se le cimici beccano Fassino, Consorte e Marrazzo... oh quante belle figlie, madama Dorè. Si mette male intanto per il padre di quest'ultima ondata di svelamento dei cazzi degli altri. Snowden è un senza patria che il mondo fa a gara per rifiutargli l'asilo politico. I russi lo hanno messo nello spazio delle partenze internazionali dell'aeroporto di Mosca, i cubani gli hanno detto “no, grazie” e ora anche l'Ecuador ha deciso di non ospitarlo. E mentre Julian Assange rivela che Snowden ha ancora un sacco di segreti da rendere pubblici, l'ex analista spione della Agency vive di hot dog e birra a Mosca. Che dopo l'11 settembre il mondo fosse cambiato lo sapevamo. Ma che spiare la Merkel seduta sul water diventasse una priorità, non l'avremmo mai neppure lontanamente immaginato. E comunque, cari amici villeggianti sotto la pioggia, lo scandalo non è solo questo. C'è anche il virus pseudo-garantista che sta invadendo il mondo. Dovunque si fa a gara per ricevere e accogliere con grandi pacche sulle spalle, nei luoghi istituzionali, delinquenti matricolati. Si dice che fino a quando la giustizia non avrà esaurito il suo corso, la presunzione di innocenza deve prevalere su qualsiasi altro ragionamento. Il fatto che si ricevano evasori fiscali, puttanieri, mestatori nel torbido e ammennicoli truffaldini vari, rientra nei canoni di una realpolitik mai completamente abiurata. Che poi Mario Monti dica a LettaLetta “O cambi marcia o ti molliamo” o che la Santanchè dica: “I magistrati sono degli incapaci, Grasso è stato un magistrato, Grasso è un incapace”, fa parte del gioco tutto italiano del quacquaracquismo. E questa dovrebbe fare la vicepresidente della Camera!

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