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domenica 21 luglio 2013

Il Pdl vuole metà ministri, due centrocampisti, una punta, un panino co' 'a porchetta e 'na bira. Marchionne guadagna 48 milioni di euro l'anno: W la Svizzera

Siccome è il partito del un genio, due compari e un pollo, il Pdl ha deciso che il rimpasto s'ha da fare ma, come sempre, alle sue condizioni. “Dal momento che la differenza fra il Pd e il Pdl – ha detto il Nobel prestato alla politica, Renatino Brunetta – è solo dello 0,3 per cento, è giusto che il Popolo della Libertà abbia la metà esatta dei ministri”. “E poi – ha aggiunto l'altro compare che di mestiere campa sulle spalle degli italiani, Maurizio Gasparri – questo governo lo vedo debole sulle fasce economiche, occorre pianificare la nuova campagna acquisti”. Appena reduci dalla magra più magra della storia della Repubblica Italiana, con i kazaki venuti apposta a Roma per comandare e per estradare chi cazzo vogliono, giustamente il Pdl rilancia. Non basta la figura da buffone (“buffone” si può dire, lo ha certificato la Cassazione) rimediata da o' Schiattamuort che nulla vide, nulla seppe, nulla fece, né che finora i ministri destrorsi hanno brillato per assenze e inefficienze, la regola stabilita dalla comunicazione politica dei pidiellini (curata di persona personalmente dall'illustre professor Brunetta), è immota nel tempo e dice che a ogni proposta del nemico ne debbano seguire due, per toglierne una c'è sempre tempo. Re Giorgio tace, ma si sa, i sovrani parlano per editti e l'ultimo lo ha emanato appena due giorni fa alla cerimonia del Ventaglio. Evitare sovraesposizioni mediatiche eccessive, please!
È uscito l'elenco (Sole 24ore) dei manager pubblici e privati più pagati. Primo in assoluto, l'uomo che tiene a distanza tutti gli altri, è Sergio Marchionne che piglia 4,27 milioni di euro come AD della Fiat e 2,89 milioni come presidente di Fiat Industrial. Gli altri 40 milioni di euro gli sono stati regalati in azioni dalla Fiat a inizio 2012. Dentro ci sono proprio tutti, i 100 uomini d'oro dell'industria, della finanza e delle aziende statali. Inutile fare le pulci ai vergognosi compensi che vengono elargiti a personaggi (spesso) di dubbia qualità, quello che indigna è il fatto che neppure i venti di crisi, evidentemente per i poveracci, riescono ad arginare. Luca Cordero di Montezemolo è sul punto di chiedere la pensione sociale, lui dispone solo di 5,6 milioni di euro. Mentre Tali, Scaroni e Conti, rispettivamente Saipem, Eni ed Enel, saranno costretti a breve a chiedere l'elemosina davanti ai pub; i loro stipendi partono da 6 milioni di euro e arrivano a 3: poca roba. Colpisce lo stipendio di Marina Berlusconi. Nonostante tutto il lavoro che si ritrova sulle spalle con la Mondadori, la Einaudi, l'Elekta e le altre decine di case editrici assorbite negli anni dai voraci pescecani di Segrate, la figlia di Silvio guadagna appena 634mila euro, una cifra irrisoria perfino per un decoltè di Prada e un intimo di D&G. Sarà per questo che tutte le domeniche va a pranzo da papà?

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