Siccome
è il partito del un genio, due compari e un pollo, il Pdl ha
deciso che il rimpasto s'ha da fare ma, come sempre, alle sue
condizioni. “Dal momento che la differenza fra il Pd e il Pdl –
ha detto il Nobel prestato alla politica, Renatino Brunetta – è
solo dello 0,3 per cento, è giusto che il Popolo della Libertà
abbia la metà esatta dei ministri”. “E poi – ha aggiunto
l'altro compare che di mestiere campa sulle spalle degli italiani,
Maurizio Gasparri – questo governo lo vedo debole sulle fasce
economiche, occorre pianificare la nuova campagna acquisti”. Appena
reduci dalla magra più magra della storia della Repubblica Italiana,
con i kazaki venuti apposta a Roma per comandare e per estradare chi
cazzo vogliono, giustamente il Pdl rilancia. Non basta la figura da
buffone (“buffone” si può dire, lo ha certificato la Cassazione)
rimediata da o' Schiattamuort che nulla vide, nulla seppe, nulla
fece, né che finora i ministri destrorsi hanno brillato per assenze
e inefficienze, la regola stabilita dalla comunicazione politica dei
pidiellini (curata di persona personalmente dall'illustre professor
Brunetta), è immota nel tempo e dice che a ogni proposta del nemico
ne debbano seguire due, per toglierne una c'è sempre tempo. Re
Giorgio tace, ma si sa, i sovrani parlano per editti e l'ultimo lo ha
emanato appena due giorni fa alla cerimonia del Ventaglio. Evitare
sovraesposizioni mediatiche eccessive, please!
È
uscito l'elenco (Sole 24ore) dei manager pubblici e privati più
pagati. Primo in assoluto, l'uomo che tiene a distanza tutti gli
altri, è Sergio Marchionne che piglia 4,27 milioni di euro come AD
della Fiat e 2,89 milioni come presidente di Fiat Industrial. Gli
altri 40 milioni di euro gli sono stati regalati in azioni dalla Fiat
a inizio 2012. Dentro ci sono proprio tutti, i 100 uomini d'oro
dell'industria, della finanza e delle aziende statali. Inutile fare
le pulci ai vergognosi compensi che vengono elargiti a personaggi
(spesso) di dubbia qualità, quello che indigna è il fatto che
neppure i venti di crisi, evidentemente per i poveracci, riescono ad
arginare. Luca Cordero di Montezemolo è sul punto di chiedere la
pensione sociale, lui dispone solo di 5,6 milioni di euro. Mentre
Tali, Scaroni e Conti, rispettivamente Saipem, Eni ed Enel, saranno
costretti a breve a chiedere l'elemosina davanti ai pub; i loro
stipendi partono da 6 milioni di euro e arrivano a 3: poca roba.
Colpisce lo stipendio di Marina Berlusconi. Nonostante tutto il
lavoro che si ritrova sulle spalle con la Mondadori, la Einaudi,
l'Elekta e le altre decine di case editrici assorbite negli anni dai
voraci pescecani di Segrate, la figlia di Silvio guadagna appena
634mila euro, una cifra irrisoria perfino per un decoltè di Prada e
un intimo di D&G. Sarà per questo che tutte le domeniche va a
pranzo da papà?
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