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domenica 14 luglio 2013

Il tafazzamento avanzato dei 25 del Pd. E Matteo, come Zucchero meglio di Eros, parte in tournée

Siamo convinti che se uno provasse il desiderio profondo di tafazzarsi violentemente, un po' per pudore un po' per vergogna, dovrebbe farlo lontano da occhi indiscreti. Da qualche tempo invece, girano tafazzatori che amano autofracassarsi le palle in pubblico, la fregatura è che sono convinti di non farlo anzi, sono arrivati alla pia consapevolezza di essere dei geni. Ma voi (il primo che mente è un berluschino), avete capito che diavolo vogliono i 25 pidini sottoscrittori dell'introduzione obbligatoria nelle scuole del manuale dei sinonimi e dei contrari? Insomma, Zanda&Co. dove vogliono arrivare cambiando il termine “ineleggibile” in “incompatibile”? Perché sapete, le versioni sul senso della proposta sono talmente tante, eterogenee e pluripartitiche che capirci qualcosa è più un esercizio bartezzaghiano che da persone normodotate. Il segretario Epifani (ci avremmo scommesso gli attributi), ha candidamente ammesso di non sapere per quale motivo i 25 hanno presentato quella proposta. E dire che non stavano propriamente parlando della conservazione e tutela dei pesci rossi, ma della vita e dell'avvenire di Silvio Berlusconi. Laura Puppato, lo abbiamo riportato ieri, ha detto: “Ora nei circoli andateci voi a spiegare che non cerchiamo di salvare il culo di Silvio”. Matteo Renzi è andato oltre e non ha fatto cenno alla parola “golpe” solo perché lui, così giovane, non ne conosce appieno il significato. Alzata di scudi totale, senza eccezioni, da parte dei pidiellini i quali, senza neppure un momento di rossore e una punta di vergogna hanno detto: “Eh sì, ma vi pare che uno per fare politica deve rinunciare a quel popò di impero?” Insomma, i pidini colpiti dalla estiva sindrome di Tafazzi, hanno deciso di continuare a darsi botte da orbi fra le palle incuranti degli effetti collaterali e di quel “Eiaculazione precoce? Ahiahiahi, c'è il vostro medico che risolve tutto. Consultatelo”. Dopo una tafazzata a regola d'arte, hai voglia di eiaculazione precoce!
Meglio di Zucchero, più di Eros Ramazzotti, Matteo Renzi è partito per la sua tournée europea con una band giovane e fresca di sala d'incisione. “Guardate che Enrichetto l'ho avvisato – ha detto Matteo – il Caino non sono io”. Insomma, il sindaco di Firenze sta ripercorrendo le orme che furono di D'Alema e di Veltroni. Lo scopo è quello di convincere i leader europei, e soprattutto i mercati, che lui con il comunismo non c'entra niente. Che non tasserà le rendite finanziarie. Che non toccherà le transazioni internazionali. Forte della presenza del suo fan delle Cayman, Matteo ha già incontrato Angela Merkel e, a quello che dicono i suoi seguaci, sembra che abbia dovuto resistere stoicamente alle avance di Angela, che si era allupata come una iena sudanese in semestrale astinenza sessuale, dopo averlo visto imitare Arthur Fonzarelli da Maria De Filippi. Matteo ha detto “hey... nein!” e la Merkel non l'ha presa affatto bene. Dopo Berlino, Matteo toccherà Parigi e Londra da dove partirà per andare a Liverpool a rendere omaggio al museo dei Beatles. Eh sì! Matteo sta facendo sul serio. Stavolta ci si è messo di buzzo buono. Vuole fare il premier a tutti i costi, sperando che non capiti anche a lui quello che è successo a Romano Prodi. Resta la domanda che facciamo ormai da quattro giorni a quelli del Pd: ditecelo, per favore, chi cazzo comanda nel vostro partito? Ci basterebbe una telefonata pure con un numero privato, una cartolina, un segnale di fumo, un twoosh su Twitter, una email impersonale, però una risposta datecela. Questo clima di incertezza ci sta distruggendo.  

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