Siamo
convinti che se uno provasse il desiderio profondo di tafazzarsi
violentemente, un po' per pudore un po' per vergogna, dovrebbe farlo
lontano da occhi indiscreti. Da qualche tempo invece, girano
tafazzatori che amano autofracassarsi le palle in pubblico, la
fregatura è che sono convinti di non farlo anzi, sono arrivati alla
pia consapevolezza di essere dei geni. Ma voi (il primo che mente è
un berluschino), avete capito che diavolo vogliono i 25 pidini
sottoscrittori dell'introduzione obbligatoria nelle scuole del
manuale dei sinonimi e dei contrari? Insomma, Zanda&Co. dove
vogliono arrivare cambiando il termine “ineleggibile” in
“incompatibile”? Perché sapete, le versioni sul senso della
proposta sono talmente tante, eterogenee e pluripartitiche che capirci
qualcosa è più un esercizio bartezzaghiano che da persone
normodotate. Il segretario Epifani (ci avremmo scommesso gli
attributi), ha candidamente ammesso di non sapere per quale motivo i
25 hanno presentato quella proposta. E dire che non stavano
propriamente parlando della conservazione e tutela dei pesci rossi,
ma della vita e dell'avvenire di Silvio Berlusconi. Laura Puppato, lo
abbiamo riportato ieri, ha detto: “Ora nei circoli andateci voi a
spiegare che non cerchiamo di salvare il culo di Silvio”. Matteo
Renzi è andato oltre e non ha fatto cenno alla parola “golpe”
solo perché lui, così giovane, non ne conosce appieno il
significato. Alzata di scudi totale, senza eccezioni, da parte dei
pidiellini i quali, senza neppure un momento di rossore e una punta di
vergogna hanno detto: “Eh sì, ma vi pare che uno per fare politica
deve rinunciare a quel popò di impero?” Insomma, i pidini colpiti
dalla estiva sindrome di Tafazzi, hanno deciso di continuare a darsi
botte da orbi fra le palle incuranti degli effetti collaterali e di
quel “Eiaculazione precoce? Ahiahiahi, c'è il vostro medico che
risolve tutto. Consultatelo”. Dopo una tafazzata a regola d'arte,
hai voglia di eiaculazione precoce!
Meglio
di Zucchero, più di Eros Ramazzotti, Matteo Renzi è partito per la
sua tournée europea con una band giovane e fresca di sala
d'incisione. “Guardate che Enrichetto l'ho avvisato – ha detto
Matteo – il Caino non sono io”. Insomma, il sindaco di Firenze
sta ripercorrendo le orme che furono di D'Alema e di Veltroni. Lo
scopo è quello di convincere i leader europei, e soprattutto i
mercati, che lui con il comunismo non c'entra niente. Che non tasserà
le rendite finanziarie. Che non toccherà le transazioni
internazionali. Forte della presenza del suo fan delle Cayman, Matteo
ha già incontrato Angela Merkel e, a quello che dicono i suoi
seguaci, sembra che abbia dovuto resistere stoicamente alle avance di
Angela, che si era allupata come una iena sudanese in semestrale
astinenza sessuale, dopo averlo visto imitare Arthur Fonzarelli da
Maria De Filippi. Matteo ha detto “hey... nein!” e la Merkel non l'ha
presa affatto bene. Dopo Berlino, Matteo toccherà Parigi e Londra da dove
partirà per andare a Liverpool a rendere omaggio al museo dei
Beatles. Eh sì! Matteo sta facendo sul serio. Stavolta ci si è
messo di buzzo buono. Vuole fare il premier a tutti i costi,
sperando che non capiti anche a lui quello che è successo a Romano
Prodi. Resta la domanda che facciamo ormai da quattro giorni a quelli
del Pd: ditecelo, per favore, chi cazzo comanda nel vostro partito?
Ci basterebbe una telefonata pure con un numero privato, una cartolina, un
segnale di fumo, un twoosh su Twitter, una email impersonale, però
una risposta datecela. Questo clima di incertezza ci sta
distruggendo.
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