Uno
legge la notizia e strabuzza gli occhi. Specie se la notizia lo riguarda
direttamente stenta a crederci, muove freneticamente il mouse su e giù
(che manco un cinque contro uno di quelli magistrali) ma la notizia non cambia.
Il governo dei professori tassa le bevande analcoliche con zuccheri aggiunti ed
edulcoranti. 7 euro e 16 centesimi per ogni 100 litri di acqua colorata e addizionata
di anidride carbonica immessi sul mercato, sono una cifra mostruosa specie per
chi, come noi, si approvvigiona di chinotto all’hard discount. E allora uno
dice: e il vino? e i soft drink? e la birra? e rhum e pera? e varnelli e
mirtilli? e vodka e ciclamino? Possibile che per una, diconsi una cazzo di
bevanda che ancora ci è rimasta (perché l’acqua liscia ci ha sempre fatto un po’
schifo) occorrerà pagare una tassa aggiuntiva? Quanto diavolo verrà a costare
quel litro e mezzo di chinotto che fino a ieri portavamo a casa a 42 centesimi?
E poi, ma che diavolo c’entrano le bevande gassate e zuccherate con la salute
di gente che convive quotidianamente con gli scarichi urbani e l’Ilva a quattro
passi? Possibile che per colpire la Coca Cola si debbano colpire anche i
semplici ed inermi consumatori di chinotto? Da quando in qua, i professori si
battono contro le grandi multinazionali come fossero dei Che qualsiasi? Eppure
dobbiamo farcene una ragione perché sembra proprio che i plurilaureati ministri
della Repubblica Italiana, alla nostra salute ci tengano parecchio. E allora
parliamo, ad esempio, dei soft drink, di quelle miscele incendiarie che le
tasse di un governo che sta scalando rapidamente la classifica della
demenzialità, non toccheranno facendone rimanere invariato il listino prezzi. Di
quelle bevande che rappresentano la base di partenza di tutti gli alcolisti
futuri, quelli che a 30 anni si ritroveranno con il fegato a pezzi, il cervello
spappolato e praticamente impotenti. Parliamo degli ettolitri di birra
ingurgitati in serate da sballo prima di passare a sostanze più pesanti o a
quei vinelli apparentemente tanto leggeri (Champagne compreso) che scendono giù
come un’aranciata salvo risalire e finire dritti in un cervello che non
distinguerà più un albero da un’ombra e... crash. Insomma, ancora una volta
sembra che il buon senso non abiti più qui, che la logica con cui si governa
sia quella dei numeri e non delle coscienze, che si colpisce dove il mucchio
selvaggio diventa folla e che valga sempre e comunque la regola della quantità.
Aranciate, limonate, gassose, cedrate, coche e pepsi, red bull e imitazioni
varie, acqua tonica e schweppes dry formula originale (il nostro personalissimo
champagnino agricolo) saranno quindi vessate da tasse senza senso alcuno,
proprio come l’aria delle Dolomiti che, essendo senza gas aggiunti, pulviscolo
e percentuale d’ossigeno superiore alla norma dovrebbe essere goduta solo
dietro pagamento di un sostanzioso ticket. Proprio come il sole che, se dovesse
superare i quaranta gradi di calore consentiti, dal quarantunesimo in poi
passerebbe il vigile urbano a fare il biglietto, come al Cinema Paradiso per vedere Totò. Ma un
individuo che l’acqua liscia non la sopporta cosa fa, si convenziona con le
terme di Acquasanta perché lo zolfo è esentasse?
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Come consumatrice compulsiva di acqua tonica mi associo allo sgomento e,come avrebbe detto mia madre, mi chiedo:"Ma questi,chi li ha sciolti?"(sottinteso: dalla camicia di forza).M.M.
RispondiEliminaIo sono un Lemonsoda dipendente, che faccio ora?
RispondiEliminaMarco
Che bello il tuo pezzo di oggi!!! Tutto da ridere da Max e, come sempre, da pensarci un po' su...
RispondiEliminaan
Bah... bevete l'acqua della fonte e festa finita... io bevo solo vino e super alcoolici, e devo pagare una tassa... perchè? il chinotto e le bibite gassate mi fanno schifo, bevo solo jack daniel's e vino rosso primitivo... e pago la tassa... non è giusto... e perchè? chi me lo spiega?
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