Premettiamo
subito una cosa: il linguaggio della politica si è imbarbarito, giusto, no? Non ci sono più
i fini dicitori di una volta, quelli che per darti dello stronzo impiegavano
una mezzora buona durante la quale sembrava ti stessero facendo un sacco di
complimenti. Le mezzeseghe di Berlusconia, frazione di Topolinia, hanno ridotto
il linguaggio politico a turpiloquio, al resto, alla sceneggiata pura, ha
pensato El Caprùn riscoprendo i rutti, gli sputi, le pernacchie, la funzione
catartica del dito medio, il rito liberatorio del vaffanculo. Iniziò Lui (la
elle maiuscola è d’obbligo), quando diede dei “coglioni” agli italiani che
votavano a sinistra. È chiaro che, delineata la china, gli altri si sono adeguati. Bossi dice che un rutto “esemplifica la comunicazione”, figuriamoci
una scoreggia dopo una bistecca d’orso cosa può combinare. E così, con l’offesa
personale assurta a “facilitazione di messaggi altrimenti complessi”, siamo
arrivati agli scambi fraterni fra Beppe Grillo e Piergigi Bersani. Nelle ultime
ore ne sono volate di cotte e di crude. Alle accuse di “fascismo”, si sono
risposti “zombi”, “piduisti”, “azzannatori di carotidi”, “affamatori di popolo
inerme”. Le dichiarazioni anti-Grillo a cura dei portavoce del Pd, recitano così. Migliavacca: “Quelle di Grillo sono dichiarazioni deliranti. Se non è
un fascista la smetta di utilizzare e far girare un linguaggio fascistoide. Se
poi Grillo vuole continuare a insultare faccia pure. Il Pd vuole pensare ai
problemi degli italiani e quindi a battere la destra populista che ha in Berlusconi
il suo punto di forza”. Boccia: “La verità è sotto gli occhi di tutti.
Grillo fa quello che hanno fatto i più grandi populisti... è un milionario in
pantofole che, dall'alto della sua villa, dà ordini a persone che oggi non
credono nella capacità della politica di risolvere i problemi di ogni giorno”. A parte il fatto
che tutti ‘sti politici in grado di risolvere i problemi della gente non ne
vediamo in giro molti, forse nessuno, ma quelli del Pd continuano a picchiare
violentemente sempre sugli stessi tasti, quelli del “milionario in pantofole”,
senza considerare che forse è meglio un milionario in pantofole piuttosto che
uno che soffre di satiriasi e ha distrutto in un ventennio questo paese. E la
risposta di Grillo è (pur nell’uso spregiudicato del linguaggio) esemplare.
Dice il “comico”: “A Bersani non mi sognerei mai di
dare del fascista, gli imputo invece di aver agito in accordo con ex fascisti e
piduisti per un ventennio, spartendo insieme a loro anche le ossa della Nazione”.
Giudicate pure il metodo, ma il merito?
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Non ti posso lasciare solo un momento. Anche tu con i grillini?
RispondiEliminaMarco