È
come se un industriale della carta, dopo aver distrutto gli ultimi 2000 ettari
della Foresta Amazzonica, dicesse: “Senza politica ambientale non si va
avanti”. Sora Elsa, che l’Onnipotente conservi a lei, al marito e alla figlia
le rispettive cattedre universitarie, durante un’intervista a Radio anch’io,
parlando della situazione dell’Ilva di Taranto, ha detto: “Alla classe operaia
occorre ridare dignità. Sicurezza e
salute fanno parte di questa dignità perché l'operaio non sia considerato un
lavoratore di serie b”. Per Sora Elsa, insomma, investita durante un breafing,
che seguiva un brainstorming sulla spending revew, dal maledetto Drago (non
Draghi che è tutt’altra cosa e persona), in questo paese occorre tutelare il
lavoro operaio perché fa parte del futuro. Ma va là, porco boia! A volte si
resta stupiti, basiti direbbero i puristi, di fronte al cinismo di persone che
fino all’altro ieri hanno considerato gli operai, i pensionati, i dipendenti
pubblici solo numeri da decapitare per incamerare quattrini e far diminuire il
fabbisogno dello Stato. Questi neo marxisti dell’ultima ora, sono coloro che
hanno fatto a pezzi l’articolo 18 e stanno ancora discutendo se gli esodati
siano 35mila o 65mila e che comunque, anche se fossero di più, lo Stato potrebbe tutelarne solo 65mila. Contestata dovunque mette piede praticamente da tutte le
categorie professionali (farmacisti compresi che con lei non c’entrano una
mazza), Sora Elsa ha ritrovato una vecchia copia del “Manifesto” (ed. Einaudi)
di Karl Marx e, accortasi di essere arrivata appena a pagina 35,
praticamente ha letto solo la prefazione, ha deciso di imbracciarlo come un
fucile qualsiasi e di puntarlo dritto in mezzo agli occhi degli industriali.
Perché, se è vero che sconvolgendo l’intelligenza degli operai che fanno le
vacanze nella marrana sotto casa, Sora Elsa ha rivalutato l’economia da lavoro,
è altrettanto vero che sta iniziando a fare le pulci agli industriali partendo
proprio da Sergio Marchionne, al quale chiederà, non appena riusciranno a
vedersi in questi giorni, che fine ha fatto il piano di investimenti
strombazzato urbi et orbi e al quale hanno creduto solo Bonanni e Angeletti
(che l’Onnipotente gli preservi i troni di segretari generali di Cisl e Uil e,
soprattutto, la loro pensione). Ha detto la Compagna Sora Elsa sorseggiando una
vodka: “Sull'industria dobbiamo e possiamo
puntare perché la colpa della situazione attuale non è solo della politica ma
anche del credito e degli imprenditori stessi che devono avere un atteggiamento
più volto all'investimento e alle aggregazioni che fanno economia di
scala". Sventolando la bandiera rossa e fischiettando l’Internazionale,
Sora Elsa ha lasciato gli studi della Rai lasciando dietro di sé una scia di
mughetto di steppa che ha fatto svenire Bruno Vespa che passava di lì per caso.
Questo è un Paese folle...
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Bello Max, bello soprattutto rileggerti...
RispondiEliminaVania
Ho ripreso la sana abitudine di leggerti. Aria pura Max, sei aria pura.
RispondiEliminaan-arché
Io pensavo di averti perso, stavo in crisi non sapendo dove e come rintracciarti. E invece riappari.
RispondiEliminaGiu