Ve
lo ricordate l’Umberto di qualche estate fa? Era l’unico politico in
circolazione ad agosto e i giornalisti lo inseguivano sapendo che avrebbe avuto
una parola per tutti. La tattica del Senatur era consolidata. Mentre gli altri colleghi
parlamentari si godevano le meritate ferie all’ombra di palme lussureggianti e
gonfie di datteri lui, ciabatte ai piedi, pantaloni di cotone kaki, canottiera
da muratore con spalline strettissime, si aggirava per Ponte di Legno facendo
intendere che era disponibile anche per un intervista al Corriere di Vigata. Le
chiacchierate di Bossi con i giornalisti erano memorabili. Un po’ perché non
ruttava, non affanculava, non alzava il medio in segno di saluto padano, non
spernacchiava con quel fare un po’ volgare che l’ictus gli ha addirittura
peggiorato (oggi si assiste ad una pericolosa fuoriuscita di saliva a pallini),
l’Umberto era quasi simpatico. È vero, i temi erano sempre gli stessi,
consolidati anche loro: Padania libera, le baionette bergamasche, i camionisti
bresciani, gli allevatori di mucche al pascolo che sforavano le quote latte,
Roma ladrona, magna magna, gratta gratta, i negher più negher del negher, gli
albanesi violenti, i rumeni acchiappa rame, la lotta senza quartiere ai vu’
cumprà e ai taroccatori cinesi, l’invidia sempre meno celabile del “pene” di Berlusconi,
però Bossi dettava le sue regole, i suoi tempi, le sue prerogative, le sue
priorità che, arrivati a settembre, nessuno ricordava più, men che meno lui.
Dopo lo scandalo che ha travolto la familistica gestione della Lega e la pesante
estromissione dalla segreteria, Bossi sembra un mastino assetato di vendetta
tanto che, ne siamo sicuri, se potesse addentare il polpaccio di Bobo Blues Maroni lo
farebbe volentieri. Ormai fa comizi in paesini che una volta non avrebbe neppure
sfiorato con la sua auto blu, accompagnato da Calderoli a bordo della liana
truccata 3000cc. Si è ridotto un po’ come Mal che porta nelle feste di frazioni
e borgate ancora e per sempre “Furia cavallo del West”. Ma a Capriata d’Orba,
in provincia di Alessandria, Bossi ha avuto ieri la sua ora di bagno popolare.
Ha esordito dicendo: “La prossima settimana prendo possesso del mio ufficio di
Presidente e saranno cazzi padani per tutti”. Sulle espulsioni che ci sono
state nel frattempo, Umberto non ci sta e afferma con impeto: “Valuterò se ci sono state espulsioni ingiuste, e ce ne
sono, e vedrò se qualcuno è stato ingiustamente declassato da sostenitore a
militante... non è perché qualcuno sbaglia dopo aver a lungo combattuto con noi
che lo si può cacciare via”. Sulla base di cosa Bossi potrebbe
intervenire non si sa, quello che è certo è che il congresso leghista ha dato
al presidente gli stessi poteri che ha Alfano nel Pdl o Bersani nel Pd: nessuno.
Ma il meglio del suo repertorio viene fuori quando Bossi parla di Roma.
Diciamolo, la pajata non gli è piaciuta granché, lui preferisce le bistecche d’orso
slavo, per cui: “Per Roma ladrona è finita, adesso c'è l'Euroregione alpina. Lo
Stato centralista ha finito di schiacciarci... Monti incarna la solita Roma che
gratta, gratta, gratta. Ma questa volta è finita e tra non molto ci troveremo
in tutte le piazze a festeggiare la libertà della Padania”. E pensare che l’ondata
di caldo maghrebino è fermo ancora a Pantelleria.
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