Onestamente,
di dove andranno in vacanza i politici italiani può fregarcene fino a un certo
punto. Tutti (o quasi) a causa della crisi hanno scelto mete nazionali. Quando
abbiamo letto che Vuolter Veltron sarebbe stato l’unico politico ad espatriare,
abbiamo creduto che andasse in Africa per restarci, niente di più illusorio,
lui va in Grecia: costa poco, è a quattro passi da Roma qualora Silvio lo
chiamasse per un’altra Grosse Koalition e poi, in fondo, ripensare ad Anthony
Quinn che balla il sirtaki, a un cinefilo come lui non può che far piacere. Gli
altri se ne tornano a casa. Angelino (treno e ferry boat) torna in Sicilia. La
Finocchiaro gli aveva chiesto un passaggio ma lui non ha voluto darglielo: la
calunnia è un venticello che sullo Stretto di Messina sta spirando ormai da un
po’. Pierfy Casini ha scelto la Puglia. Conoscendo Cocorito, quella della
Puglia non è stata sicuramente una scelta a caso. Vuole fare quattro
chiacchiere con Nichi Vendola e poi aspettare Maxim D’Alemà che però, prima di
andare a casa, va a farsi un giro in Umbria. Silvio ha detto: “Resto ad Arcore”.
Per lui niente hotel extralusso nel cuore di Mosca ma solo Villa San Martino
che, specie in agosto, è un posto poco frequentato, soprattutto dai giornalisti
e dai paparazzi. Poi andrà in Sardegna a Villa Certosa, che non riesce ancora a
vendere, nella speranza che Zappadu gli faccia qualche foto formato
Topolanek in tiro. Quella storia di Topolanek, Silvio non l’ha mandata giù e
spera che il buon fotoreporter sardo lo immortali con gli stessi attributi al
vento, magari preavvertendolo, giusto il tempo per un punturina. Piergigi
Bersani è indeciso. Non si sa perché ma non vuole lasciare indizi. Forse per una
naturale, quanto necessaria riservatezza, il leader del Pd non desidera dare
informazioni sul luogo prescelto per rilassare le stanche membra (non è un
refuso). Cesenatico? Cattolica? Rimini? Riccione? In un primo momento aveva
pensato a una settimana di aria pura a Marzabotto. Non gli dispiaceva fare un
salto indietro nella memoria storica del senso politico del suo partito, ma poi
gli hanno detto che se va da quelle parti lo pigliano a bocciate in testa; il
pallino lo hanno riservato a Matteo Renzi. Vacanze romane per Maurizio
Gasparri, lo aspetta ancora l’ingrato compito di ritrovare il perduto Circolo
del Polo all’Acqua Acetosa: impresa impossibile se non fosse che a lui Tom
Cruise sta letteralmente sulle palle. Tonino Di Pietro va a Montenero di
Bisaccia. Lo aspetta il trattore e poi deve fare quattro chiacchiere con il
moscone verde che nel frattempo non rappresenta più la controfigura bucolica di
Casini ma di Enrico Letta. I tempi cambiano anche in campagna e la politica evolve. Fini e Cicchitto
andranno in vacanza nello stesso posto. Non sappiamo se si saluteranno, ma
Ansedonia non è abbastanza grande per ospitarli entrambi, l’importante è che
non volino secchielli, palette, compassi e tessere della P2, il resto, il sindaco
dice che lo tollererà. Rosy (Bindi) va sulle Dolomiti, non avevamo dubbi. La montagna è
la sua dimensione, il luogo dove il pensiero può volar leggero nonostante Letta
e Fioroni, D’Alema e Veltroni, Bersani e Franceschini, Di Pietro e Grillo con
una spruzzata di Nichi Vendola. Leghisti (tutti) in Sardegna. Molto amica degli
indipendentisti isolani, la nouvelle vague del Carroccio ha deciso di rinsaldare
legami che potrebbero tornare utili se al Nord dimostrassero che i fucili sanno
anche adoperarli oltre che costruirli. Resta un piccolo problema che l’ex
ministro dell’Interno dovrà risolvere. È in arretrato di quattro anni sul
pagamento del suo posto barca. Il sindaco di Villaputzu gli ha fatto sapere, cartelle
esattoriali alla mano, che la cifra che Maroni dovrebbe sborsare, si aggira
intorno ai 20mila euro. Bobo Blues dice però che ha pagato sempre tutto, fino all’ultimo
euro. Chi ha ragione? In ogni caso, è buffa la dichiarazione di Francesco
Todde, presidente della società di gestione del porto di Marina di Porto
Corallo, il quale afferma: “Il ministro Maroni è stato accolto come ospite
illustre e non ha pagato solo per motivi di riservatezza”. A Fernando Codonesu,
primo cittadino, però non frega una mazza e ribatte: “A me Maroni mi sta pure
simpatico, ma non è un buon motivo per non pagare”. Questi, se potessero, non
pagherebbero neppure il caffè al Bar dello Sport di Adro, figuriamoci un posto
barca in Sardegna.
|
Certo che non risparmi nulla e nessuno. Povera Vanessa, dopo aver letto il tuo articolo io mi metterei a piangere o...cambierei mestiere.
RispondiEliminaAntonio
"Le indimenticabili serate post-alcoliche della grande Paola Borboni", è una frase degna del miglior Max. Ci sei, nonostante tutto.
RispondiEliminaAlfred
PS. An mi ha detto del successo a Castelluccio, che peccato non essere stato con voi.