Viste
così sembrano tre ragazzine che stanno vivendo una storia più grande di loro.
Se non fosse per quello sguardo che dà vagamente sul furbo tendente al
malizioso, potrebbero essere tre teenager pizzicate in un centro commerciale a
rubare slip e rossetti, magari una matita morbida per gli occhi. Invece sono pericolosissime
criminali, suppergiù tre killer seriali in gonnella, che hanno attentato al sacro
sentimento religioso permettendosi di cantare una canzonetta (punk) dall’altare
di una chiesa ortodossa. Il patriarca ortodosso Kirill, ha definito un “sacrilegio”
le quattro note che sono risuonate stanche lungo la navata della chiesa, mentre
gli ortodossi più ortodossi che chiameremo per brevità “ortodossoni”, hanno
tirato in ballo perfino il reato di “blasfemia”, quello che insieme alla
stregoneria condannava al rogo povere sventurate fino a qualche secolo fa. Ovviamente
le tre Pussy Riot ce l’avevano con Vlady che, da quando non frequenta più
assiduamente Silvio, sembra aver perso lo smalto dei giorni migliori e l’ironia
tutta made in Kgb, che gli permettevano di risolvere i problemi con gli
oppositori semplicemente tirando un colpo di pistola in faccia ai rompicoglioni
di turno. Che poi fossero donne, come Anna Politkovskaya, non gl'importava una
cippa, l'obiettivo era tornare al silenzio. A favore delle Pussy Riot si è
mobilitato mezzo mondo. I due anni di prigione comminati alle tre ragazzine da
un giudice donna, Marina Syrova, hanno scatenato un putiferio che è partito da
Madonna per arrivare a Bjork fino a Paul McCartney che sicuramente non l’ha
mandata a dire né a Vlady né agli integralisti ortodossi. C’è da dire che,
farisei come sono, i popi hanno invocato clemenza a favore delle tre sventurate
senza Dio e la stessa cosa ha fatto Putin mettendo mano alla Smith&Wesson
che teneva nella fondina. Eccezionali le ragazze. Alla Novaya Gazeta, il
giornale per il quale lavorava Anna Politkovskaya, hanno dichiarato: “Abbiamo
già vinto. Abbiamo imparato ad arrabbiarci con le autorità e a parlare ad alta
voce di politica”. Pentite manco pe’ niente, le Pussy Riot, tramite
quella che sembra essere la portavoce, Nadezhda Tolokonnikova, hanno detto: “Non crediamo in una sentenza come questa. Questo non è
un processo: è un'illusione. Davvero
non ci aspettavamo un processo - hanno aggiunto - perché non abbiamo mai
commesso alcun reato. Non sospettavamo neanche che le autorità sarebbero state
così stupide da perseguire delle femministe punk anti-Putin, dandoci legittimità
nello spazio sociale”. C’è da dire che fra gli arrestati presenti davanti al
tribunale in attesa della sentenza, c’era anche l’ex campione del mondo di scacchi Garry Kasparov che, a quanto sembra,
è stato pure malmenato. Si sa, Vlady è un vero e proprio campione dei diritti umani.
In Cecenia ancora se lo ricordano. |
Bravo. Cazzo!
RispondiEliminaan
Brave,cavolo!!!M.M.
RispondiEliminaOddio! Nightmare...
RispondiEliminaCarlo