Che anche il Professore si mettesse a
raccontare balle sotto le elezioni non ce lo saremmo mai aspettato.
La storiella che a scuola, gli amichetti del nipotino chiamino
Montino “spread”, poteva uscire fuori solo dal cilindro del
consulente di Obama, quel David Axelrod che, per mestiere, umanizza i
concorrenti alle varie elezioni di tutti i continenti di tutti i
pianeti dell'universo. Ma chi ci crede a un Mario Monti che abbraccia
e bacia i bambini, quando ha rivolto per la prima volta la parola a
suo figlio dopo il diploma di maturità perché prima gli sembrava
tempo perso? E che mirabile ipocrisia quella di affermare che nella
sua lista c'è anche una povera terremotata, quando la stessa
terremotata, intervistata da Repubblica, ha detto che lei non è
povera, e che il sisma ha colpito la suocera la cui abitazione ha
avuto solo qualche crepa? E che mirabile ipocrisia storica quella di
dire che il Pd è nato nel 1921. Magari il Pd attuale fosse l'erede
di quel momento e di quel movimento che assunse il nome di Partito
Comunista Italiano, magari ci fosse ancora Antonio Gramsci a dettarne
la linea. Purtroppo c'è Massimo D'Alema, e non ci resta che piangere.
Il Professore occhieggia, un po' di qua e un po' di là. Sa
perfettamente che Berlusconi non vincerà mai le elezioni (nonostante
questo Pd) e che per raggiungere il suo obiettivo, governare senza
vincere, occorre puntare al pareggio Camera-Senato: Italia
ingovernabile e lui pronto a riprendersi i pieni poteri in nome della
salvezza della Nazione. Ed è talmente scoperta, questa manovra di
bassissima lega e di mancanza totale di senso dello stato, che ci
vergogneremmo solamente a pensare di poter mettere una croce sul suo
simbolo. Il pericolo vero di questo Paese è che Monti riesca nella
manovra di alta concentrazione finanziaria e di bassa macelleria
politico-sociale. Che riconquisti il premierato per continuare a far
prevalere la finanza sulla politica. Che, con l'aiuto di SS Madre
Chiesa e di quel bacchettone d'accatto che risponde al nome di Pierfy
Casini, continui a tenere l'Italia nell'oscurantismo civile più
totale. Lo confessiamo senza pudore, abbiamo paura. Paura che
l'Italia si possa trasformare ancora di più nella terra di conquista
di poteri forti e altri, che possa essere saccheggiata da chi sa di
trovare sponde adatte perché l'Italia fa gola, e per comprarla a
poco prezzo occorre svuotarla delle sue prerogative democratiche e
del suo orgoglio. Non si capirebbe altrimenti per quali oscure ragioni, all'indomani
della crisi, alla Spagna è stato concesso di andare alle urne, alla
Grecia pure, alla Francia idem, anche se Sarkò era arrivato alla
fine del suo mandato, mentre l'Italia è stata di fatto
commissariata. Spagna e Grecia stavano peggio di noi, eppure... Con
quale faccia, poi, il Professore dice che occorre tenere fuori i
politici dalle banche quando la Storia ci dice che bisognerebbe fare
esattamente il contrario? La conclusione di tutta questa storia,
infame e infamante per l'intelligenza di un popolo intero è che,
oltre al meno peggio, si continua a non andare. E noi, del meno
peggio, ne abbiamo piene le scatole. Gli ultimi sondaggi danno il Pdl
in ripresa, anche se (ancora) a 5/6 punti sotto il Pd; il M5S
saldamente al terzo posto e il Professore al quarto. Sembra di
ritornare alle vecchie logiche del proporzionale, quando con lo 0,87
per cento si condizionava la vita di un governo e si portavano a casa un
paio di ministri. Ma Monti non è Forlani. Il Professore è un bocconiano che
“capisce qualcosa di economia, ma che per il resto è un grande
asino”, parola di Carlo Freccero.
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