È un
genio. Diciamolo. Prendiamone atto e andiamo avanti. Ma quale voto di
scambio! Ma quale stagione dei saldi della politica! Ma come si può
paragonare Silvio a Domenico Zambetti? È vero, il Capataz è
abituato a monetizzare tutto: l'amicizia, l'amore, la fedeltà, la
giovinezza, il lifting e il peeling, la sede del Pdl e un posto nel
listino di Formigoni. In cambio di pilu, offre danè e carriera
politica, di frequenze televisive candidature sicure e un monolocale
alle Cayman. Silvio deve pagare, perché è l'unico modo che ha di non
essere costretto a ringraziare... dopo il favore o la prestazione.
Uno dice: “Silvio paga perché i soldi li ha”. E ci mancherebbe
altro. Ci piacerebbe sapere come li ha fatti ma non importa, questa è
una curiosità destinata a finire in una tomba, magari quella di
Marcello Dell'Utri. Non solo Kossiga ha avuto il privilegio di
chiudere intere pagine della Storia italiana chiudendo gli occhi. Ma
quello di ieri è stato un colpo di genio assoluto, una trovata che
ha scompaginato la campagna elettorale semplicemente con una cazzata
di proporzioni interplanetarie: restituire agli italiani i soldi
versati per l'Imu sulla prima casa. E da bravo
illusionista-incantatore di anime povere, Silvio ha raccontato agli
italiani anche come avverrà la restituzione, ennesimo colpo di genio
degli sceneggiatori di Distretto di Polizia: “Riceverete a casa una
lettera firmata dal nuovo ministro dell'Economia e lo Sviluppo, cioè il
sottoscritto, che vi dirà di andare all'ufficio postale più vicino
dove, presentandovi alla cassa, vi verrà restituita per intero la
somma pagata per l'Imu. Se, ad esempio, avete pagato 1200 euro, vi
verranno restituiti 1200 euro in contanti, o vi verranno versati sul
conto corrente o sulla PayPal”. Non potendo stabilire, ora, quanti
italiani abbiano creduto a questa palla (tanti, sicuramente), ci
hanno sconvolto le reazioni dei competitor di Silvio. Bersani: “La
solita demagogia, il solito populismo”. Mentre il Professore, dando
ragione a Maurizio Crozza che gli ha dato dell'”asinello”, ha
paragonato Berlusconi all'armatore partenopeo Achille Lauro il quale,
in piena campagna elettorale, era solito dare una scarpa destra ai
potenziali fans e consegnare la sinistra ad elezione avvenuta. La
differenza è che il miliardario napoletano le scarpe (o i chili di
spaghetti) le comprava con i suoi soldi mentre Silvio, che è un
tirchio della madonna, si compra i voti degli italiani con i soldi
degli italiani stessi. Inarrivabile. Ci scommettiamo gli stanchi
attributi, che Longo e Ghedini hanno lavorato come matti, prima di
dare il via libera a Silvio per la sua proposta-chockingblue. Il rischio che
qualcuno potesse accusarlo di voto di scambio era molto forte. Ma,
alla fine, si sono resi conto che non ci può essere voto di scambio,
soldi in cambio di voti, se i soldi appartengono agli stessi che lo voteranno. Per cui resta una cazzata colossale e basta, una
paraculata berlusconiana nella quale, purtroppo, in molti cadranno
ancora. Non siamo profeti di sventura, ma lo abbiamo detto e diciamo
da sempre: chi crede che Silvio sia morto non ha capito una mazza.
Occhio al 25 febbraio. Corriamo il rischio di ritrovarci una mattinata uggiosa.
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