A Bobo
Blues i condoni non piacciono. Se tombali, poi, sente un fastidioso
attacco di ulcera che gli sale direttamente dallo stomaco e arriva al
cervello. Non avverte lo stesso fastidioso sintomo, il nostro Bobo
Blues, quando si parla di quote latte. Ma si sa, la Lega ama il
latte, seconda bevanda preferita dopo la birra. Questa mattina, a
Radio Anch'io, il segretario della Lega ha bocciato senza appello la
proposta berlusconiana di condono tombale. Prima ha detto che il
condono non è previsto nel programma comune Lega-Pdl, poi ha
riaffermato che, per combattere l'evasione fiscale, occorre agire
stanando i “centri di interesse” che la provocano. E quando si
parla di “centri d'interesse”, a Silvio viene immediatamente
l'orticaria, portatore com'è, di interessi insani suoi e delle sue
cricche, che farebbero inorridire qualsiasi codice penale di ogni
parte del mondo. Ormai Silvio è condannato a rilanciare ogni giorno,
come il giocatore di poker che tenta di rifarsi, mentre sprofonda
ancora di più nel non senso della sua sfrenata ludopatia. A questo
punto ci aspettiamo di tutto, che moltiplichi i pani e i pesci, che
trasformi l'acqua in vino e che, avvolto da una luminosità da raggio
laser, cammini sulle acque. Ridare la vita a un cieco (magari
travestendo da non vedente Brunetta), l'udito a un sordo (parte
adattissima a Scajola) e un po' di brio a un impotente (madonna
quanti ce ne sono!), i miracoli che gli restano nel tascapane, gli
altri li ha sperimentati e descritti minuziosamente, tutti. Resta il
fatto che a ogni sparata, lo spread sale e la Borsa di Milano
registra segni negativi uno dietro l'altro. Dicono che sia colpa
delle barzellette di Silvio ma non solo, gli analisti internazionali
temono che qualcuno ancora gli creda.
La
conferenza stampa di ieri di monsignor Vincenzo Paglia, per anni alla
Comunità di Sant'Egidio e attualmente presidente del Pontificio
consiglio per la famiglia, ha fatto scalpore. Diciamolo chiaramente,
non se l'aspettava nessuno. In un amen (è il caso di dirlo), mons.
Paglia ha aperto ai diritti dei gay (ma non al matrimonio), e ridato
un lume di speranza ai cattolici divorziati ai quali, fino a ieri,
era negato l'accesso all'eucaristia. Ha detto il monsignore: “No
alle nozze gay, ma sì al riconoscimento dei diritti per le coppie di
fatto e omosessuali, secondo il Codice civile, e all'ammissione dei
divorziati risposati alla comunione”. Ora, non volendo farci
mancare quel pizzico di cinismo che spesso contraddistingue i nostri
pensieri, ci piacerebbe sapere cosa ne pensa delle aperture di mons.
Paglia l'altra Chiesa, quella che gli integralisti islamici ci fanno
una pippa. Ci piacerebbe sapere, altresì, se dopo questa uscita
(benedetta dal Papa in persona), Carlo Giovanardi continuerà a
professarsi cattolico o se opterà, anche lui come Depardieu, per la
richiesta di asilo politico a Putin. Tempi bui e grami si prospettano
per il Torquemada emiliano. Finita la sponda offerta in anni di
oscurantismo pseudo-cattolico dalla Chiesa, Giovanardi dovrà, come
si dice, riposizionarsi, trovare una corrente di pensiero che
avvalori e sostenga le sue tesi a favore dell'omofobia e contro le
droghe leggere, i matrimoni gay, i divorziati, i separati, i
conviventi, le mignotte non olgettine, i gatti neri, i barboncini, i
gufi, le streghe dei sabba, Harry Potter, Candy Candy e quella vacca
di Nonna Papera che irretisce da anni Ciccio con la torta di mele. Ha avuto,
il Carlo Emiliano, un primo contatto con l'ambasciata della
Repubblica Islamica dell'Iran a Roma. Ma la risposta di Ahmadinejad,
tarda a venire. Oh, se tarda...
Quella vacca di nonna papera è un must...
RispondiEliminaCarlo