In
tutte le scuole di ogni ordine e grado del mondo c'è la classe, o
meglio, la sezione degli asini. Quando andavamo a scuola noi, era la
“C”. Rappresentava il meltingpot di ogni sottogenere (a detta dei
professori e del preside) umano. Era piena di rompipalle, asini
certificati e quelli di risulta, ripetenti, oppositori, orfani del
'68 sprovvisti, oltretutto, di pedigree sociale: niente figli di
medici, avvocati, notai, farmacisti, impiegati statali e preti. La
nostra era la “B”, un gradino sotto la “A” ma solo per lo
stretto ordine alfabetico, perché in termini di merito eravamo
nettamente superiori. In questa nazione straziata dall'insipienza, la
sezione degli asini è la “I” come Italia, da sempre
sovraffollata peggio delle carceri, da sempre coacervo di figuri che
invece di studiare pretendono di insegnare, arroganti manco poco come
tutti gli ignoranti. La sezione “I” è quella che si riconosce
immediatamente perché all'entrata ci sono i vigili urbani a regolare
il traffico; gli studenti, che non conoscono né la destra né la
sinistra, si rendono infatti protagonisti di frontali leggendari. Ma
conosciamone qualcuno partendo dalle storie di questi giorni. Come si
sa, la legge di stabilità sta procurando una serie di mal di pancia
che non è possibile curare con una endovena di camomilla. Il primo
risultato è stato quello delle dimissioni di Mario Monti dalla sua
intuizione politica, Scelta Civica. Scippare le creature degli altri
va di gran moda, a tutti i livelli e a ogni latitudine. Io invento,
curo, faccio crescere (sputandoci lacrime, sangue e lavoro) una
creatura o un progetto e arriva un tizio La Qualunque che, investito
chissà da quale potere sovrannaturale, fa del tutto per scipparmi il frutto di anni di
lavoro fino ad appropriarsene sfacciatamente. Ne sa qualcosa Bill
Gates ma non siamo a questi livelli. Dopo giorni di incontri neppure
troppo segreti con il suo ex padrone Mastro Silvio, Mario Mauro
ministro della difesa ed esponente di spicco di Scelta Civica, fa
sottoscrivere a 11 parlamentari del partito un documento di pieno e totale
appoggio al governo, dopo che il presidente e fondatore, sulla legge di stabilità,
ne aveva dette di cotte e di crude. Il risultato è stato che Mario
Monti, purtroppo, si iscriverà al gruppo misto. Essendo senatore a
vita non avremo il piacere di vederlo uscire dalla porta principale
di Palazzo Madama.
Stefano Fassina, che non abbiamo ancora capito
dove abbia preso la laurea in Economia, magari per corrispondenza
alla Radio Elettra, sta per lasciare il governo. Sembra che durante
la discussione su come impostare la legge di stabilità, in Via XX
Settembre non se lo filassero proprio. E infatti, mentre Saccomanni
discuteva con i tecnici, lui era nello stanzino a fare le fotocopie.
“Io non mi dimetto per la legge di stabilità ma per la mancanza di
collegialità nel governo”, ha detto Fassina con le lacrime agli
occhi assaporando un lecca-lecca alla fragola.
I falchi del Pdl sono
tornati al lavoro e hanno stroncato la ex finanziaria accusandola di
tassazioni nascoste. Insomma, gli alleati di LettaLetta stanno
facendo a pezzi il governo e lui che fa? All'uscita dallo Studio
Ovale dichiara: “Che me ne frega a me della fiducia di Bondi, oggi
ho incassato quella di Obama”, che notoriamente siede sugli scranni
di Montecitorio e vota nel parlamento italiano a nome del popolo
americano.
Ma
i più grandi di tutti sono come sempre Renato Brunetta e Beppe
Grillo. Il primo è riuscito ancora una volta a rendere un servizio
della madonna al suo capo. Nel momento in cui si presentano le nuove
stagioni televisive (e si fanno i contratti pubblicitari), Renatino
ha messo sotto accusa Fabio Fazio e tolto dal caricatore di Mamma Rai
due cartucce dum-dum, Maurizio Crozza e Roberto Benigni, che
avrebbero spostato di parecchio il bilancio a favore della tivvù di
Stato. Mediaset, in crisi nera di creatività, avrà così
l'opportunità di farsi ancora valere sul mercato della pubblicità
non per merito proprio ma degli scherani del Cavaliere, un immenso
conflitto di interessi che continua e continuerà sempre. Curzio
Maltese su Repubblica, ci ricorda gli ingaggi di Beppe Grillo quando
era il comico di punta della Rai. All'epoca, una comparsata a Sanremo
gli fruttava la bellezza di 380 milioni di lire a serata, che
paragonati allo stipendio di un operaio, gridavano vendetta al
cospetto della santa trinità. Beppe dimentica facilmente, come tutti
gli italiani vittime della sindrome di Berlusconi, e si getta lancia
in resta nella pugna per dire che il milione e ottocento milioni di
euro all'anno a Fazio sono un insulto. A parte che secondo noi Fabio
Fazio starebbe bene solo nella guardiola degli studi Rai di Corso
Sempione ma, fatti quattro conti, sembra che la sua trasmissione si
autofinanzi davvero con la pubblicità, cosa che non avveniva ai
tempi di Beppe, quando a pagare erano solo i contribuenti. Ma che
bella scuola, ma che sezione di asini, ma che compagnia di guitti!
PS
L'Innominabile lo trattiamo un po' di sguincio, non vorremmo
incorrere in qualche reato. La Corte d'Appello di Palermo ha
stabilito che lui e Mancino devono testimoniare al processo sul
“trattatuni”. “Fateci vedere le carte”, hanno detto dal
Palazzo più alto della politica italiana del quale non si può fare
il nome.
I Giovani se usassero il loro cervello filtrando i fatti della vita quotidiana arriverebbero ha capire che
RispondiEliminaNon c’è nessuna differenza fra ( Democrazia fascismo e Comunismo)
Sino a che nel Mondo prevarrà la cupidigia
il Popolo sarà Sempre sfruttato dalla classe dominante.
La differenza ci sarà quando il credo delle forze Politiche
Si completerà fondendosi ha formare un solo credo ( EGUAGLIANZA SOCIALE)
Ps Le stagioni della vita passano in fretta
i sogni di gioventù come le foglie cadono nello scrigno dei ricordi
il tempo passa Ti ritrovi vecchio con i tuoi ricordi
apri lo scrigno e ti accorgi che è vuoto
Come le foglie d’autunno il vento li ha portati con se
I SOGNI sono solo Fantasie di gioventù che la realtà della vita ha ucciso
L’unico SOGNO reale che ci appartiene è il risveglio della natura in primavera. VITTORIO