Capire
cosa c'è nella pancia della gente. In venti anni di berlusconismo d'assalto, è profondamente cambiato il modo di leggere i sondaggi e di
conseguenza, il modo in cui si commissionano. Per cui alle agenzie
(che pur di guadagnare non troverebbero affatto disdicevole chiedere
ai testimonial se preferiscono la carbonara con la cipolla oppure
no), invece di sondare cosa c'è dentro la testa degli italiani, in
poche parole come la pensano, viene chiesto di indagare più a fondo,
di capire quali sono i segreti inconfessabili dei cittadini. Il
quadro che ne viene fuori è quello di una popolazione
“discretamente” razzista, “silenziosamente” omofoba,
“fortemente” giustizialista”, perfino troppo cosciente
nell'assumere in sé il concetto di “farci guidare va bene ma non
troppo”. Silvio, in venti anni di potere quasi ininterrotto, ha
fatto della lettura dei sondaggi pubblicizzabili e non, il suo
spirito guida. Rispondere con le parole (perché farlo con i fatti
cambia completamente la visione) alla pancia degli elettori, è stato
il suo imperativo categorico. Siamo convinti che nessuna delle prese
di posizione di Silvio sia stata la conseguenza delle sue idee, ma
solo un modo di rispondere al popolo elettore che poi, nel segreto
delle “gabine”, lo avrebbe votato. Per cui, a parte i
provvedimenti ad personam e ad aziendam, tutto il resto è stata solo
una volgare captatio benevolentiae che è partita da un presunto
essere cattolico strenuo difensore della fede, e terminata con l'odio
nei confronti degli omosessuali di alcuni dei quali è per altro
amico. Considerato che questo profilo politico definibile in una sola
parola, “populismo” gli fa guadagnare ancora 7 milioni di voti,
c'è stato chi ha cominciato a pensare che la strada tracciata da
Silvio fosse quella giusta. Non evadendo tasse e non scopando come
mandrilli dell'artide ai quali il freddo procura erezioni 24hours,
Beppe Grillo e Matteo Renzi cercano di presentarsi al popolo come
interpreti fedeli e coerenti del malpancismo nazionale. Quindi,
siccome la maggioranza degli italiani è nell'intimo “discretamente” razzista, abolire il reato di clandestinità non
si può. Basta andarsi a rivedere uno dei comizi fiume di Beppe-Fidel
per rendersi conto che il tema dell'immigrazione non è stato manco
sfiorato, figuriamoci affrontato. E se qualcuno prova a chiedere a
Grillo cosa ne pensa dello ius soli, il comico risponde:
“Parliamone”. E se due suoi senatori si fanno promotori
dell'abolizione del reato di clandestinità, lui li sconfessa
pubblicamente a mezzo post, controfirmato dal teorico di Gaia,
prossimo socio del Club Bilderberg. “Erodere l'elettorato altrui
facendo leva sulle sensibilità più nascoste” è, quindi,
diventato l'obbligo istituzionale, una volta preso il potere
democraticamente, si potrà discutere di tutto. Lo ha capito, alla
grande, Matteo Renzi che ormai parla solo dopo aver letto i sondaggi
commissionati all'uopo. Per cui, siccome la maggioranza silenziosa
degli italiani è contraria sia all'indulto che all'amnistia (visto
che l'ultima è stata fatta sette anni fa e il prodotto non è
cambiato), dice a Bari che sono “una cretinata”. Poi, dal momento
che sarà pur vero che ci piace farci guidare ma fino a un certo
punto, si permette di affermare: “Il presidente della repubblica
ha, all'interno delle sue prerogative, inviato un messaggio lungo e
circostanziato alle camere. Il ruolo di un partito dovrebbe essere
quello di rispondere all'invito di discuterne e non quello di
appiattirsi acriticamente su quelle posizioni”. Insomma, va bene
che l'Innominabile invii messaggi, però è anche nel diritto dei
partiti confrontarsi e non chinare il capo e dire: “Lo ha detto
lui”. Ma Matteo è furbo come una cotta e, se da una parte,
parlando di immigrazione, toglie un po' di credibilità alle sue
posizioni di destra, se ne riappropria immediatamente cavalcando i
temi dello “svuota-carceri” e dell'antipatia che da sempre il
popolo di destra ha nei confronti di Colui che siede sulla
poltrona più alta del Colle. La politica, per concludere, la fanno
quindi i sondaggi che riescono a leggere e ad interpretare i segreti
più intimamente nascosti di un popolo di ex elettori trasformati
scientificamente da Silvio in clienti affetti da shopping compulsivo.
Lo ha detto anche Bobo Blues Maroni: “Grillo può provare a fare il
razzista come noi, ma ne deve mangiare di 'dagli al negher'”... Poi
qualcuno si meraviglia se stiamo con Landini e Rodotà.
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