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martedì 29 ottobre 2013

Il ricattatuni di Berlusconi. Tranquillo Silvio, lo scriveranno anche i libri di Storia

Silvio "Stevie" Berlusconi
"Il voto sulla mia decadenza sarebbe una macchia sulla democrazia italiana destinata a restare nei libri di storia: il leader di centrodestra escluso così, con una sentenza politica che è il contrario della realtà, perché non si riesce a batterlo nelle urne...” . Il concetto di realtà per Silvio è sempre stato un optional. Lui non è vissuto sulla terra, percorso i nostri sentieri, respirato la stessa aria, bevuto la stessa acqua. Berlusconi ha sempre navigato in un mondo tutto suo, un macrocosmo che si è costruito e inventato di sana pianta durante l'intero corso della sua permanenza su questo pianeta. Profeta del tutto e del suo contrario, ha avuto con la gente un feeling che gli ha consentito di spadroneggiare per un ventennio, quintuplicando il suo capitale personale ma impoverendo mezza nazione. Invece di un balcone ha utilizzato la televisione; invece delle gracchianti radio dell'Eiar le voci dei suoi innumerevoli servi, maggiordomi, nani e ballerine. Silvio è stato l'uomo del pensiero fugace, dei sempreverdi in autunno, dei gabbiani affamati, delle falene impazzite, delle autobiografie di Mino Reitano e di Mike Buongiorno. Dicono che a tempo perso abbia letto Elogio della Follia del suo compare Erasmo, ma soprattutto i Diari di Benito Mussolini, anche se nell'edizione tarocca di Marcello Dell'Utri. I giudici di Milano, quelli della Corte d'Appello che hanno sancito la sua interdizione biennale dai pubblici uffici, lo hanno scritto chiaro e tondo: “Il ruolo pubblicamente assunto dall’imputato, non più e non solo come uno dei principali imprenditori incidenti sull’economia italiana, ma anche e soprattutto come uomo politico, aggrava la valutazione della sua condotta”. Il fatto è che del suo ruolo di “uomo politico” Silvio ha fatto scempio, un precedente unico in Europa perché nel resto del mondo ne abbiamo viste di peggiori. E ora, a conclusione di una vicenda che si sarebbe dovuta chiudere nel momento stesso in cui la Cassazione ha pronunciato il verdetto di condanna nei suoi confronti, Silvio ricatta impunemente e stavolta senza alibi né circonlocuzioni. È stato chiarissimo: “O resto in Senato o cade il Governo”. Punto. Senza possibilità d'appello. Il Pd, invee di reagire mandandolo dove dovrebbe andare perché sa benissimo dove dovrebbe andare, sta cercando di fare del tutto per trovargli un'altra sponda, e a cominciare da Renzi che: “Berlusconi? Abbiamo parlato per vent'anni di Berlusconi, ora basta”. Il Sindaco sa che se vuole acchiappare qualche voto dalla destra non può sparare contro Silvio, altrimenti corre il rischio di restare impallinato dalle sue stesse parole. Che personaggio il Renzi! Più lo sentiamo parlare e meno capiamo di quale partito stia ragionando ma soprattutto di quale paese vaneggia, visto che parla di sogni e di “mentalyst” come nell'imitazione straordinaria di Maurizio Crozza. Oggi l'ufficio di presidenza del Senato avrebbe dovuto decidere se adottare il voto palese o quello segreto per la decadenza di Silvio. Non si sa come, non si sa perché, tutto è rimandato a domani, quando finalmente il senatore del Trentino, Zeller potrà raggiungere Roma, magari in autostop. Sta andando in onda, nemici del Pdl, il più grande ricatto, lo potremmo definire “ricattatuni”, della repubblica, e state tranquilli i libri di Storia lo scriveranno a caratteri cubitali, dando in aggiunta e gratis, il suo giudizio definitivo sul significato di "pezzenti".

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