Silvio "Stevie" Berlusconi |
"Il
voto sulla mia decadenza sarebbe una macchia sulla democrazia
italiana destinata a restare nei libri di storia: il leader di
centrodestra escluso così, con una sentenza politica che è il
contrario della realtà, perché non si riesce a batterlo nelle
urne...” . Il concetto di realtà per Silvio è sempre stato un
optional. Lui non è vissuto sulla terra, percorso i nostri sentieri,
respirato la stessa aria, bevuto la stessa acqua. Berlusconi ha sempre navigato in un mondo tutto suo, un macrocosmo che si è
costruito e inventato di sana pianta durante l'intero corso della sua
permanenza su questo pianeta. Profeta del tutto e del suo contrario,
ha avuto con la gente un feeling che gli ha consentito di
spadroneggiare per un ventennio, quintuplicando il suo capitale
personale ma impoverendo mezza nazione. Invece di un balcone ha
utilizzato la televisione; invece delle gracchianti radio dell'Eiar
le voci dei suoi innumerevoli servi, maggiordomi, nani e ballerine.
Silvio è stato l'uomo del pensiero fugace, dei sempreverdi in
autunno, dei gabbiani affamati, delle falene impazzite, delle
autobiografie di Mino Reitano e di Mike Buongiorno. Dicono che a
tempo perso abbia letto Elogio della Follia del suo compare Erasmo, ma
soprattutto i Diari di Benito Mussolini, anche se nell'edizione
tarocca di Marcello Dell'Utri. I giudici di Milano, quelli della
Corte d'Appello che hanno sancito la sua interdizione biennale dai
pubblici uffici, lo hanno scritto chiaro e tondo: “Il
ruolo pubblicamente assunto dall’imputato, non più e non solo come
uno dei principali imprenditori incidenti sull’economia italiana,
ma anche e soprattutto come uomo politico, aggrava la valutazione
della sua condotta”. Il fatto è che del suo ruolo di “uomo
politico” Silvio ha fatto scempio, un precedente unico in Europa
perché nel resto del mondo ne abbiamo viste di peggiori. E ora, a conclusione
di una vicenda che si sarebbe dovuta chiudere nel momento stesso in
cui la Cassazione ha pronunciato il verdetto di condanna nei suoi
confronti, Silvio ricatta impunemente e stavolta senza alibi né
circonlocuzioni. È stato chiarissimo: “O resto in Senato o cade il
Governo”. Punto. Senza possibilità d'appello. Il Pd, invee di
reagire mandandolo dove dovrebbe andare perché sa benissimo dove
dovrebbe andare, sta cercando di fare del tutto per trovargli
un'altra sponda, e a cominciare da Renzi che: “Berlusconi? Abbiamo
parlato per vent'anni di Berlusconi, ora basta”. Il Sindaco sa che
se vuole acchiappare qualche voto dalla destra non può sparare
contro Silvio, altrimenti corre il rischio di restare impallinato
dalle sue stesse parole. Che personaggio il Renzi! Più lo sentiamo
parlare e meno capiamo di quale partito stia ragionando ma soprattutto
di quale paese vaneggia, visto che parla di sogni e di “mentalyst”
come nell'imitazione straordinaria di Maurizio Crozza. Oggi l'ufficio
di presidenza del Senato avrebbe dovuto decidere se adottare il voto
palese o quello segreto per la decadenza di Silvio. Non si sa come,
non si sa perché, tutto è rimandato a domani, quando finalmente il
senatore del Trentino, Zeller potrà raggiungere Roma, magari in
autostop. Sta andando in onda, nemici del Pdl, il più grande ricatto,
lo potremmo definire “ricattatuni”, della repubblica, e state tranquilli i libri di Storia lo scriveranno a caratteri cubitali, dando in aggiunta e gratis, il suo giudizio definitivo sul significato di "pezzenti".
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