Stavolta
Luciano Violante non ha avuto il coraggio di dire che i morti sono
tutti uguali, forse perché non c'è in ballo nessun inciucio: tutto è compiuto (come scrive San Giovanni nel suo Vangelo). In verità, non lo hanno detto neppure Maurizio
Gasparri e Ignazio La Russa. Che differenza ci sia fra i torturatori
di Salò e il boia Priebke non lo sapremo mai, però i repubblichini
sono morti da rispettare, mentre la salma di Priebke poteva anche
finire in una discarica. E l'umana pietas? E lo spirito di
riconciliazione? E il perdono cristiano? Che diavolo di fine hanno
fatto, visto che perfino il Vicariato Romano si è rifiutato di
celebrare i funerali del boia?
In compenso ci hanno pensato i
filo-nazi dei preti neri lefebvriani, riabilitati nelle ampie e calde braccia
di Santa Romana Chiesa da Benedetto XVI.
La fregatura è che non
avevano fatto i conti con la popolazione di Albano la quale, appresa
con sgomento la notizia che le esequie dello sparatore alla nuca di
civili si sarebbero tenute proprio nel loro comune, hanno dato fuori
di testa. Il bello (o ridicolo) di tutta questa sporca storia è
che, alla fine, il rito non è stato celebrato perché il prete
incaricato, a un certo punto, si è tolto i paramenti e se n'è
andato. Sapete perché? Perché la popolazione di Albano in rivolta,
ha impedito ai familiari e alla ventina di neonazisti presenti sul
sagrato, di entrare in chiesa. E non è tutto, ai microfoni de “La
zanzara”, il prete nero-nero lefebvriano, Don Floriano Abrahamowicz,
incaricato delle esequie, ha detto: "Priebke era un mio amico e
lo considero un cristiano cattolico, un soldato fedele, unico caso di
innocente dietro le sbarre. E' uno scandalo come è stato trattato in
Italia, è stato perseguitato mentre si accolgono in modo dignitoso
gli immigrati a Lampedusa. E' una vergogna". Allucinante!
Forse Don Floriano
non sa che in Italia c'è un altro innocente che rischia di finire
dietro le sbarre, si chiama Silvio, ma questa è un'altra faccenda.
È
notte, e mentre stiamo scrivendo questo post, la situazione ad Albano
è ancora molto tesa. Nel pomeriggio, i neonazisti avevano reagito
agli insulti della gente lanciando sassi. Se avessero avuto in tasca
bombe a mano sarebbe stata una strage, ma anche questa è un'altra
faccenda.
Abbiamo letto che in Senato la commissione giustizia ha
dato il via all'introduzione del reato di negazionismo. Insomma, dire
che la Shoah è stata solo una manovra propagandistica delle potenze
demo-plutocratiche, sarà un reato. Hanno votato contro Carlo
Giovanardi (ma va là!) e il socialista Enrico Buemi. Ci chiediamo, a
questo punto, se lo sarà anche negare i valori della Resistenza o
affermare che i partigiani erano terroristi. Sarebbe una bella
tranvata per i fasci. Povero Maurizio e povero Ignazio, e povera
anche Giorgia (canterebbero Jannacci e Fo).
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