Ci
sono momenti nella vita di un uomo, nei quali è giusto rivoltarsi
contro il padre. Soprattutto se in ballo c'è l'amore della
madre/partito. Edipo ne sapeva qualcosa, 'O Shiattamuort è arrivato
dopo ma si sta attrezzando. Per ora muovendo timidi passi, fra un
po', chissà. Angelino Alfano ha innestato la retromarcia, ha
interrotto “aspettatamente” il suo coito preferito, quello con il
potere di risulta non avendo le palle per correre in proprio. Sapete,
c'è chi, arrivato a cinquant'anni, continua a nutrire nei confronti
del “padre” un sacro timore. Nonostante una vita autonoma, una
famiglia, magari l'amante e il pied-a-terre, vive il
rapporto con il padre in stato di totale asservimento, sviluppando una
personalità schizoide da essere umano pensante incompiuto. Angelino rientra in
questa casistica che comprende, ancora oggi, qualche milione di
malati cronici che neppure la morte del competitor porterebbe a
guarigione. Per chi ha il dono di interpretare le immagini e le
movenze del corpo umano in una condizione data, che Alfano non
aspettasse altro che una carezza di Silvio, per tornare a casetta
scodinzolando onde tener compagnia a Dudù, lo si era capito il
giorno del voto di fiducia al LettaLetta nel momento in cui Silvio
disse solennemente: “Voteremo sì”. Poco ci mancava che gli
scappasse una lacrima. E, avendo avuto in regalo dalla natura due
occhi che più espressivi di quelli che ha non si può, la luce che
apparve all'improvviso sul suo volto la diceva tutta su come sarebbe
finita la storia. È bastato che il “padre” dicesse in consiglio
di presidenza del Pdl che “Angelino sempre figlio mio è”, che il
figlio, quasi prodigo, decidesse di non chiedere la parte della sua
eredità e di restare in famiglia. Più che di calcolo politico, nel
caso dell'ex segretario del Pdl si può, e si deve, parlare di totale
mancanza di coraggio. Il padre morirà di morte naturale e lui lo
piangerà al 'capezzone' fino alla fine.
Il
Nipote (ce n'è solo uno non occorre specificare), l'ha presa
veramente male. Lo ha considerato uno sgarbo e una scortesia che lo
spingerà alla prossima riunione del G20, a mostrare la faccia
corrucciata e la bocca a culo di gallina. Come a chi? A Barack Obama
che ha, secondo il Nipote, una grave colpa: non averlo intercettato.
Mettiamoci nei suoi panni. Snowden dice che in Italia la Nsa ha
intercettato oltre 46 milioni di comunicazioni. Fra telefonate ed
email, una massa incredibile di dati è entrata nel database
dell'agenzia di spionaggio americana. Ebbene, non una telefonata né
una email di LettaLetta sono state intercettate. Quasi un delitto di
lesa maestà ma soprattutto l'esempio più facilmente e
scientificamente dimostrabile che il nostro premier non conta una
mazza. Proprio ieri sera, parlando con un nostro amico, abbiamo
deciso di verificare se siamo ancora spiati. Da domani
inizieremo a scriverci email piene di parole come “bombe”,
“tritolo”, “C2”, “C3”, C4” e “Semtex” e di frasi
senza senso. Poi descriveremo un piano d'attacco al cuore
dell'economia mondiale e, giacché ci siamo, come mettere del bourbon
nella lattina di Coca Light di George W. Bush per verificare se è
davvero astemio o racconta balle. Ancora, abbiamo deciso di inserire
(grazie a Google traduttore) termini arabi come “gnocca” e
“pilu”. Se dovessimo veder girare intorno a casa nostra i furgoni
della Fedex con un'antenna sul tetto, ebbene vorrà dire che siamo
ancora spiati. Ma il massimo sarebbe se in piena notte fossimo
svegliati da Sylvester Stallone, Arnold Schwarzenegger e Bruce Willis
che, oltre a massacrarci psicologicamente con la visione dei loro
film, ci torturassero per sapere tutto dei nostri rapporti con Al
Qaeda. Volete vedere che dopo questo post entreremo di corsa nel
database della Nsa che manco il presidente del consiglio?
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