È
bastato rientrare dalla porta di servizio al governo, che i
pidiellini tornano a cavalcare una vecchia hit, quell' “Editto
Bulgaro Rap” che non è solo una canzone ma un vero e proprio inno
di guerra. Inutile, se non sei con loro e ti seguono un fottio di
persone, non hai diritto di cittadinanza né in Mediaset né in Rai.
Di epurati nella Rai c'è un elenco lungo quasi quanto i morti di
Lampedusa, bambini esclusi. In Mediaset il discorso è più semplice
perché guardano il pedigree. E se non sei almeno un barboncino non
ti vogliono. Lo scazzo Fazio-Brunetta ha avuto come sempre un
seguito. A Brunetta, che ha una memoria da elefante e una sorta di
perpetua rivalsa contro l'umanità normale, non sono andati giù gli
applausi della “claque” dell'esangue Fabio Fazio. Forte del suo
linguaggio a “insulto reiterato e continuato”, l'ideologo del
tormentone per demolire le argomentazioni dell'avversario, è uscito
dalla sede Rai di Milano con un diavolo per capello, quindi tanti
capelli tanti diavoli. Tornato a Roma si è incontrato immediatamente
con i plenipotenziari del suo partito e lanciato la sfida: sul
compenso di Fazio occorre metterci mano e a Crozza niente Rai”. Sì,
perché l'altro comico genovese, terminata l'ultima serie su La7, dal
prossimo anno sarebbe dovuto passare alla Rai. L'odio profondo,
diremmo viscerale, che i pidiellini provano nei confronti dei comici
è inspiegabile, visto che ne hanno per capo assoluto uno che non è
manco il migliore. Però c'è da sottolineare come i vizi del partito
dell'amore e della libertà sia sempre lo stesso da venti anni. Si
chiamino Biagi, Santoro, Luttazzi, Travaglio o Dandini, quelli che
remano contro non devono apparire in tivvù, soprattutto se a
seguirli è qualche milione di persone che tentano affannosamente di
non farsi smerigliare il cervello. È ripartita la sfida perenne
contro i detrattori e i non allineati, contro coloro che la pensano
“diverso” e gli esponenti della libera comunicazione. Parliamoci
chiaro, di Fabio Fazio o di Maurizio Crozza a noi non frega una
solenne mazza, per quanto ci riguarda potrebbero anche lasciare il
video e andare a pescare cefali nel Mediterraneo, ma quello che non
si sopporta è il ritorno al clima di intolleranza totale dopo un
paio d'anni di calma apparente e qualche testa che, comunque, è
saltata. Tutto ciò non è ammissibile, soprattutto se l'accusa viene
mossa nei confronti di chi, pur guadagnando un barcone (immorale) di
soldi, paga le tasse fino all'ultimo centesimo e non è mai stato condannato a pene definitive.
Spettacolo
imperdibile ieri sera da Formigli. La direttrice della Padania, di
cui non ricordiamo il nome perché non ce ne frega niente, e un
blogger grillino-ortodosso, di cui non ricordiamo il nome perché non
ce ne frega niente, se le sono date di santa ragione e sapete perché?
Hanno fatto a gara per dimostrare alla “pancia” degli italiani
chi dei due è più razzista. Proprio così, leghisti e grillini
hanno litigato, in nome del 25 per cento dei voti, per dimostrare chi
di loro ha più in avanzata fase di incubazione il morbo del
razzismo. Oddio, mettersi a litigare con Borghezio, razzista dalla
culla, non ci è sembrato il caso, però qui sono in ballo milioni di
voti e un progetto politico che ha bisogno di croci sulla scheda elettorale come il bradipo
ubriaco del Venezuela della topa per non finire morto stecchito su un ramo e senza erede. Comunque la si voglia mettere,
quello di ieri sera è stato uno spettacolo vergognoso. Maledetta
mano destra (la nostra).
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