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martedì 15 ottobre 2013

Mamma li pidiellini! Guerra a Fazio e Crozza. E la Lega e Grillo litigano a chi è più razzista.

È bastato rientrare dalla porta di servizio al governo, che i pidiellini tornano a cavalcare una vecchia hit, quell' “Editto Bulgaro Rap” che non è solo una canzone ma un vero e proprio inno di guerra. Inutile, se non sei con loro e ti seguono un fottio di persone, non hai diritto di cittadinanza né in Mediaset né in Rai. Di epurati nella Rai c'è un elenco lungo quasi quanto i morti di Lampedusa, bambini esclusi. In Mediaset il discorso è più semplice perché guardano il pedigree. E se non sei almeno un barboncino non ti vogliono. Lo scazzo Fazio-Brunetta ha avuto come sempre un seguito. A Brunetta, che ha una memoria da elefante e una sorta di perpetua rivalsa contro l'umanità normale, non sono andati giù gli applausi della “claque” dell'esangue Fabio Fazio. Forte del suo linguaggio a “insulto reiterato e continuato”, l'ideologo del tormentone per demolire le argomentazioni dell'avversario, è uscito dalla sede Rai di Milano con un diavolo per capello, quindi tanti capelli tanti diavoli. Tornato a Roma si è incontrato immediatamente con i plenipotenziari del suo partito e lanciato la sfida: sul compenso di Fazio occorre metterci mano e a Crozza niente Rai”. Sì, perché l'altro comico genovese, terminata l'ultima serie su La7, dal prossimo anno sarebbe dovuto passare alla Rai. L'odio profondo, diremmo viscerale, che i pidiellini provano nei confronti dei comici è inspiegabile, visto che ne hanno per capo assoluto uno che non è manco il migliore. Però c'è da sottolineare come i vizi del partito dell'amore e della libertà sia sempre lo stesso da venti anni. Si chiamino Biagi, Santoro, Luttazzi, Travaglio o Dandini, quelli che remano contro non devono apparire in tivvù, soprattutto se a seguirli è qualche milione di persone che tentano affannosamente di non farsi smerigliare il cervello. È ripartita la sfida perenne contro i detrattori e i non allineati, contro coloro che la pensano “diverso” e gli esponenti della libera comunicazione. Parliamoci chiaro, di Fabio Fazio o di Maurizio Crozza a noi non frega una solenne mazza, per quanto ci riguarda potrebbero anche lasciare il video e andare a pescare cefali nel Mediterraneo, ma quello che non si sopporta è il ritorno al clima di intolleranza totale dopo un paio d'anni di calma apparente e qualche testa che, comunque, è saltata. Tutto ciò non è ammissibile, soprattutto se l'accusa viene mossa nei confronti di chi, pur guadagnando un barcone (immorale) di soldi, paga le tasse fino all'ultimo centesimo e non è mai stato condannato a pene definitive.
Spettacolo imperdibile ieri sera da Formigli. La direttrice della Padania, di cui non ricordiamo il nome perché non ce ne frega niente, e un blogger grillino-ortodosso, di cui non ricordiamo il nome perché non ce ne frega niente, se le sono date di santa ragione e sapete perché? Hanno fatto a gara per dimostrare alla “pancia” degli italiani chi dei due è più razzista. Proprio così, leghisti e grillini hanno litigato, in nome del 25 per cento dei voti, per dimostrare chi di loro ha più in avanzata fase di incubazione il morbo del razzismo. Oddio, mettersi a litigare con Borghezio, razzista dalla culla, non ci è sembrato il caso, però qui sono in ballo milioni di voti e un progetto politico che ha bisogno di croci sulla scheda elettorale come il bradipo ubriaco del Venezuela della topa per non finire morto stecchito su un ramo e senza erede. Comunque la si voglia mettere, quello di ieri sera è stato uno spettacolo vergognoso. Maledetta mano destra (la nostra).

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