Lo
abbiamo visto tutti. Inginocchiato davanti alle bare bianche dei bambini. Poi, con la faccia contrita, le mani giunte quasi per
una preghiera, gli occhi umidi e la voce semi-rotta dal pianto,
promettere davanti al Presidente della Commissione Europea, José
Manuel Barroso, solenni funerali di stato per le 373 vittime del mare
di Lampedusa e della balordaggine criminale degli scafisti. Lo
abbiamo visto e sentito tutti, LettaLetta, affermare, con il piglio
deciso della Giovane Marmotta che vuole arruffianarsi il Gran Mogol:
“L'iscrizione nel registro degli indagati per immigrazione
clandestina è un atto dovuto... però, vedrete, non ci saranno
conseguenze”. Li abbiamo visti tutti, LettaLetta e Barroso piegati
dal dolore nel raccontare di quel cadavere di giovane donna con il
bambino appena partorito, legato ancora alla madre dal cordone
ombelicale. Lo abbiamo sentito tutti, 'O Schiattamuort, invocare la
difesa armata delle coste italiane, come se la UE avesse un esercito
e, sancito dai trattati, ogni Stato membro non dovesse provvedere con
le proprie forze alla difesa delle sacre coste patrie. Poi, passato
il cordoglio, ripreso l'aereo di Stato per Roma, tutto è stato
dimenticato, tanto che quella conferenza stampa ci ha ricordato il
comizio di Cetto La Qualunque quando prometteva pilu pi tutti due
volte al giorno. Ma a quale razza di animali acquatici appartengono i
politici italiani? Ai tonni, ai cefali, ai paguri bernardi, alle
passere, alle vongole o forse alle cozze? Eh no, loro fanno parte
delle balene, ma non quelle azzurre che misurano 33 metri e pesano
160 tonnellate, quelle bianche, un po' più piccole ma parecchio
affidabili, quelle che nutrono i balenotteri spruzzandogli
direttamente in bocca il latte grasso. Perché il ragionamento è
semplice.
Chi mai ha potuto generare una stirpe di ipocriti
conclamati come quelli che ci sgovernano da venti anni e
continueranno a farlo per i prossimi venti?
Di cosa si sono potuti
nutrire questi famelici rappresentanti dei capi bastone dei partiti
se non di latte grasso? Così, dopo il cordoglio, arriva il
cordiglio, quello dei frati neri lefebvriani che hanno avuto
giustizia dopo aver urlato “Perché agli immigrati morti a
Lampedusa i funerali di Stato e al cattolicissimo Priebke niente?” Detto, fatto.
Niente funerali di Stato. La giustificazione? Si sono dimenticati,
proprio così, si sono dimenticati.
Ieri mattina, mogi mogi quatti
quatti, i militari della marina italiana hanno preso le bare in
stretto ordine numerico arabo (beffa del destino) e le hanno caricate
sulle navi per essere sepolte nei cimiteri siciliani che hanno dato
la disponibilità ad accoglierle. Non c'è stato nulla. Né una
preghiera per chi ci crede né una parola per chi ha della fede un
concetto diverso. Giusi Nicolini, la sindaca di Lampedusa e Linosa
(che donna, che palle!), intervistata ieri mattina da RaiNews24, ha
detto: “Io non voglio fare polemiche, per carità. Ci avevano
promesso i funerali di stato ma non è successo nulla. Dello
spostamento dei feretri ci hanno informato poco fa. Non abbiamo
potuto dare né l'ultimo saluto né fare un funerale di stato o neppure un semplice funerale di
paese”. Abbiamo cercato sui principali quotidiani italiani la
notizia. L'ha riportata solo il Fatto. RaiNews24, dopo il primo
lancio, ha taciuto. Nessun commento, come direbbe la sindaca: “Per
carità”.
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