Quando
lo liberarono per permettergli di trascorre la vecchiaia in casa,
venne accolto da uno striscione dei condomini dove c'era scritto:
“Buon Natale assassino”. Quando si presentò il nipote con una
bottiglia di champagne in mano per festeggiare il 90 compleanno, se
non fosse intervenuta la polizia, il giovane fringuello se la sarebbe
vista male, malissimo. Priebke, l'uomo del non-pentimento, del “io
ero un soldato”, quello che si diede alla fuga per non finire sul
banco degli imputati a Norimberga, è morto serenamente, e in pace
con la sua coscienza di assassino, a 100 anni. Nel suo testamento
spirituale (sic!) ha riaffermato che la shoah non è mai esistita
“Prove inventate”, dice Priebke. Come dargli torto? Lui è
cresciuto, combattuto e morto da ufficiale del Terzo Reich, per
quella svastica che non si è mai tolto neppure sotto la doccia.
Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma, ha
detto: "Non ha mai sentito l'esigenza di pentirsi. La strage
delle Fosse Ardeatine non ha riguardato solamente la comunità
ebraica, l'eccidio interessò tutta la città di Roma e i suoi
abitanti. Saranno gli angeli, quelle 335 vittime, che sapranno come
accoglierlo". Un vicino di casa invece ha detto: “Lui è morto
in un letto, 335 romani no”. C'è chi prova a farci credere che i
morti siano tutti uguali. Non lo sono, onorevole Violante, né lo
saranno mai, neppure dopo una profonda revisione del concetto di
morte.
Silvio
è disperato, il partito gli si sta squagliando sotto le mani e
l'aver optato per i servizi sociali non lo ha affatto
tranquillizzato. Da una parte si registra la netta presa di posizione
dei pidiellini governativi che, per bocca di 2232 hanno detto: “Va
bene Forza Italia, Berlusconi presidente, 'O Schiattamuort vice e una
linea moderata da destra europea moderna. Altrimenti il Pdl va avanti
da solo e gli altri ridaranno vita a Forza Italia”. I cosiddetti
lealisti, invece, voglio l'azzeramento delle cariche del partito, un
congresso a breve per contarsi e fuori dalle palle i governativi. Ci
vorrà tutta la forza di persuasione di Silvio-Timoshenko per tenere
unito un partito che di restare unito non ci pensa proprio. E ci
vorrà tutta la vocazione all'olocausto di Silvio che, partendo dal Binario 27 della stazione di Milano, teme di finire in galera il
giorno dopo la decadenza da senatore. Il reato commesso nella
corruzione del senatore De Gregorio lo contempla, l'arresto.
L'ideologo
dei FiveStars, il Chiaro Professor Paolo Becchi, ha firmato
l'impeachment per il presidente della repubblica. “Ha esercitato le
sue prerogative al di là dei limiti previsti dalla Costituzione, ha
snaturato il senso politico e morale della figura del Capo dello
Stato”. La richiesta del professor Becchi (che sembra la copia
sputata del dottor Jekyll dopo l'assunzione del farmaco bestiale), è
arrivata in un momento molto delicato della breve vita del M5S.
Sembra infatti più l'iniziativa per ricompattare un movimento
dilaniato dall'ultimo post del Duo di Piadena, Grillo-Casaleggio, che
una presa di posizione seria destinata a fare breccia e strada. Il
reato di clandestinità ha profondamente diviso i 5S e la
consapevolezza che le battaglie di Grillo sono state fatte spesso per
motivi elettorali e non per un reale convincimento politico, ha deluso i
giovani idealisti pentastelluti. Qualcuno dice che il Movimento, dopo
questo fatto, non sarà più lo stesso. Si attendono prossime,
violente, volgari espulsioni.
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