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sabato 12 ottobre 2013

I cazzeggi del sabato. Priebke, Silvio e l'impeachment del Re

Quando lo liberarono per permettergli di trascorre la vecchiaia in casa, venne accolto da uno striscione dei condomini dove c'era scritto: “Buon Natale assassino”. Quando si presentò il nipote con una bottiglia di champagne in mano per festeggiare il 90 compleanno, se non fosse intervenuta la polizia, il giovane fringuello se la sarebbe vista male, malissimo. Priebke, l'uomo del non-pentimento, del “io ero un soldato”, quello che si diede alla fuga per non finire sul banco degli imputati a Norimberga, è morto serenamente, e in pace con la sua coscienza di assassino, a 100 anni. Nel suo testamento spirituale (sic!) ha riaffermato che la shoah non è mai esistita “Prove inventate”, dice Priebke. Come dargli torto? Lui è cresciuto, combattuto e morto da ufficiale del Terzo Reich, per quella svastica che non si è mai tolto neppure sotto la doccia. Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica di Roma, ha detto: "Non ha mai sentito l'esigenza di pentirsi. La strage delle Fosse Ardeatine non ha riguardato solamente la comunità ebraica, l'eccidio interessò tutta la città di Roma e i suoi abitanti. Saranno gli angeli, quelle 335 vittime, che sapranno come accoglierlo". Un vicino di casa invece ha detto: “Lui è morto in un letto, 335 romani no”. C'è chi prova a farci credere che i morti siano tutti uguali. Non lo sono, onorevole Violante, né lo saranno mai, neppure dopo una profonda revisione del concetto di morte.
Silvio è disperato, il partito gli si sta squagliando sotto le mani e l'aver optato per i servizi sociali non lo ha affatto tranquillizzato. Da una parte si registra la netta presa di posizione dei pidiellini governativi che, per bocca di 2232 hanno detto: “Va bene Forza Italia, Berlusconi presidente, 'O Schiattamuort vice e una linea moderata da destra europea moderna. Altrimenti il Pdl va avanti da solo e gli altri ridaranno vita a Forza Italia”. I cosiddetti lealisti, invece, voglio l'azzeramento delle cariche del partito, un congresso a breve per contarsi e fuori dalle palle i governativi. Ci vorrà tutta la forza di persuasione di Silvio-Timoshenko per tenere unito un partito che di restare unito non ci pensa proprio. E ci vorrà tutta la vocazione all'olocausto di Silvio che, partendo dal Binario 27 della stazione di Milano, teme di finire in galera il giorno dopo la decadenza da senatore. Il reato commesso nella corruzione del senatore De Gregorio lo contempla, l'arresto.
L'ideologo dei FiveStars, il Chiaro Professor Paolo Becchi, ha firmato l'impeachment per il presidente della repubblica. “Ha esercitato le sue prerogative al di là dei limiti previsti dalla Costituzione, ha snaturato il senso politico e morale della figura del Capo dello Stato”. La richiesta del professor Becchi (che sembra la copia sputata del dottor Jekyll dopo l'assunzione del farmaco bestiale), è arrivata in un momento molto delicato della breve vita del M5S. Sembra infatti più l'iniziativa per ricompattare un movimento dilaniato dall'ultimo post del Duo di Piadena, Grillo-Casaleggio, che una presa di posizione seria destinata a fare breccia e strada. Il reato di clandestinità ha profondamente diviso i 5S e la consapevolezza che le battaglie di Grillo sono state fatte spesso per motivi elettorali e non per un reale convincimento politico, ha deluso i giovani idealisti pentastelluti. Qualcuno dice che il Movimento, dopo questo fatto, non sarà più lo stesso. Si attendono prossime, violente, volgari espulsioni.


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