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martedì 14 maggio 2013

Ilda Boccassini: “Berlusconi colpevole oltre ogni ragionevole dubbio”


Ieri, subito dopo la requisitoria della berjana procuratrice aggiunta di Milano, Ilda Boccassini, sulla nostra homepage di Facebook girava (prontamente rimosso) il link di una pagina di destrorsi allucinante nel titolo e nei commenti. In uno di loro, un coglionazzo con i capelli bianchi, accusava la magistratura di essersi affidata alle foto di Ruby realizzate con photoshop, per dimostrare inequivocabilmente, che la nipote acquisita per legge di Mubarak, si prostituiva. Ipotesi suggestiva, ma talmente fantasiosa, che perfino gli house organ di Silvio, non hanno mai preso in considerazione. Comunque, della richiesta di condanna formulata ieri dalla Boccassini, e dai successivi commenti, spiccano due fatti, due considerazioni che la dicono lunga sulla effettiva realtà processuale di una storia che ci ha fatto vergognare in tutto il mondo: sentirsi chiamare “bunga bunga” all'estero non è stato affatto piacevole. Il primo è che il procuratore aggiunto di Milano, ha introdotto nella requisitoria un tormentone: “Oltre ogni ragionevole dubbio”. Una formula molto americana ma che, nelle intenzioni della Boccassini, dovrebbe servire a scongiurare una eventuale assoluzione per insufficienza di prove. La Boccassini ha descritto un sistema di vita, oltre ogni ragionevole dubbio; un gruppo di persone che provvedevano con zelo al soddisfacimento delle esigenze sessuali del Capo, oltre ogni ragionevole dubbio; l'esistenza di una “rete del piacere”, che faceva capo a un casino in piena regola chiamato “Olgettina”, oltre ogni ragionevole dubbio: Ruby minorenne che si prostituiva e lo ha fatto, da minorenne, anche con Silvio Berlusconi, oltre ogni ragionevole dubbio; l'ingerenza di Silvio, allora presidente del consiglio, nel rilascio della stessa marocchina e l'affidamento, non ai servizi sociali, ma a complici compiacenti del Capataz, dopo che la ragazza era stata fermata per furto, oltre ogni ragionevole dubbio. Tutti questi “oltre ogni ragionevole dubbio”, Ilda Boccassini li ha tirati fuori per dimostrare in maniera inequivocabile, che due reati sono stati commessi e che, contrariamente a quanto riportato oggi sul Giornale e su Libero, la pm non ha richiesto la condanna dello stile di vita di Silvio, ma dei reati che ha commesso e che si chiamano “concussione” e “prostituzione minorile”. Continuare a dire che “uno vive come meglio crede, in un sistema liberale succede così”, come afferma Vittorio Feltri, è una verità assoluta, un presupposto che ci sentiamo di sottoscrivere totalmente, ma, egregio direttore, si può vivere secondo le regole di qualsiasi sistema di esistenza terrena purché non si commettano reati punibili dal codice penale di questa nazione, perché questa, come può capire, è un'altra storia, oltre ogni ragionevole dubbio. Il secondo fatto importante accaduto ieri, e oggi amplificato dai titoli dei giornali del Signore e Padrone, è che perfino i suoi più accesi sostenitori non hanno negato i fatti in sé, ma la pesantezza della richiesta di condanna. Ha iniziato Ghedini e hanno finito gli esimi direttori di cui sopra. Nessuno di loro ha detto che Silvio non ha avuto rapporti sessuali con Ruby, ma tutti hanno riscontrato una eccessiva durezza nella “interdizione perpetua dai pubblici uffici” e “sei anni da quella legale”. Solo Brunetta, con il coglionazzo della nostra pagina di FB, ha detto che è tutta una farsa e che Silvio è candido come un giglio. Ma Renatino, si sa, è fedele nei secoli dei secoli, proprio come un barboncino da salotto e poco più. Resta un senso di vergogna profondo. Resta il rammarico per un popolo che ha continuato (e continua) a sostenere e votare un signore che va con mignotte minorenni sapendo che lo sono (sia mignotte che minorenni) e che inventa le palle più colossali alle quali qualcuno fa finta di credere, ma qualcun altro ci crede davvero. Per carità, lontano da noi qualsiasi moralismo, ma già l'andare a puttane lo riteniamo un fatto privo di senso, anche se... ma con le minorenni no, tollerare gli abomini non è da società civile.

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