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lunedì 27 maggio 2013

Meno 16 per cento di votanti, la media nazionale. Il 19 a Roma. Questa politica ha cordialmente rotto le palle.

Non se ne può più. D'o' Schiattamuort che va da Fazio a rifilarci il pistolotto del matrimonio di interessi. Non se ne può più. Di un partito che per 20 anni non ha votato l'ineleggibilità di Silvio, tradendo la Costituzione. Non se ne può più. Di cabarettisti, imbonitori, democristiani redivivi, socialisti fumée, liberali in eterna crisi di identità, amici dei camorristi che, prima di essere eletti presidenti di commissioni parlamentari, vanno in carcere a rendere omaggio a Nick o' mericano. Non se ne può più. Di satiri malati e di profittatori di minorenni, manco fossero preti. Non se ne può più. Di orge con tanto di suore finte con reggicalze, spacciate per serate eleganti trascorse a bere gingerini. Non se ne può più. Di una destra che ha tradito tutti gli ideali della destra e di una sinistra che non lo è mai stata, di sinistra. Non se ne può più. Di medici obiettori di coscienza e di ragazze che ricorrono ancora, nel 2013, agli aborti clandestini e ai ginecologi obiettori in clinica, farraioli fuori. Non se ne può più. Di uomini che non sono uomini, ma solo proprietari delle loro donne quasi fossero un Suv a gasolio. Non se ne può più. Di uomini che se hanno il sentore che il loro Suv se ne sta andando per cazzi suoi, lo prendono a martellate fino a rottamarlo. Non se ne può più. Di una nazione che non rispetta il diritto all'amore di uomini e donne, di uomini e uomini, di donne e donne, perché l'amore è uno e non ha bisogno di nessuna legge né di benedizioni. Non se ne può più. Di vigliacchi che aggrediscono i diversi, neri, gialli, marroni, rossi e gay solo perché sono diversi. Non se ne può più. Dei richiami alla responsabilità degli altri, perché alla nostra ci pensiamo noi. Non se ne può più. Degli evasori fiscali che sottraggono per puro egoismo, alla comunità, il necessario per potersi definire civile. Non se ne può più. Del buonismo pacificatore di chi non ha mai condotto una battaglia in vita sua. Non se ne può più. Dei baciapile per convenienza, quelli che i ceri li lasciano ardere facendo scolare la cera sul corpo dell'amante assatanata. Non se ne può più. Dei vigliacchi, dei paurosi, di chi non ha il coraggio di dire la sua perché potrebbe far male a qualcuno e intanto annega nella perenne infelicità. Non se ne può più. Di chi in campagna elettorale promette e poi non mantiene, di chi dice “arrendetevi” e poi non punta neppure un manico di ombrello. Non se ne può più. Di chi farnetica sui rimborsi degli scontrini fiscali quando un pensionato al minimo saccheggia i cassonetti dell'immondizia. Per tutte queste ragioni, e parecchie di più, chi si sorprende che il 16 per cento degli elettori oggi, non è andato a votare, non capisce un cazzo di cosa sta succedendo in Italia. E se nella Capitale la percentuale degli astenuti raggiunge il 19 per cento, una ragione ci sarà: “la colpa è del derby” direbbe LettaLetta. Ma la colpa non è del derby, ma di una classe politica incapace di rappresentare le esigenze della gente, di starla ad ascoltare, di aiutarla quando sta affogando fra un mare di bollette scadute e un avviso di pignoramento di Equitalia. Il fetore di questo paese marcio, irrimediabilmente destinato a una fine ingloriosa, è entrato dappertutto: nelle stanze con gli stucchi dorati di Montecitorio e nelle baracche, nelle chiese e nei bar, nelle fabbriche e negli ospedali e sta diventando sempre di più insopportabile, intriso com'è dei miasmi della carcassa di una balena bianca spiaggiata. A volte ci piacerebbe che anche nei nostri mari navigasse una baleniera giapponese, una di quelle vere e proprie macchine da mattanza che solo i giapponesi sanno costruire. Ma nei nostri mari navigano solo gli yacht frutto di evasioni fiscali totali, di governatori di regione che trusciano tutto quello che possono trusciare, di calzolai con le suole sfondate, di gioiellieri che comprano oro a cifre da strozzini, di cravattari tout court convenzionati con le banche. Nei nostri mari non navigano più neppure i pescherecci, perché di pesce non ce n'è. Cazzo, si sono mangiati pure quello.

2 commenti:

  1. oggi davvero grande, Max ma... "trusciare" dove l'hai preso?
    il correttore di bozze

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  2. "Trusciare" deriva dal dialetto (nobile) aquilano. Significa "scroccare", "mangiare a sbafo", "fumare a sbafo" e via dicendo. Bellissima la definizione "trusciantibus", che di solito scappa dopo un buon mezzolitro rosso...

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