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domenica 5 maggio 2013

Michaela Biancofiore “simbol d'amore” e l'inno della DC. Quando il destino è scritto nel nome. E Miccichè: “Devo tutto a Silvio e a Dell'Utri”.


O bianco fiore, simbol d'amore,
con te la gloria della vittoria.
O bianco fiore, simbol d'amore,
con te la pace che sospira il cor!
Con te la pace che sospira il cor!
Queste sono le parole del ritornello dell'inno della Democrazia Cristiana che, voglia di purezza e castità, si intitola “ O Bianco fiore”. Come spesso accade quando si parla di questioni democristiane, perfino la paternità dell'inno è incerta e, non essendoci una mamma, questo capolavoro del patriottismo bacchetton-cattolico, rischia di entrare a far parte della categoria dei trovatelli. C'è chi dice che sia stato scritto da Dario Fiori nel 1906, un prete molto attivo all'interno dei sindacati bianchi, e che sia stato ripreso prima da don Sturzo per farne l'inno del Partito Popolare, poi da De Gasperi per quello definitivo della DC. C'è chi dice, invece, che “O Bianco fiore” sia stato scritto da un altro sacerdote, don Amilcare Berzieri che però, siccome fu sospeso a divinis, i grandi capi della Balena Bianca preferirono non citarlo. Siccome “O Bianco fiore” è un inno fracassone, una specie di marcetta che sembra scritta per coloni e braccianti ubriachi, a noi è venuto immediatamente facile il paragone con l'altra Biancofiore dei giorni nostri: Michaela che, purtroppo, non è né un inno né una semplice canzonetta. Nota omofoba, talmente nota che le sue battutacce sulle lobby gay hanno fatto il giro del mondo, nel momento in cui Silvio ha scelto le amazzoni per il governo LettaLetta, lei è stata la prima nominata, quasi una scelta obbligata dal fascino di quella cascata di capelli biondi che al Capataz piacciono moltissimo. Sensibile e prono a tutte le richieste di Silvio, dove l'ha sistemata quel volpino scudocrociato del presidente del consiglio? Ma alle Pari opportunità, cazzo, siam mica qui a cambiar l'olio del motore agli alianti! Apriti cielo. Tutte le associazioni degli omosessuali italiani si sono scatenate e, è bene segnalarlo, nella rivolta si sono inserite anche quelle riconducibili all'area di centrodestra. Dando la dimostrazione di essere una donna cazzuta, nel giro di trentasei ore ha rilasciato tre interviste nelle quali ha, prontamente e testardamente, ribadito le sue posizioni sui gay: “Si ghettizzano da soli, dentro le loro lobby, come fanno a pretendere una legge sull'omofobia? Pensassero piuttosto ai femminicidi delle ultime ore”. Troppo, anche per quel moderato ad libitum di LettaLetta, la Biancofiore è stata prontamente rimossa dal ministero delle Pari opportunità e allocata presso quello della Pubblica Amministrazione. Ora. Il guaio non è che Enrichetto l'abbia rimossa da quel particolare ministero, la cosa grave è che una nota omofoba faccia parte del governo. C'è una distonia di fondo alla radice, la chioma, anche se bionda, non c'entra una mazza. E che dire, ancora, di Gianfranco Miccichè, neo sottosegretario alla PA e alla Semplificazione, che nella prima intervista ha dichiarato: “Devo la mia rinascita a Silvio Berlusconi e a Marcello Dell'Utri”? Sperando, per lui, che il neo sottosegretario fosse sobrio quando ha detto la frase testé citata, resta la sgradevole sensazione che Dell'Utri, pur a rischio serio di galera, conti ancora tantissimo nel Pdl e che i contatti con i mammasantissima, siano ancora molti e importanti. Insomma, l'impressione è che il governo LettaLetta, pur con tanto così di pelo sullo stomaco e padrone della tattica DC detta di “Fabio Massimo”, venga sottoposto a ricatti continui. “Via l'Imu o il governo cade”; “Via libera a Silvio presidente della Circonvenzione degli italiani o cade il governo”; “La Biancofiore ancora dentro o cade il governo”; “La presidenza delle commissioni Giustizia e Telecomunicazioni al centrodestra o cade il governo”; “Niente patrimoniale o cade il governo”; “Niente legge sull'ineleggibilità o cade il governo”, “Niente reintroduzione del falso in bilancio o cade il governo” e poi, per finire, l'ultimo vergognoso ricatto fatto appena ieri. La neo-ministra Cecile Kyenge aveva appena dichiarato: “Farò del tutto perché venga riconosciuta la cittadinanza agli stranieri nati in Italia”, che dal Pdl è partito un fuoco di fila ad alzo zero: “Se passa questa legge cade il governo”. E che minchia! Facciamolo cadere questo governo, o no?

3 commenti:

  1. certo che ascoltare micicche' non solo cadono le palle ,ma viene proprio voglia di cagare, non ha un briciolo di istruzione e nessuna logica .
    la ALTOATESINA oltre che ignorante ,e' anche molto meno avvenente di quello che vuole fare credere .ragion per cui vi e' motivo di credere che anche i meno dotati intellettualmente possono accedere a tali posti.

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  2. Posso fare una domanda stupida? Ma come fanno quelli del PD (Letta a parte) a stare in un governo con un mafioso e una omofoba? Ne faccio un'altra. Come possono far insultare una loro ministra dopo che ha proposto la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia? Devo purtroppo darle ragione. Quando ho iniziato a leggerla le sue critiche al PD mi sembravano fuori luogo. Invece no, lei aveva perfettamente ragione.
    Marcello P.

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