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martedì 25 giugno 2013

Silvio come Brad: 7 anni (non in Tibet) e interdizione perpetua. Indagati per falso i 30 testimoni della difesa. È una Caporetto.

“... perché voi della sinistra siete invidiosi dei soldi di Silvio e ve li volete fregare mandandolo in galera. Vergognatevi”. Così, un milanese o ciento pe' ciento, originario di Molfetta, ha commentato la sentenza di primo grado del tribunale di Milano che condanna Berlusconi a 7 anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Poco più in là, sempre fuori dal tribunale, una signora si è presentata con un crocifisso al collo e la statuetta della madonna di Medjugorie fra le braccia, forse per dare spiritualmente una mano al Silvio perseguitato. Appena l'ha vista, un signore indignatissimo, l'ha apostrofata dicendole: “Ma che cazzo fai con la madonnina in mano? Ma non ti vergogni? Che c'entra la madonna di Medjugorie con un delinquente, porcod ...”. In Italia il folklore è sempre dietro l'angolo. Se ti distrai un attimo ti sommerge. Si è capito, vedendo i filmati girati davanti al tribunale subito dopo l'uscita della sentenza, perché Silvio continua ad avere una vasta popolarità e, soprattutto, 9 milioni di voti. Le parole che si sentono, sono quelle che si leggono sul Giornale e su Libero, e si ascoltano da Barbara D'Urso e Paolo Del Debbio. Sembra quasi che gli house organ del Capataz siano riusciti a “normalizzare” 9 milioni di cervelli, incapaci di andare oltre il semplicissimo meccanismo di accettazione acritica di balle mediatiche scientificamente studiate, proposte e reiterate in loop. Così, mentre non ci si può sorprendere delle sparate dei vari Gasparri, 2232-Cicchitto, Danielona Santanché, Ferrara che chiama per oggi pomeriggio a raccolta il popolo di destra a Piazza Farnese, Malan, Capezzone, Prestigiacomo, Carfagna, Brambilla, Biancofiore tutti rigorosamente a libro paga, quello che sconvolge è il giudizio di milioni di pensionati, cittadini per bene, nullafacenti e locatari in nero che per Silvio darebbero tre reni come Totonno Razzi. Certo che la corte di Milano non c'è andata morbida. Alla concussione acclarata, ha aggiunto la “costrizione” che, secondo i giudici, ha segnato l'intervento dell'allora presidente del consiglio presso la questura di Milano, quando ha “preteso” che Ruby venisse affidata alla consigliera regionale Nicole Minetti e non ai servizi sociali. La ragione è nota, Ruby era la nipote di Mubarak e si rischiava un incidente diplomatico. Comunque la si voglia mettere, la sentenza del Tribunale di Milano è una sentenza. Punto. Ci sono ancora due gradi di giudizio prima che abbia un seguito e che conduca, eventualmente, Silvio ad essere ospitato nelle patrie galere. Tutto questo spintonare, e dichiarare preventivamente guerra al mondo, è un mettere le mani avanti da giocarsi sul campo molto più complicato degli equilibri politici. La sentenza diventa, per assurdo, un'arma di ricatto a favore e non contro, perché viviamo in Italia e i machiavellismi sono all'ordine del giorno. Da altre parti Silvio avrebbe già preso un aereo per una destinazione sconosciuta ma dove non vige l'estradizione. L'arma di ricatto nei confronti del Pd assume le sembianze di leggi paracule, di provvedimenti elettoralistici ascrivibili ai pidiellini perché a breve si tornerà a votare, di una sorta di supremazia psicologica da “perdenti” che diventa valore assoluto. Guardate, tutto questo si potrebbe inserire in un trattato di alta psichiatria perché da noi, la politica ormai è diventata solo convivenza patologica, di socialità e di diritto di cittadinanza non c'è più nulla. Poi arrivano i “nobili d'animo”, i guerrieri della politica come arte, gli ideologici dei pifferi e i filosofi scoglionati e inizia la farsa. Cacciari: “Ma che senso ha questa condanna? Sette anni... interdizione perpetua... mah... Berlusconi deve essere battuto politicamente non per sentenza”. Suppergiù le stesse parole di Nichi Vendola e dei maggiorenti del Pd che da venti anni tentano inutilmente di battere Silvio alle elezioni, e se lo prendono sempre dove vola l'uccello Padulo. Silvio potrebbe anche essere battuto politicamente se, però, si giocasse ad armi pari. Siccome con chi detiene una potenza di fuoco mediatica come il Cavaliere, una battaglia ad armi pari non sarà mai possibile, cominciamo intanto a rispettare e a far rispettare le sentenze. Cominciamo a dichiararne l'ineleggibilità, perché l'eleggibilità non è un diritto che si acquisisce per usucapione, ma rispettando le leggi vigenti. E se le leggi dicono che chi usufruisce di concessioni pubbliche non può essere eletto, così ha da essere, altrimenti fanno bene i pidiellini a non rispettare la sentenza del tribunale di Milano. Purtroppo il problema è sempre questo, si conoscono i colpevoli, si sa chi sono i conniventi e chi per venti anni ha fatto finta di nulla. Altro che 101 zozzoni, questi sono 101 delinquenti matricolati. È morto Emilio Colombo. Beh, ciao. 

1 commento:

  1. chi vive giorni da leone (da 20 anni) è sempre lui. .. gli altri non si sono ancora accorti di fare le pecore.
    mario

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