Oddio.
Giacomo Stucchi, senatore della Lega, eletto presidente del Comitato
di controllo sui servizi segreti. A leggerla così sembra una
battuta, ma porco boia, mica lo è. A presidiare i cazzi di tutti gli
italiani, è stato chiamato il meno italiano di tutti. Uno della
repubblica padana, uno che vuole la scissione, uno di quelli che
dicono “ Oh il Nord!”, e raggiungono un orgasmo che manco con una
pasticchetta di Viagra da 100mg. Il Copasir a Stucchi della Lega è
come Dracula presidente dei donatori del sangue, Giovanardi majorette
al Gay Pride, Casini divorzista, Silvio amministratore delegato di un
orfanotrofio femminile, Bossi Premio Fair-Play 2013, il Trota
studente dell'anno: un assurdo in termini. Derubricato, nel momento
in cui sono andati al potere, il reato di insurrezione, i leghisti
dovrebbero essere oggi i garanti della correttezza dei comportamenti
dei servizi segreti, quelli che decidono di togliere il segreto di
stato dalle inchieste, quelli che vigilano sull'applicazione dei
codici sulla sicurezza nazionale, quelli che dovrebbero tutelare le
regole democratiche di una Costituzione che disprezzano. Finta
opposizione per volere di Silvio, e per giocarsi le presidenze delle
commissioni, la Lega torna a contare qualcosa grazie al perdurare del
patto scellerato fra il Pd e il Pdl, veri, unici gestori di questa
partita, insieme ai quattro gatti spelacchiati con la erre moscia di Scelta Civica. Al
M5S è andata finalmente la tanto agognata presidenza della
Commissione di Vigilanza sulla Rai. I grillini, a quanto sembra, non
si sono posti l'unica domanda possibile: ma se la Commissione
contasse davvero qualcosa, se fosse nelle condizioni di decidere
davvero il destino della Rai, ma il Pd e il Pdl felicemente uniti in
matrimonio, l'avrebbero data a loro? Però, appena insediato, Roberto
Fico ha immediatamente rilasciato una dichiarazione foriera di
battaglie campali: “Toglieremo la Rai ai partiti”, dimostrando di
non avere capito una mazza. Poi, toltosi il sassolino della
dichiarazione di guerra preventiva, ha pensato di andare a rompere le
palle a Dario Stefano, eletto presidente della Giunta delle Elezioni
e delle immunità del Senato. “Ora voglio vedere – gli ha detto Fico
agitando l'indice ammonitore – se metterai in calendario
l'ineleggibilità di Berlusconi”. In attesa di ritrovarci di nuovo
Minzolini direttore del TG1, staremo a vedere se il
rappresentante di Sel avrà davvero il coraggio di fare quello che Vendola ha
minacciato urlandolo a ogni vento: mettere all'ordine del giorno,
l'ineleggibilità di Silvio Berlusconi, detentore di concessioni
governative e, quindi, per legge, non candidabile né eleggibile.
Siamo convinti che Stefano lo farà, però in modo non “divisibile”,
soft, con un sibilo, una tastatina alle palle, uno sguardo verso la
torretta del Quirinale.
Non
abbiamo voluto affrontare subito la sentenza del processo per la
morte di Stefano Cucchi. Questo è un paese strano in cui, ormai è
assodato, le caste non sono solo quelle della politica. D'altronde
siamo la nazione delle corporazioni e degli albi di fascista memoria;
un dna duro da modificare. Abbiamo fatto bene ad attendere prima di
parlarne perché, nel frattempo, c'è stata la dichiarazione della
ministra della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, che ha detto: “Sono
una donna di istituzioni e non mi appartiene dare giudizi
sull'operato della magistratura. Alla sorella di Stefano Cucchi posso
solo esprimere solidarietà, una grandissima partecipazione perché
sono sicura che quello è un dolore che nessuno ha lenito”. Chi
vuole intendere intenda. Carlo Giovanardi compreso, che ha perso la
più grande occasione della sua vita per, finalmente, tacere.
PS - Parto e resterò fuori fino a lunedì. Ciao a tutti e non andate in crisi di astinenza.
PS - Parto e resterò fuori fino a lunedì. Ciao a tutti e non andate in crisi di astinenza.
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