Dice:
“Io sono uno Statista, mi consenta. Il governo potrebbe cadere solo
sull'Iva e sull'Imu”. Invece pensa: “Giorgio non mi protegge.
Enrichetto non mi dà la sua solidarietà e non ha permesso neppure
un piccolo emendamento per salvarmi il culo nel decreto-disastri”.
Dice: “Il governo è stabile, solido, l'unico possibile. Le mie
vicende giudiziarie non influiranno sul suo destino”. Invece pensa:
“Poffarbacco, lunedì c'è la sentenza Ruby; fra poco la Cassazione
sul 'Mediaset', che se va male mi becco cinque anni di interdizione.
E i miei alleati del Pd fanno finta di nulla”. E dice pure:
“Stavolta i sondaggi non sono affidabili. Andare a votare ora
sarebbe una tombola, mica è detto che vinceremmo. E poi ancora
larghe intese? Impossibile, arriverebbero i forconi a Palazzo
Grazioli”. Non è facile questo particolare momento storico per
Silvio Berlusconi I°, Imperatore di Arcore, Re di Villa Certosa,
Pro-Governatore di Saint-Lucia, Console Onorario Russo-Putiniano. Non
è facile perché i nodi dei processi stanno venendo al pettine, e la
fregatura e che lo stanno facendo tutti insieme: un delirio. Resosi
anche conto che la coppia di legali che lo ha seguito fino a ora,
Ghedini e Longo, è ormai guardata con odio viscerale in ogni tribunale
italiano e pure in quelli irlandesi, Silvio ha assoldato il pacioso
professor Coppi con l'unico scopo di trovare falle nei dispositivi
dei pm e Coppi, da questo punto di vista, è il migliore in assoluto.
Qualcuno potrebbe dire: “Ma allora Silvio ha deciso finalmente di
difendersi 'nei' processi?” Eh no! Coppi è l'ultima speranza di
far saltare il castello di prove inossidabili che i magistrati hanno
ormai costruito, usando il detonante dei cavilli. È un tentativo,
nulla più. Si può immaginare quindi, l'aria che tira a Palazzo
Grazioli e nella Villa Mausoleo di Arcore. Bondi, lasciato giorni e
giorni senza pappone; Bonaiuti, che ha iniziato a scrivere le sue
memorie invece dei comunicati stampa pro-Capo; Capezzone senza più
bonus cravatte; la Santanchè, ferma in sala d'attesa come una
Olgettina qualsiasi e senza il conforto del palo della lap-dance.
Vacanze amare quest'anno per Silvio. Tanto che per divertirsi un po',
ha richiamato Topolanek, almeno quello, pensieri o non pensieri, è
sempre in tiro.
Sono
giorni che un dubbio ci assilla. Ohibò, succede anche a noi. Come
qualcuno ricorderà, durante l'incarico-farsa a Piergigi 'o
smacchiatore Bersani, la chiacchiera che girava era quella che i
grillini avessero chiuso ogni porta a una eventuale collaborazione
con il Pd. Fin qui tutto chiaro e la diretta streaming con Bersani,
ne rappresentò in qualche modo la conferma. Crimi e la Lombardi
dissero in coro: “Mai e poi mai”. Sono giorni, però, che Grillo
va urlando che il Pd “da noi voleva solo numeri e non ci ha
offerto di entrare in nessun governo”. Questa frase, che se confusa
nel mare di parole che Grillo urla a ogni comizio non significherebbe
nulla, presa e contestualizzata in quel momento, il suo bel
significato lo ha. Secondo Grillo, il Pd (Bersani) pretendeva dal M5S
solo l'appoggio esterno al suo eventuale governo, senza alcuna
chiamata di responsabilità diretta dei 5S. Bersani invece, racconta
un'altra storia e cioè che i grillini, fin dal primo momento, hanno
detto di no a un governo a sua guida. Chi racconta la verità, chi
mente? E il fatto che non ci sarebbe stata nessuna offerta “diretta”
di partecipazione attiva al governo, quando e dove è stato
stabilito? In quale luogo segreto gli ambasciatori plenipotenziari
del Pd e del M5S, hanno discusso di presenze grilline nel governo? E
perché Bersani avrebbe detto di no, visto che la maggioranza, a quel
punto, sarebbe stata schiacciante? Pd-Sel e 5S avrebbero avuto i
numeri per governare, eccome! Il problema, allora, è un altro. La
questione è che i 101 Zozzoni come hanno affondato Prodi, avrebbero
silurato un eventuale governo tutto di sinistra e Bersani questo lo
sapeva. L'appoggio esterno sarebbe servito solo a tacitare
politicamente l'anima inciucista del Pd e a null'altro, anche se
siamo convinti che nel segreto del voto di fiducia... A quel
punto Grillo ha detto, giustamente, vaffanculo. È ciò che avremmo
detto noi. Solo in questo caso specifico, e per niente altro,
chiediamo scusa a Grillo, ci abbiamo messo un po', ma alla fine...
PS. Se è vero che i fatti si sono svolti in questo modo, rivolgiamo a Beppe il caldo invito di cambiare immediatamente comunicatori e di fare un corso accelerato anche lui stesso-se medesimo. E' assurdo che un uomo di spettacolo come lui non riesca a farsi capire, ed è sconsolante vedere mezzeseghe che inseguono la bellezza delle parole, piuttosto che la sostanza.
Non è provato, è solo una tesi da sostenitore di Grillo.
RispondiEliminaInfatti il mio pezzo è pieno di punti interrogativi (o di domanda, come preferisci). Il fatto è che questa non è la tesi di un sostenitore di Grillo, ma solo di uno che il prosciutto davanti agli occhi non sa assolutamente cosa sia.
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