La
vicenda è di qualche giorno fa, ma come per i film comici che si
rispettano, la storia di Antonio Razzi fa ridere anche a una seconda, a una terza o a una quarta visione. Sapete, dopo l'alzata di scudi dei
costruttori italiani (che hanno inviato una nota di vivo e vibrante
biasimo all'Unesco che non si fa mai i cazzi suoi, ed elegge di
continuo siti italiani a patrimonio dell'umanità), che dalle parti
di Palazzo Madama si aggiri il senatore abruzzese Antonio Razzi,
rientra nell'ordinaria illogicità delle questioni italiane, giunte
ormai a un livello di patologia schizofrenica tale che Hannibal
Lecter ci fa un pippone. Così, per qualche giorno, ci siamo tenuti
nel nostro personale database il testo dell'intervista che il
senatore Razzi ha rilasciato ai soliti burloni della Zanzara,
per tirarla fuori nel momento in cui di grosse notizie in giro non ce
ne fossero. Tolto che oggi pomeriggio la corte di Milano emetterà la
sentenza di primo grado sul processo Ruby. Tolto che, nel suo
piccolo, Enrico Letta processerà la ministra Idem rea di mancato
versamento dell'Ici e di una piccola evasione fiscale. Tolto che
Casaleggio ha dato in esclusiva al Corriere della Sera la sua
personale visione del mondo (entrando nei dettagli del pianeta Gaia),
tutto sommato oggi è un piattissimo, e caldo, lunedì di fine giugno
e le dichiarazioni di Totonno Razzi ci stanno come il cacio (pecorino
abruzzese) sugli spaghetti alla chitarra: la morte sua. Dunque. Lo
sapevate che Totonno è amico personale di Kim Jong-un, il pericoloso
e un po' fuori di testa dittatore della Corea del Nord? Dice il
senatore: “Ho avuto il piacere di conoscere Kim quando studiava
all'università di Berna, perché io vivevo lì e con lui parlavamo
insieme in tedesco”. Poi ha aggiunto: “Nel mio ufficio ricevo
spesso l'ambasciatore della Corea del Nord e quello della Corea del
Sud, sono due brave persone e abbiamo parlato della loro
riappacificazione. Se si mettono a tavola possono dialogare perché
sono persone eccezionali, uguali a noi italiani”. E per finire:
“Voi non lo sapete, ma quelli della Corea del Nord, fanno tutto
quello che gli diciamo noi italiani, tanto che il viceministro degli
Affari Esteri, Pistelli, mi ha detto che per questo mi daranno il
Nobel per la pace”. Ovviamente, nel corso dell'intervista alla
Zanzara, non poteva mancare una domanda sulla senatrice Gambaro dei 5S, appena espulsa dal Movimento. La risposta di Totonno: “Alla
senatrice Gambaro ho dato la mia solidarietà perché le ho detto che
in questa storia ci ho passato anch'io”. Ma il meglio di sé, il
senatore Antonio Totonno Razzi, eletto a furor di popolo in
Abruzzo, lo ha dato parlando in punta di lingua di Silvio Berlusconi.
E da questo momento, inizia il più delirante dei deliri che essere
umano normodotato possa trovarsi sulla sua strada. “Io prego ogni
giorno i miei santi – ha detto m' faccio li cazz mie' – perché
Berlusconi viva fino a 120 anni. Io darei la vita per lui, morirei.
Gli darei un rene, due reni, tre reni e la prostata. Gli darei anche
mia moglie, se lei fosse d'accordo”. Ma quanto costa un po'
d'orgoglio? Un vitalizio parlamentare può bastare. Az, se basta.
gli SQUALLORS non erano un gruppo rock ?
RispondiEliminademential-pop... te li ricordi? quelli di "38 luglio" "a chi lo do stasera" "chi cazz'm'o fa fa". Magari Razzi li ha ascoltati a Berna... ahahahahah!
RispondiEliminaDi personaggi come Razzi ne esistono a bizzeffe. Lui si qualifica da solo, ma come si devono valutare chi lo ha messo in lista, coloro che lo hanno votato ed eletto e i senatori che gli siedono a fianco senza sputargli ogni giorno in un occhio?
RispondiEliminaAveva ragione Lombroso, questione di attaccatura dei capelli.
RispondiEliminaCarlo
Max, due post straordinari. Quello di ieri (scusami ma l'ho letto solo ora), addirittura inarrivabile.
RispondiEliminaan