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venerdì 28 giugno 2013

Brunetta Furioso. Da Marina (Berlusconi) a Lucia (Annunziata), il capogruppo del Pdl alla Camera ne ha per tutti

Non è un problema di caldo (non c'è) ma di indole. Renato Brunetta non è un uomo facile. Convinto di essere il più grande economista del mondo (defraudato del Nobel solo perché prestato alla politica), Renatino mal sopporta tutti gli altri esseri umani, considerati alla stregua di analfabeti di ritorno o... poco meno. Neppure agli ordini del suo primo padrone, Bettino Craxi, Brunetta si era dimostrato domabile. Doveva dire sempre la sua, esternare, bacchettare, insegnare, dare lumi, riprendere, correggere, ironizzare, maramaldeggiare, provocare, stuzzicare, sentirsi un palmo più alto dei suoi colleghi di partito (il Psi). Che poi Bettino fosse alto come un'arcata della Tour Eiffel non era un problema, Renato era convinto che la sua intelligenza raggiungesse l'antenna di France2. E tanto gli bastava per fare la sua porca figura ai congressi dei Socialisti sullo sfondo delle colonne del Partenone, portabandiera di un nuovo classicismo in politica. Renato è anche portato agli insulti. Gli vengono nature, senza difficoltà, con una semplicità e un candore disarmanti. Negli anni del berlusconismo, Brunetta ha insultato tutti, dai cancellieri dei tribunali agli impiegati della PA, dagli attori ai macchinisti, compresi i suoi stessi compagni di partito che, qualche volta lo hanno sopportato, altre meno. Quando la pazienza veniva meno lo prendevano a schiaffi (letteralmente). Le liti furibonde con Giulio Tremonti, l'inventore dell'economia creativa, erano all'ordine del giorno dei consigli dei ministri e spesso finivano all'infermeria di Palazzo Chigi. Parecchio indolente, irascibile mica no, tendente caratterialmente al dileggio, Renato Brunetta è un Nobel in pectore talmente convinto delle sue enormi potenzialità, che non essere considerato il numero uno lo infastidisce molto e quando prova fastidio esonda. Silvio sceglie la figlia prediletta come erede al trono? E lui fa sapere che... ehm... le regole della democrazia sono altre. Saccomanni non segue i suoi consigli da vate dei numeri? E lui dichiara che... ehm... è un ministro “opaco”, causando lo scompiglio fra i suoi che pensano a una retinite devastante. E poi ci sono i soliti problemi con la tv. In Rai circolano due loschi individui che hanno deciso di fare a meno dei suoi commenti salaci e così pieni di buon senso. Si chiamano Lucia Annunziata e Fabio Fazio. Renatino, pur di coglierli in fallo e denunciarli all'AgCom, si è visto tutte le loro trasmissioni ed è arrivato alla conclusione che Fazio e la Annunziata si sono resi colpevoli di un paio di reati, nello specifico: violazione della par condicio e violazione del pluralismo. Siccome non ci va proprio di parlare né di Paolo Del Debbio né di Barbara D'Urso, prendiamo la denuncia di Brunetta come una ripicca verso chi di cagarselo non ci pensa proprio. Però non possiamo non sottolineare il puntiglio con il quale, sempre il Nobel in pectore, ha preso appunti. “Negli anni 2012/2013 – scrive Brunetta all'AgCom – la signora Annunziata ha ospitato a In mezz'ora, 14 esponenti del centrosinistra contro i 2 del centrodestra. Mentre il signor Fazio, nello stesso periodo, a Che tempo che fa ha avuto la presenza di 20 esponenti del centrosinistra contro i 4 del centrodestra”. A ciò potremmo aggiungere che il salumiere don Peppe ha fraudolentemente fatto pagare 90 grammi di prosciutto invece dell'etto richiesto dalla signora Brunetta, il panettiere don Carlo ha calcolato lo stesso importo per due rossette invece di tre, il parrucchiere don Figaro si è reso colpevole di aver applicato la stessa tariffa di una permanente a una classica messa in piega. E tutto ai danni della famiglia Brunetta che, evidentemente, non sa fare la spesa. Renatino però non è cattivo, è fatto a modo suo ma è di una bontà temprata come l'acciaio. Potrebbe essere un efficace concorrente del concorso Cuore t'oro, quello che si tiene ogni anno a Scasazza, provincia di Taormina, a chiusura delle celebrazioni civili per Sani Gesualdi. E non importa che abbia il cuore troppo vicino... lì. Quello che conta è che un cuore lo abbia.

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