Che
strano paese! Uno (non uno qualsiasi) è condannato per un reato che
ha commesso e la colpa è dei giudici. Se non fossimo in Italia e non
stessimo parlando di Silvio Berlusconi I°, Imperatore di Arcore,
diremmo che in quel paese di cui trattiamo, vige uno strano concetto
e della democrazia e della distinzione tra i poteri dello Stato.
Diremmo che alzate d'ingegno simili, sono la conseguenza dei troppi
gradi di calore di quel parallelo, diremmo, insomma, che quella è la
classica democrazia delle banane. Ma li avete sentiti i pasdaran
berluschini dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale (la
Corte non emette sentenze, si pronuncia) ? Ci fosse stato uno, da
Capezzone a Gasparri, dalla Santanché alla MaryStar Gelmini, che
fosse entrato nel merito. Che abbia detto: “Il pronunciamento è
sbagliato perché il legittimo impedimento, essendo in corso una
riunione del consiglio dei ministri, era sacrosanto”. Macché! Una
delle ragioni per la quale Silvio è innocente è la seguente: “Lo
votano 9 milioni di italiani”. E 'sti cazzi? E Barabba, allora?
Certo, potrebbero dire i pidiellini, 9 milioni di cittadini sono
sempre di più del 65 per cento dei 19mila che hanno votato
l'espulsione della Gambaro dai FiveStars, ma non resta comunque un
motivo valido per assolverlo senza passare dal Via, quando lo si fa,
di solito si va in Prigione (mai giocato a Monopoli? No? Ahi ahi
ahi). Un'altra ragione è la seguente: “Silvio non può essere
condannato perché tiene in piedi il governo di emergenza”. Ma che
vi venga un bene. E all'emergenza, questo paese, chi diavolo ce lo ha
portato, Nonna Papera? Poi, da parte dell'esercito delle fedelissime
(una specie di raggruppamento stanziale di autoctone della Silicon
Valley), le motivazioni sono altre. Silvio non è condannabile perché
è “bello”, “affascinante”, “buono”, “umano”, “tutto
cuore” e paga sempre il conto (alla fine). Il succo di tutto questo
ragionamento, è che Silvio i reati li ha commessi, ma siccome lui è
lui (e gli altri non contano un cazzo, ecc. ecc.), tutto gli è
concesso: evadere le tasse, divulgare intercettazioni secretate,
andare a mignotte (minorenni), fare pressioni perché le mignotte
vengano rilasciate, mettere da parte castelletti in nero, giocare
alle scatole cinesi, trafficare in petrolio con amici e conoscenti,
affidare al fratello i “tutor” austostradali e il monopolio dei
decoder. Ma lui è lui. Punto. Dall'altra parte, c'è da prendere
atto delle lacrime neppure troppo nascoste dei pidini. All'uscita del
pronunciamento della Corte, non si è capito, infatti, se fossero più
dispiaciuti i pidiellini o gli uomini della sinistra che fu. Profilo
bassissimo, sia nelle dichiarazioni, che nelle manifestazioni di
solidarietà che sicuramente ci saranno state. Il più grande
inciucio degli ultimi 150 anni non deve finire qui. Non ora. C'è un
congresso da celebrare entro l'anno e andarci senza avere in mano
neppure uno straccio di presidente del consiglio sarebbe una iattura.
Dobbiamo sottolineare, però, il grande aplomb del Cavaliere, che
non sarà stato fatto “Cavaliere” a caso, o no? Silvio ha detto:
“Non importa, avanti con il governo”, accreditandosi come un
grande statista, mentre non è che il solito, spietato calcolatore.
Uscire fuori dal governo in questo momento, significherebbe non avere
nessun potere contrattuale e Berlusconi non se lo può permettere.
C'è un grande amico alla Cassazione e gli amici, si sa, per Silvio
sono sacri (e viceversa). Nel segreto delle sue stanze, circondato
dall'affetto dei suoi cari, a Silvio però un sospetto è venuto.
Comincia a pensare seriamente che quel “bolscevico” che siede al
Quirinale, non lo stia tutelando sufficientemente. “Se uno è stato
contaminato dal bolscevismo - pensa il Capataz – bolscevico resta.
Per tutta la vita”.
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