Volevamo
dedicare il post di oggi a Mario Borghezio. Non lo abbiamo fatto in
quattro anni di vita del blog e ci è sembrato fosse arrivato il
momento. Le farneticanti dichiarazioni rilasciate a Panorama, nelle
quali dice di non essere razzista ma “differenzialista” (uno che
tende a sottolineare che siccome uno è 'negro' allora è una
scimmia), hanno spinto Nigel Farage, co-presidente dell'EDF, il
gruppo degli euroscettici al quale Borghezio appartiene, a chiederne
l'immediata espulsione. Secondo il regolamento del gruppo, per
espellere un iscritto occorrono i voti dei 2/3 degli appartenenti,
percentuale raggiunta in un amen. Ma siccome dobbiamo parlare di Silvio,
dalle dichiarazioni di Borghezio estrapoliamo una frase
significativa, un modello di analisi storico-politica da tramandare
ai posteri: “I regimi totalitari – ha affermato Borghezio –
hanno fatto cose terribili, ma anche cose molto buone e positive: per
esempio, i nazisti furono i precursori dell'ecologismo”. Non
crediamo sia necessario aggiungere altro, se non chiedere scusa a
nome degli italiani non leghisti, non fratelli, non pidiellini, non
pidini di destra alla ministra Kyenge.
Nuvole
nere, anzi nerissime, sulla villa di Arcore: sembra la maledizione di
Fantozzi. Solo che quelle che si addensano su Villa San Martino non
sono le nuvolette dell'impiegato, ma quelle ben più minacciose della
giustizia. Ieri a pranzo con i figli, Silvio è stato raggiunto
dall'avvocato Ghedini il quale, dopo avergli illustrato la
situazione, non ha potuto nascondere al padrone i rischi che corre.
Quello dell'interdizione dai pubblici uffici è serissimo. Tutto è
affidato alla sentenza della Corte Costituzionale che, qualora
riconoscesse il legittimo impedimento al processo Mediaset, lo
salverebbe almeno dal dover lasciare immediatamente tutte le cariche
che ricopre, compresa quella di parlamentare. E addio per sempre al
Quirinale. Silvio è preoccupatissimo, arriva quasi al pianto
disperato. Dice: “Ho fatto tanto per pacificare questo paese e
ridargli un governo dopo lo stallo, e ora assistono tutti in silenzio
al tentativo di farmi fuori, non una reazione né dalla Consulta né
dal Colle”. Silvio vorrebbe insomma che la Corte Costituzionale si
pronunciasse a favore del legittimo impedimento e che il Colle,
interpretato da Giorgio Napolitano presidente del Csm, intervenisse
sulla Cassazione per cancellare la condanna rimediata al processo Mediaset.
Tanto per avere la conferma che la legge non è uguale per tutti, Silvio
se ne strafrega del concetto alto e nobile di giustizia, perché per
lui l'unica giustizia giusta è quella che lo assolve. E si noti
bene, alle cose che dice, Silvio ci crede davvero. Lui è convinto,
intimamente, di aver salvato l'Italia dopo averla fatta affondare,
dopo averla munta fino all'essiccazione delle mammelle, dopo averla
ridotta a un paese senza dignità, svillaneggiato in ogni parte del
mondo e al quale è stato cambiato perfino il nome: da Italia a Bunga
bunga. Silvio è convinto di incarnare il salvatore degli italiani,
di essere l'eroe sano di una nazione infetta giunta alla purulenza, e
in pieno delirio di onnipotenza, di sentirsi in diritto di negare,
negare sempre anche l'evidenza, come fanno le mogli e i mariti che
mettono le corna ai rispettivi coniugi. Silvio è convinto di essere
innocente perché non ritiene aberrante andare a letto con una
minorenne solo perché fisicamente dimostra più dell'età che ha. Ed
è tanta la forza di auto-convincimento, che regalandone un po' ai
suoi, li costringe a votare in parlamento la nazionalità di Ruby.
Lui trova assurdo che dal Quirinale non giunga una voce in suo
soccorso, e trova assurdo che la Corte Costituzionale non gli riconosca
il legittimo impedimento, in modo da farlo candidare al Quirinale
dove possono salire i cittadini italiani over 50 in possesso dei
diritti politici e civili. Silvio è certo di essere innocente, e
siccome vede intorno a sé solo invidiosi della peggior specie,
minaccia ancora una volta di ricorrere alla piazza. Solo che questa
volta, un ricorso alla piazza (memore l'ultima adunata fascista a Brescia), potrebbe diventare la
miccia per l'esplosione totale di una polveriera chiamata Italia.
Silvio crede davvero che a fronte della tutela dei suoi interessi
personali, i giovani incazzati al quale ha negato un futuro diverso
da quello dei tronisti e delle mignotte, pensionati che svuotano i
cassonetti, esodati che fanno il pranzo domenicale alla Caritas,
cassintegrati a zero ore con figli a carico e mutuo sulle spalle,
stavolta non gli tirerebbero addosso di più di un modellino del
Duomo di Milano? Con tutte le negatività che Grillo si porta
appresso, una nota positiva gliela dobbiamo riconoscere, quella di
tenere a bada la piazza più incazzata. Ma a Brescia, nonostante
tutto, si è aperta una crepa. Stavolta si potrebbe aprire un
baratro.
se crede veramente certe cose è moooooooto più fuori di quanto pensassi..... comunque si raccomanda..... ma perchè fino ad ora chi lo ha protetto ??????
RispondiEliminaLa Gelmini ha appena detto che in caso di condanna ("una ferita per la democrazia"), scenderebbero in piazza mobilitando il popolo. La Gelmini non si rende conto di quello che accadrebbe. No, non se ne rende conto.
RispondiEliminamac
Silvio è malato. Lo ha detto la moglie, occorre crederle. Lui crede veramente di non aver commesso nessun reato. "Se la pressione fiscale è insopportabile è giusto non pagare le tasse". Non è un evasore, è un pirla.
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