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mercoledì 5 giugno 2013

Silvio: “Al voto a ottobre”. Lo scenario apocalittico di una Italia alle prese con banche tirchie e un esercito di 35 saggi

S&P lo certifica. Nel 2012 le banche italiane hanno tolto alle imprese finanziamenti per 44 miliardi di euro. I suicidi, le chiusure, i licenziamenti, le ore record di cassa integrazione, le perdite secche del mercato immobiliare, hanno finalmente un colpevole. Si chiama Banca, intesa come l'insieme degli istituti di credito che, dopo aver giocato per anni con i derivati tossici e le speculazioni spericolate, si è ritrovata a dover chiudere i rubinetti per non fallire. E dire che la Bce aveva iniziato (già nel 2012) a far pagare meno cara la moneta, quasi prezzi di realizzo, e assegnato alla stessa Banca fondi mirati per far riprendere i finanziamenti alle imprese e i mutui per le prime case. Ma la Banca, si sa, non ha fatto niente di quello che era stata chiamata a fare anzi, se prendiamo il caso, per molti versi emblematico, del MPS, possiamo tranquillamente metterci l'anima in pace e gridare a voce piena, che le Fondazioni bancarie strutturate in questo modo, sono un danno e non una risorsa, e che i mister 5% continuano, immortali, a esistere.
Sono uscite le motivazioni della condanna di Silvio Berlusconi al processo Unipol, meglio conosciuto come “a' telefonata Fassino/Consorte”. I giudici hanno stabilito che Silvio fece pubblicare dal suo Giornale, la telefonata secretata, per un “peculiare interesse politico”. Scrivono i giudici: “Senza l'apporto dell'ex premier e senza il suo benestare, come capo della parte politica avversa a quella dell'ex segretario dei Ds, non si sarebbe realizzata la pubblicazione di quella telefonata di cui era nota la natura segreta, e il cui contenuto venne sfruttato politicamente”. Nonostante la Ghedini&Co.FolkBand, liquidi le motivazioni con un “prive di logicità giuridica”, il fatto è che intorno a Silvio si stanno stringendo le maglie di una magistratura che non è intenzionata a fare sconti, e magari per dimostrare, una volta tanto, che la “legge è uguale per tutti”. Con la sentenza Mediaset affidata alla Cassazione, e quella Ruby in dirittura d'arrivo, Silvio sta passando le pene dell'inferno e, da quello che si può vedere dalle immagini degli house organ, anche fisicamente non è che sia al top. Quello sguardo torvo e pieno di odio rancoroso, sono la dimostrazione che il cervello sta navigando verso altri lidi, diversi dalla quotidianità. Non che si sia dato all'ascetismo, ma Silvio sta pensando sul serio a come venir fuori da una situazione pericolosissima. La prima idea è quella di far saltare il tavolo del governo, dove si gioca a Risiko e si governa poco, avendo LettaLetta attivato il meccanismo della delega (35 saggi per le riforme istituzionali sono una tombola, Bondi commissario dell'Ilva un dèjà-vu). E partendo da questa convinzione, andare alle urne a ottobre, puntando l'azione dei suoi a rivendicare ogni provvedimento elettoralisticamente efficace, tanto il Pd sta sempre zitto. Quindi, entrate a gamba tesa dei pidiellini sull'Imu e sull'Iva e sul pagamento degli arretrati della PA alle imprese. Poi, dopo l'ennesimo messaggio a reti Mediaset unificate, in cui rivendicare la bontà dell'operato del Pdl, tornare alle urne non modificando il Porcellum e sperando nella maggioranza sia alla Camera che al Senato. Perché ottobre? Perché per quel periodo è previsto il pronunciamento della Cassazione sul processo Mediaset (interdizione dai pubblici uffici) e sarà appena iniziato l'appello per il processo Ruby. Silvio vuole affrontare le condanne (eventuali), da Presidente del Consiglio, in modo da sollevare il più grosso conflitto tra organi dello Stato, mai accaduto prima in Italia. Il rischio “apocalisse”, a questo punto, sarebbe del tutto evidente, e “muoia Silvio con tutti gli italiani”, la possibile soluzione. Non vogliamo piangere sul latte versato ma fare solo un appunto politico: se in questi anni si fosse fatta una legge sul conflitto di interessi, tutto questo non sarebbe successo. Magari saremmo morti tutti democristiani, ma berluschini no, porco boia. Perché berluschini moriremo.

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