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sabato 29 giugno 2013

De Gregorio, Lele Mora, la senatrice Anitori. Per un verso o per un altro, ci tocca imbarazzarci un po'

Imbarazziamoci un po'. Togliamoci qualche “sasso dallo stomaco”, come ama definire un peso insostenibile l'ex senatore della Repubblica, Sergio De Gregorio. E partiamo da lui, da quello che fu un giornalista d'assalto eletto nelle file dell'Idv e poi “comprato” da Silvio per far cadere Romano Prodi. Al contrario di Renato Pozzetto, il De Gregorio corrotto pentito, non ha visto la Madonna ma ha sognato il padre che, dopo averlo preso per le orecchie, sembra gli abbia detto: “Figlio mio parla, racconta tutto, denunciali 'sti bastardi”. E il figlio lo ha fatto. Ha denunciato una combine grazie alla quale, in quella stessa legislatura, 120 fra deputati e senatori cambiarono partito. Giustamente, Sergio De Gregorio oggi dice: “Possibile che fra tutti quelli che passarono con Silvio, l'unico corrotto sia stato io mentre per gli altri si parlò di contrattazione?” Bella domanda, però la lasciamo così, volteggiare nell'aria. Dice ancora De Gregorio: “Ho rinunciato a candidarmi quando Denis Verdini, ancora il 19 dicembre, mi ripeteva: 'Vieni in Senato, ci difenderemo tutti insieme dai magistrati comunisti, governeremo la giunta per le immunità'. Gli ho detto di no, non volevo uscire dal Senato con le manette”. De Gregorio si è pentito, ha parlato con i magistrati di Napoli, si è fatto 100 giorni di arresti domiciliari, ha chiesto scusa a Romano Prodi e ora ha deciso di dire addio alla politica e di scrivere un libro, un diario utile a spiegare nei particolari ciò che accadde in quei giorni bui. Imbarazziamoci un po'. Tocca a Lele Mora che ormai possiamo definire “uno”, “bino” e “trino”, dipende dalle dichiarazioni che rende e dalle smentite che seguono immediatamente le parole appena dette. Nel corso del processo definito “Ruby-bis”, sentito prima dai giornalisti poi dai giudici, ha detto: “Dismisura, abuso di potere e degrado. Lo ha scritto un importante quotidiano nazionale, ed è proprio così”. Parla, Lele Mora, e sembra che voglia togliersi anche lui un sasso dallo stomaco... cazzo quanti struzzi! E prosegue: “Io ne sono stato il passivo concorrente, ma oggi non voglio più mangiare cibo avariato e lascio il compito ai miei difensori di chiarire”. E il difensore chiarisce: “Il compito di Mora era quello di rendere famose le sue clienti, di esibirle sul palcoscenico di Arcore. La sua condotta non ha nulla a che vedere con gli atti sessuali eventualmente compiuti”. Poi, quasi a volersi sgravare l'anima dal confessabile e dall'inconfessabile, l'ex talent-scout ha detto: “Mi vergogno per le polemiche che ho fatto contro giornalisti e comunisti, per le minacce, mi vergogno e chiedo scusa. Voglio solo uscire da questa bufera infernale che mi ha tolto la luce”. Nel frattempo, però, deve essergli arrivato un sms direttamente dal padreterno che stazionava pigro dalle parti di Arcore. Appena uscito dall'aula del tribunale, dopo questo popò di pentimento, Lele Mora ha negato tutto. Leggete: “Ad Arcore non c'è stato niente di male, quando in aula ho parlato di degrado, ho detto quello che ha riportato un giornale. Ad Arcore la prostituzione non c'è mai stata”. Imbarazziamoci ancora un po'. Ieri il M5S ha perduto un altro pezzo. Dopo l'attacco di Anonymous al sito di Casaleggio, defacciato della home page e con un messaggio che diceva: “Siete il cancro che volevate eliminare”, la senatrice laziale Fabiola Anitori ha detto addio al Movimento aderendo al Gruppo Misto. Nella lettera di addio, la senatrice scrive: “Gli avvenimenti registrati all'interno del Movimento negli ultimi mesi, mi hanno profondamente segnata, peraltro in un periodo molto delicato della mia vita. Non riconosco più l'impostazione iniziale del Movimento che è diventato proprio quel 'partito personale' dallo stesso tanto criticato, con un sistema feudale di fedeltà che respinge o espelle chi dissente, chi non si allinea. Io ho creduto, e credo al messaggio politico del 'cambiamento' da attuare, però, attraverso il confronto democratico, sia interno che esterno, che ritengo un valore, una virtù repubblicana irrinunciabile e che non ritrovo nel Movimento”. Imbarazziamoci pure, però a noi la senatrice Fabiola Anitori non ci sembra una paracula pronta a disertare per gli avanzi della diaria. A proposito, lunedì prossimo in pompa magna, si doveva tenere la cerimonia di restituzione delle somme non spese, il Restitution Day. Slitterà di qualche giorno. Problemi tecnici. Imbarazziamoci un po', mica ci fa male.

1 commento:

  1. Imbarazziamoci invece dei nuovi aumenti sulle tasse alle imprese e a tutto il tessuto produttivo in generale. Non imbarazziamoci per questa "signora" che insieme ai suoi 15 elettori cambierà l'Italia nelnuovo gruppo misto; lo stesso gruppo misto che le permetterà di presentare le mozioni e le proposte che i talebani del Movimento le hanno sempre stracciato; quello stesso gruppo misto che non le farà tiritere per il 94% di assenze in senato.E sopratutto compatiamo la poverina per la decisione, invero molto sofferta, sopratutto in un periodo molto delicato della sua vita, di non restituire i soldi della diaria perchè, come si dice, tiene famiglia. Chissà perchè a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca?

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