Imbarazziamoci
un po'. Togliamoci qualche “sasso dallo stomaco”, come ama
definire un peso insostenibile l'ex senatore della Repubblica, Sergio
De Gregorio. E partiamo da lui, da quello che fu un giornalista
d'assalto eletto nelle file dell'Idv e poi “comprato” da Silvio
per far cadere Romano Prodi. Al contrario di Renato Pozzetto, il De
Gregorio corrotto pentito, non ha visto la Madonna ma ha sognato il
padre che, dopo averlo preso per le orecchie, sembra gli abbia detto:
“Figlio mio parla, racconta tutto, denunciali 'sti bastardi”. E
il figlio lo ha fatto. Ha denunciato una combine grazie alla quale,
in quella stessa legislatura, 120 fra deputati e senatori cambiarono
partito. Giustamente, Sergio De Gregorio oggi dice: “Possibile che
fra tutti quelli che passarono con Silvio, l'unico corrotto sia stato io
mentre per gli altri si parlò di contrattazione?” Bella domanda,
però la lasciamo così, volteggiare nell'aria. Dice ancora De
Gregorio: “Ho rinunciato a candidarmi quando Denis Verdini, ancora
il 19 dicembre, mi ripeteva: 'Vieni in Senato, ci difenderemo tutti
insieme dai magistrati comunisti, governeremo la giunta per le
immunità'. Gli ho detto di no, non volevo uscire dal Senato con le
manette”. De Gregorio si è pentito, ha parlato con i magistrati di
Napoli, si è fatto 100 giorni di arresti domiciliari, ha chiesto
scusa a Romano Prodi e ora ha deciso di dire addio alla politica e di
scrivere un libro, un diario utile a spiegare nei particolari ciò
che accadde in quei giorni bui. Imbarazziamoci un po'. Tocca a Lele
Mora che ormai possiamo definire “uno”, “bino” e “trino”,
dipende dalle dichiarazioni che rende e dalle smentite che seguono
immediatamente le parole appena dette. Nel corso del processo definito
“Ruby-bis”, sentito prima dai giornalisti poi dai giudici, ha
detto: “Dismisura, abuso di potere e degrado. Lo ha scritto un
importante quotidiano nazionale, ed è proprio così”. Parla, Lele
Mora, e sembra che voglia togliersi anche lui un sasso dallo
stomaco... cazzo quanti struzzi! E prosegue: “Io ne sono
stato il passivo concorrente, ma oggi non voglio più mangiare cibo
avariato e lascio il compito ai miei difensori di chiarire”. E il
difensore chiarisce: “Il compito di Mora era quello di rendere
famose le sue clienti, di esibirle sul palcoscenico di Arcore. La sua
condotta non ha nulla a che vedere con gli atti sessuali
eventualmente compiuti”. Poi, quasi a volersi sgravare l'anima dal
confessabile e dall'inconfessabile, l'ex talent-scout ha detto: “Mi
vergogno per le polemiche che ho fatto contro giornalisti e
comunisti, per le minacce, mi vergogno e chiedo scusa. Voglio solo
uscire da questa bufera infernale che mi ha tolto la luce”. Nel
frattempo, però, deve essergli arrivato un sms direttamente dal
padreterno che stazionava pigro dalle parti di Arcore. Appena uscito
dall'aula del tribunale, dopo questo popò di pentimento, Lele
Mora ha negato tutto. Leggete: “Ad Arcore non c'è stato niente di
male, quando in aula ho parlato di degrado, ho detto quello che ha
riportato un giornale. Ad Arcore la prostituzione non c'è mai
stata”. Imbarazziamoci ancora un po'. Ieri il M5S ha perduto un
altro pezzo. Dopo l'attacco di Anonymous al sito di Casaleggio,
defacciato della home page e con un messaggio che diceva: “Siete il
cancro che volevate eliminare”, la senatrice laziale Fabiola
Anitori ha detto addio al Movimento aderendo al Gruppo Misto. Nella
lettera di addio, la senatrice scrive: “Gli avvenimenti registrati
all'interno del Movimento negli ultimi mesi, mi hanno profondamente
segnata, peraltro in un periodo molto delicato della mia vita. Non
riconosco più l'impostazione iniziale del Movimento che è diventato
proprio quel 'partito personale' dallo stesso tanto criticato, con un
sistema feudale di fedeltà che respinge o espelle chi dissente, chi
non si allinea. Io ho creduto, e credo al messaggio politico del
'cambiamento' da attuare, però, attraverso il confronto democratico,
sia interno che esterno, che ritengo un valore, una virtù
repubblicana irrinunciabile e che non ritrovo nel Movimento”.
Imbarazziamoci pure, però a noi la senatrice Fabiola Anitori non ci
sembra una paracula pronta a disertare per gli avanzi della diaria. A
proposito, lunedì prossimo in pompa magna, si doveva tenere la
cerimonia di restituzione delle somme non spese, il Restitution Day.
Slitterà di qualche giorno. Problemi tecnici. Imbarazziamoci un po',
mica ci fa male.
Imbarazziamoci invece dei nuovi aumenti sulle tasse alle imprese e a tutto il tessuto produttivo in generale. Non imbarazziamoci per questa "signora" che insieme ai suoi 15 elettori cambierà l'Italia nelnuovo gruppo misto; lo stesso gruppo misto che le permetterà di presentare le mozioni e le proposte che i talebani del Movimento le hanno sempre stracciato; quello stesso gruppo misto che non le farà tiritere per il 94% di assenze in senato.E sopratutto compatiamo la poverina per la decisione, invero molto sofferta, sopratutto in un periodo molto delicato della sua vita, di non restituire i soldi della diaria perchè, come si dice, tiene famiglia. Chissà perchè a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca?
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