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mercoledì 12 giugno 2013

Silvio patrimonio dell'Unesco, Hitler della Fao, Erode dell'Unicef. Quando l'amore va oltre la storia. Il M5S verso la dissoluzione: peccato, un sogno breve

Poteva essere e non è stato. 9 milioni di voti gettati al vento, anche se per un pugno di irriducibili sono stati un miracolo. Il M5S, o almeno la rappresentanza dei cittadini in Parlamento, si sta lentamente ma inesorabilmente (come la marcia vittoriosa di Pomezia e Assemini) polverizzando. La riprova è nella spaccatura che si è registrata per la nomina del portavoce grillino al Senato. In lizza Nicola Morra, 5S ortodosso, fedele osservante della linea del leader, e Luis Orellana, 5S più colomba, portato al dialogo, forse più realista del suo concorrente diretto. L'ha spuntata per due soli voti (24 a 22) Nicola Morra. Ma non sono i due voti di scarto a far discutere, ma il fatto che la dicono lunga sull'aria che tira nel Movimento, aria grigia di spaccatura, aria di rivolta, richiesta di autonomia sì ma anche di possibilità di esprimersi liberamente. Ultimo caso, quello della senatrice Adele Gambaro che su SkyTg24 ha provato a dire, “Forse Beppe ha sbagliato i toni degli ultimi post sul suo blog”, beccandosi una serie di insulti che manco fra i camalli del porto di Genova. Trattandosi di una donna, Beppe non le ha detto espressamente “vaffanculo” ma glielo ha fatto gentilmente capire: “Se ne vada”. Causando immediatamente le reazioni dei cittadini lettori del blog che l'hanno apostrofata con la serie di insulti seriali che ormai contraddistinguono le parole dei dissidenti: “Vai via”, “Quanto ti hanno dato”, “Venduta” e così via. Sul post-ideologismo di Grillo, ma soprattutto di Casaleggio, ci sarebbe da discutere parecchio. Secondo il “guru” il nuovo mondo dovrebbe nascere dal caos, dal nulla: un agglomerato sociale e politico nuovo di zecca. Disconoscendo il 25 aprile, i pentastelluti hanno dimostrato di seguire alla lettera le indicazioni di Casaleggio, niente storia alle spalle, solo un futuro da costruire partendo dal caos. Peccato che lo stesso percorso lo abbia seguito, più sottilmente, Silvio Berlusconi, anche se solo per ridare una verginità ai fascisti. E, meno sottilmente Joseph Goebbels che, conquistato il Reich, pensò di cancellare la storia patria bruciando tutti i libri. Però, il Movimento5Stelle è in ballottaggio a Ragusa. Minchia!
Non abbiamo parole per commentare l'ultima sortita di Michaela Biancofiore, quella fatta secca dal Ministero per le Pari opportunità dopo le uscite omofobe sui gay. Durante la trasmissione “KlausCondicio”, ha detto senza provare nessuna vergogna: “Se fosse possibile, Berlusconi lo farei patrimonio dell'Unesco, ma anche dell'Italia e di tutti gli italiani” (tradotto: “Silvio sarebbe il mio ideale patrono d'Italia, altro che San Francesco”). E ha aggiunto: “Purtroppo non si può fare. Io, piuttosto che il berlusconismo, credo sia da candidare direttamente Berlusconi perché penso che non ci sia uomo pari a lui nella storia, da molto tempo”. Amen. E questo è amore. Dopo una sparata simile, se fossimo nei panni di Silvio (ma non lo siamo), reagiremmo con fastidio pari a quello dell'allontanare una mosca particolarmente insistente. Forse perché non abbiamo mai amato (anzi...), chi ha tentato di leccarci il culo con una piaggeria e una mielosità da deficienti, una frase del genere, che non significa nulla in termini ma molto nella sostanza, ci farebbe sobbalzare fino a farci firmare di corsa un esposto pro-Tso al sindaco. Capiamo l'amore, capiamo l'invaghirsi di personaggi potenti, capiamo che i Baci Perugina hanno introdotto un lessico da teneroni blues, ma a tutto c'è un limite, porco boia. Evidentemente, la signora Biancofiore (simbol d'amore), deve essere rimasta colpita dalla dichiarazione di Nicole Minetti al tribunale di Milano: “Io – ha detto la ex consigliera regionale della Longobardia – di Silvio ero innamorata davvero”. E ha pensato, invidiosa, di non poter restare indietro anche se, poverina, della Minetti non ha né il fisico né, a questo punto, l'intelligenza acuta. A Nicole, Silvio ha regalato un condominio, a Michaela solo un seggio in Parlamento. 

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