Il
complimento più bello glielo ha fatto quel gran pezzo di galantuomo fascista
che si chiama Francesco “Er Dux” Storace: “Cacasotto”, ha detto in perfetto francese all’ex sindacalista nera. Perché secondo lui,
Renatina doveva resistere a tutti i costi, all’insegna e per rispetto del vecchio
motto dei Figli della Lupa: “Boia chi molla”. I fascisti sono fatti così, gran
pezzi d’uomini con il mito delle palle, qualunque esse siano, fisiche o di un
moschetto fanno sempre il fascista perfetto. Stavolta però le palle non sono
bastate alla Spolverini che, in una affollata e commovente conferenza stampa ha
detto: “Ce ne andiamo da persone pulite e i farabutti a casa ce li mando io”,
mostrando la mascella volitiva che fa tanto balcone di Piazza Venezia. Meno aplomb hanno
dimostrato gli uomini (si fa per dire) del suo staff che, come spesso accade,
se la sono presa con una telecamera notoriamente meno pericolosa di Fiorito-Batman,
e soprattutto dotata di un fisico decisamente più sfilato dell’ex capogruppo
del Pdl. “Che te pensi che nun c’ho er coraggio de spaccatte la faccia?”, ha
detto il fascista in fasce Pietro Giovanni Zoroddu (capo di gabinetto di
Renatina) al povero giornalista Dario Prestigiacomo dell’agenzia Vista. Che volete
farci, i fascisti spintonano, sputano, insultano, tirano calci, schiaffi,
pugni, minacciano con lo sguardo assatanato e le mani sudate chi non la pensa
come loro, ma solo dopo aver appurato che fisicamente sono inferiori perché i
neri, per chi non lo sa, si reputano anche intelligenti, poverini! Finisce così,
con il pesce Pierfy che da democristiano di ferro ha pensato fino alla fine
come comportarsi, il regno di Renatina in Regione Lazio, un regno voluto
fortemente da Santa Madre Chiesa Cattolica d’Oltretevere e da una pseudo
coalizione di sinistra che nel regno Vaticano presenta una mangiapreti e a sindaco
di Roma l’inguardabile Cicciobello Rutelli, per la serie “a noi vincere non
piace, governare costa troppa fatica”. Non poteva non farsi sentire la voce
suadente e molto ingentilita del cardinale Bagnasco, capo dei vescovi italiani.
Ha approfittato dello scandalo della Regione Lazio per dire tre cose. La prima:
“Scandali inaccettabili. Via dalle liste politici chiacchierati”, a meno che le
chiacchiere non si possano contestualizzare. La seconda: “Avanti con il governo
Monti”, come se gli italiani ordinassero al Papa di eleggere Paperon de’
Paperoni presidente della Cei. E la terza, decisamente più incisiva delle altre
due: “Il registro delle coppie di fatto avrà conseguenze nefaste”, che non c’entrava
una mazza con quanto accaduto. A meno che, Fiorito e la Polverini...
Lunga vita alla Polverini, che dio l'abbia in gloria nei secoli dei secoli.
RispondiEliminaMarco
Max se sono da quelle parti il 13 ci sarò.
RispondiEliminaAntonio