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sabato 15 settembre 2012

Pentanews Italia. Da Marchionne a Silvio che non c’è, una giornata ricca di notizie. Manca solo Matteo de’ Medici.



Quando troppo, quando niente. Quest’estate pur di parlare di qualcosa, ci siamo ridotti a fare l’esegesi della canotta da muratore di Bossi, oggi, a metà settembre, le notizie rimbalzano come clik-clak sul polso degli imbranati. Velocemente. Sergio Marchionne è uscito allo scoperto. È un bluff. Il Progetto Italia non c’è più, con buona pace di Bonanni, Angeletti, Chiamparino, Fassino, Vuolter e di tutti coloro che lo avevano definito frettolosamente il nuovo Messia. Tutto sommato è un trombone, finiti gli aiuti di stato, Sergio se n’è andato per altri lidi, tutti ancora da spremere. Dalla Serbia alla Polonia, dall’India a Detroit, Sergio sembra un mungitore in servizio effettivo permanente. Ora sono tutti col fiato sospeso perché la Fiat ha definitivamente archiviato ogni tipo di investimento in Italia. S’è incazzato pure Diego Della Valle che ha tuonato: “I vertici della Fiat, Marchionne e Bellopupo Elkan, sono furbetti e inadeguati”. Ha risposto il suo compagno di merende, Corderon de Montezemolo: “Parole inaccettabili”. Dopo Casini (che gli ha fregato la sora Emma), Luquito ha litigato pure con Dieguito. Roba da ricchi, direbbe qualcuno se di mezzo non ci andassero ancora una volta operai e impiegati bastonati da un Marchionne che, pure nell’aspetto fisico, si sta adattando a fare il clochard di lusso e non su Pont Neuf. E a proposito di lavoro che non c’è, Piergigi Bersani si è un po' alterato con Mario Monti che aveva definito l’articolo 18 un “reperto archeologico che frena gli investimenti”. Ma Bersani, si sa, è un signore e non potendo affondare l’attacco nei confronti del Professore, ha concluso la sua falsissima intemerata con un: “Però Monti è una persona preziosa” che, detta da lui, suona solo come una ruffianata bella e buona. Ieri doveva essere il ritorno di Silvio B. sulla scena della politica. Nano Bifronte avrebbe dovuto infiammare di nuovo i cuori dei giovani del Pdl alla manifestazione Atreju, invece non c’è andato, si è defilato e i commenti si sono sprecati. Qualcuno dice che l’assenza sia stata una strategia in attesa del grande ritorno in campo, qualcun altro invece l’ha buttata sull’estetico: “Quest'estate non ha avuto un cazzo da fare ed è aumentato di 10 chili”. Silvio ha affidato a Facebook la sua versione: “C’è un tempo per parlare e uno per tacere”, ha detto parafrasando l’Ecclesiaste, come se sapesse davvero cos’è. E infine una notizia fresca fresca. A prescindere da qualsiasi considerazione si possa, e voglia fare, sul prossimo ritorno di Silvio in politica, resta il fatto che Mediaset vuole acquistare La7. Magari non potrà perché si suppone che ci possa essere il pericolo di un intervento dell’Antitrust, ma non ci giureremmo troppo. Silvio, pur di non far andare Michele Santoro in chiaro, è disposto a comprarsi anche l’emittente che lo ha assoldato per la prossima stagione. Telecom tace, Passera tace, Napolitano tace. Tacciono tutti, ma che paese di taciturni chiacchieroni!

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