Quando
troppo, quando niente. Quest’estate pur di parlare di qualcosa, ci siamo
ridotti a fare l’esegesi della canotta da muratore di Bossi, oggi, a metà
settembre, le notizie rimbalzano come clik-clak sul polso degli imbranati.
Velocemente. Sergio Marchionne è uscito allo scoperto. È un bluff. Il Progetto
Italia non c’è più, con buona pace di Bonanni, Angeletti, Chiamparino, Fassino,
Vuolter e di tutti coloro che lo avevano definito frettolosamente il nuovo
Messia. Tutto sommato è un trombone, finiti gli aiuti di stato, Sergio se n’è
andato per altri lidi, tutti ancora da spremere. Dalla Serbia alla Polonia,
dall’India a Detroit, Sergio sembra un mungitore in servizio effettivo
permanente. Ora sono tutti col fiato sospeso perché la Fiat ha definitivamente
archiviato ogni tipo di investimento in Italia. S’è incazzato pure Diego Della
Valle che ha tuonato: “I vertici della Fiat, Marchionne e Bellopupo Elkan, sono
furbetti e inadeguati”. Ha risposto il suo compagno di merende, Corderon de
Montezemolo: “Parole inaccettabili”. Dopo Casini (che gli ha fregato la sora Emma), Luquito ha litigato pure con Dieguito.
Roba da ricchi, direbbe qualcuno se di mezzo non ci andassero ancora una volta
operai e impiegati bastonati da un Marchionne che, pure nell’aspetto fisico, si
sta adattando a fare il clochard di lusso e non su Pont Neuf. E a proposito di
lavoro che non c’è, Piergigi Bersani si è un po' alterato con Mario Monti che aveva
definito l’articolo 18 un “reperto archeologico che frena gli investimenti”. Ma
Bersani, si sa, è un signore e non potendo affondare l’attacco nei confronti del
Professore, ha concluso la sua falsissima intemerata con un: “Però Monti è una
persona preziosa” che, detta da lui, suona solo come una ruffianata bella e buona.
Ieri doveva essere il ritorno di Silvio B. sulla scena della politica. Nano
Bifronte avrebbe dovuto infiammare di nuovo i cuori dei giovani del Pdl alla
manifestazione Atreju, invece non c’è andato, si è defilato e i commenti si
sono sprecati. Qualcuno dice che l’assenza sia stata una strategia in attesa
del grande ritorno in campo, qualcun altro invece l’ha buttata sull’estetico: “Quest'estate non ha avuto un cazzo da fare ed è aumentato di 10 chili”. Silvio ha
affidato a Facebook la sua versione: “C’è un tempo per parlare e uno per tacere”,
ha detto parafrasando l’Ecclesiaste, come se sapesse davvero cos’è. E infine
una notizia fresca fresca. A prescindere da qualsiasi considerazione si possa,
e voglia fare, sul prossimo ritorno di Silvio in politica, resta il fatto che
Mediaset vuole acquistare La7. Magari non potrà perché si suppone che ci possa
essere il pericolo di un intervento dell’Antitrust, ma non ci giureremmo
troppo. Silvio, pur di non far andare Michele Santoro in chiaro, è disposto a comprarsi
anche l’emittente che lo ha assoldato per la prossima stagione. Telecom tace,
Passera tace, Napolitano tace. Tacciono tutti, ma che paese di taciturni chiacchieroni!
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