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giovedì 13 settembre 2012

Un filmaccio scatena la rappresaglia in Libia. La Santanchè: “L’Islam è una religione assassina”. Un’altra occasione persa per tacere, un rischio serio per le protesi di silicone.



Il motivo scatenante di tutto è un filmaccio, una puttanata di due ore costata 5 milioni di dollari e interamente finanziata da 100 ebrei ricchi con il marchio del sionismo stampato in faccia. Lo sceneggiatore è un 56enne agente immobiliare che lavora in California, tal Sam Bacile, cittadino americano che si definisce ebreo israeliano e che del suo filmaccio dice: “La mia opera aiuterà Israele perché fa vedere al mondo le imperfezioni dell’Islam”. Quando il film è stato presentato in anteprima, quasi di nascosto, in un cinema di Hollywood, ad assistere alla proiezione non c’era quasi nessuno, neppure i 59 attori e i 45 tecnici che avevano contribuito alla sua realizzazione. Innocence of Muslims (L’innocenza dei musulmani) è una presa in giro feroce contro Maometto che nel film viene mostrato come un personaggio folle, un imbroglione matricolato e un donnaiolo quasi quanto il nostro Nano Bifronte. Ma non solo. Alle immagini hanno fatto seguito le parole di quel gran pezzo di sionista che si chiama Bacile (un nome, un programma), che ha detto: “L’Islam è un tumore. Il problema principale è che sono stato il primo ad aver presentato Maometto sullo schermo e questo li ha fatti impazzire. Ma dobbiamo aprire questa porta: dopo l’11 settembre tutti dovrebbero essere portati davanti a un giudice, perfino Gesù e Maometto”. Non sappiamo come i neocon reagiranno alle parole di Bacile né se Cl prenderà ufficialmente posizione per proibire il filmaccio in Italia, quello che sappiamo di certo è che i musulmani, offesi a morte, si sono incazzati e che a rimetterci la pelle sono stati l’ambasciatore americano in Libia, Chris Stevens e tre membri del suo staff. Quattro morti a causa di un sionista che ha dipinto Maometto esattamente coma la goebbelsiana propaganda nazista dipinse alla fine degli Anni ’30, gli ebrei. C’è da dire che il tutto è scoppiato dopo che il trailer del film è stato proposto su YouTube e dopo che il reverendo Terry Jones, il campione di tolleranza che diede fuoco a un centinaio di copie del Corano (scatenando proteste in mezzo mondo), ne ha mostrato uno spezzone. Sam Bacile è caduto dal pero: “Non avrei mai pensato che il film potesse scatenare un putiferio simile”, salvo scomparire subito dopo e rendersi irreperibile, per la serie “a noi il coraggio non ci manca, è la fifa che ci frega”. Poteva mancare l’intervento illuminante di Danielona nostra Santanchè? Mavalà. Ha detto Bellelabbra: “L’Islam è una religione assassina. Ciò sia di monito anche in Italia a quanti hanno fatto festa per la cosiddetta primavera araba come risveglio della democrazia, e si ostinano a non considerare l’Islam come una minaccia per la libertà dell’Occidente”. A Danielona brucia ancora da matti la fine del suo amico Gheddafi, ma rischiare di ritrovarsi con una molotov che le da fuoco al silicone ci sembra davvero eccessivo.

2 commenti:

  1. Il rispetto, basterebbe solo che ce ne fosse un po' di più.
    an

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  2. che casino però, basta nominare Maometto che ti ritrovi addosso una bomba a mano...che diavolo...
    Antonio

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