Il motivo scatenante di tutto è un filmaccio, una puttanata di due ore
costata 5 milioni di dollari e interamente finanziata da 100 ebrei ricchi con
il marchio del sionismo stampato in faccia. Lo sceneggiatore è un 56enne agente
immobiliare che lavora in California, tal Sam Bacile, cittadino americano che
si definisce ebreo israeliano e che del suo filmaccio dice: “La mia opera
aiuterà Israele perché fa vedere al mondo le imperfezioni dell’Islam”. Quando
il film è stato presentato in anteprima, quasi di nascosto, in un cinema di
Hollywood, ad assistere alla proiezione non c’era quasi nessuno, neppure i 59
attori e i 45 tecnici che avevano contribuito alla sua realizzazione. Innocence
of Muslims (L’innocenza dei musulmani) è una presa in giro feroce contro
Maometto che nel film viene mostrato come un personaggio folle, un imbroglione
matricolato e un donnaiolo quasi quanto il nostro Nano Bifronte. Ma non solo. Alle
immagini hanno fatto seguito le parole di quel gran pezzo di sionista che si
chiama Bacile (un nome, un programma), che ha detto: “L’Islam è un tumore. Il
problema principale è che sono stato il primo ad aver presentato Maometto sullo
schermo e questo li ha fatti impazzire. Ma dobbiamo aprire questa porta: dopo l’11
settembre tutti dovrebbero essere portati davanti a un giudice, perfino Gesù e
Maometto”. Non sappiamo come i neocon reagiranno alle parole di Bacile né se Cl
prenderà ufficialmente posizione per proibire il filmaccio in Italia, quello
che sappiamo di certo è che i musulmani, offesi a morte, si sono incazzati e che
a rimetterci la pelle sono stati l’ambasciatore americano in Libia, Chris Stevens
e tre membri del suo staff. Quattro morti a causa di un sionista che ha dipinto
Maometto esattamente coma la goebbelsiana propaganda nazista dipinse alla fine
degli Anni ’30, gli ebrei. C’è da dire che il tutto è scoppiato dopo che il
trailer del film è stato proposto su YouTube e dopo che il reverendo Terry
Jones, il campione di tolleranza che diede fuoco a un centinaio di copie del
Corano (scatenando proteste in mezzo mondo), ne ha mostrato uno spezzone. Sam
Bacile è caduto dal pero: “Non avrei mai pensato che il film potesse scatenare
un putiferio simile”, salvo scomparire subito dopo e rendersi irreperibile, per
la serie “a noi il coraggio non ci manca, è la fifa che ci frega”. Poteva
mancare l’intervento illuminante di Danielona nostra Santanchè? Mavalà. Ha
detto Bellelabbra: “L’Islam è una religione assassina. Ciò sia di monito anche
in Italia a quanti hanno fatto festa per la cosiddetta primavera araba come risveglio
della democrazia, e si ostinano a non considerare l’Islam come una minaccia per
la libertà dell’Occidente”. A Danielona brucia ancora da matti la fine del suo amico Gheddafi, ma rischiare di ritrovarsi con una molotov che le da fuoco al
silicone ci sembra davvero eccessivo.
Il rispetto, basterebbe solo che ce ne fosse un po' di più.
RispondiEliminaan
che casino però, basta nominare Maometto che ti ritrovi addosso una bomba a mano...che diavolo...
RispondiEliminaAntonio