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martedì 4 settembre 2012

Don D’Alema e i preti democristiani degli Anni ’60. Che si deve fare per governare con Casini.



Spesso la domenica a pranzo mio padre tornava dalla messa imbufalito. Prima di trasferirsi armi e bagagli sotto la pinna protettiva della Balena Bianca, diciamo che il mio genitore era alquanto critico nei confronti delle prediche che sentiva in chiesa, soprattutto nell’immediata vigilia delle elezioni politiche. “Ma lo sai che ha detto oggi il parroco durante la predica?”, diceva a mia madre alla quale poteva fregare di meno, visto che lei votava sulla croce da anni e per nulla al mondo avrebbe votato una falce e un martello. “Cari parrocchiani, le elezioni si avvicinano e come sempre la chiesa vi guarda, e se vi guarda la chiesa vi osserva attentamente anche Iddio. Voi lo sapete, c’è bisogno che in Italia continui a governare una forza politica democratica, perché dopo la dittatura non c’è cosa più bella della libertà. E poi, oltre che democratica, questa forza politica deve essere cattolica o meglio, cristiana perché il mondo non ne vuole sapere degli atei, dei senza Dio e degli anarchici che tirano le bombe. Il mondo vuole la pace e vuole un partito democratico e cristiano che lo governi. Il simbolo è il nostro, la croce, e sulla croce dovete fare un segno e pregare che tutto vada bene, per voi e per i vostri figli innocenti”. Mio padre non si raccapezzava eppure funzionava così. Il parroco non faceva nomi né cognomi né esplicitamente citava partiti, buttava là un panegirico mix di politica e di fede e i parrocchiani, al momento del voto, dimostravano di aver compreso la lezione. Leggiamo ora quello che ha detto D’Alema dopo il discorso di Renzi De’ Medici alla festa del Pd: “Bersani è più adatto ad unire il nostro partito, a costruire una coalizione e a governare l’Italia... Bersani – ha proseguito Maximo l’Hispanico – è l’unico in grado di creare un governo che si fondi nell’unità dei progressisti e nella collaborazione con una forza moderata che in questi anni ha lavorato con noi all’opposizione del governo Berlusconi. Quella è la nostra prospettiva e sono convinto sia realistica al di là delle battute di propaganda”. Dopo aver dichiarato urbi et orbi quale sarà la linea del Pd del futuro (ve lo immaginate il futuro con Pierfy? sì? contenti voi!), Maximo ha ovviamente demolito Grillo e Di Pietro. Del primo ha detto: “Non c’è nessuno scontro diretto tra Grillo e il Pd, lui ci ha insultato  e minacciato di farci la bua e, a un certo punto, Bersani ha reagito”. Su Di Pietro, invece, il giudizio è lapidario: “È Di Pietro che negli ultimi mesi ha condotto una polemica crescente contro di noi e contro il Capo dello Stato quindi, a bordo del suo trattore, tornasse a fare il cafone, perché quelli dotati della nostra classe e del nostro stile non possono confondersi con un poveraccio di Montenero di Bisaccia”. Capito perché ci piace da matti chiamarlo “Don” e perché, pervicacemente, con questa sinistra noi non vogliamo avere niente a che fare? Caro Maximo, se vai con Casini questa volta il naso non ce lo turiamo.

4 commenti:

  1. Con immenso piacere ti ritrovo a graffiare con la tua penna ed i tuoi pensieri. Anche la vecchietta che munge le capre era un po' strana in questi ultimi tempi, a volte succede che ti affezioni ad una penna elettronica senza volto anche se abiti in cima ad una montagna.
    Questo è il link se vuoi vedere Max Consorti in mezzo alle capre ... fresco fresco di giornata.
    http://scalzerhof.blogspot.it/
    Il lupo non crepa e non perde nemmeno il pelo,, alla via così Max
    il vento ti è amico
    Un abbraccio

    rossifreeplayer

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  2. Diciamo che Max è più incazzato di prima? Ma sì che lo diciamo perché dopo che gli hanno distrutto il blog storico su questo ha scritto "la vendetta" e lo ha pure colorato con marmo azzurro acido. Concordo con Alberto, bentornato Max.
    Vania

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  3. La mia impressione è che Max sia tornato perché sente odore di Berlusconi. Sono convinta che ogni volta che lo sente nominare gli viene oglia di mettere mano alla...penna. Max, fortunatamente, non è Goebbels.
    an

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  4. Tutte le ragioni che avete elencato costituiscono parti del ragionamento che ho fatto e che mi ha spinto a tornare. Silvio c'è, Pierfy pure e il Pd è il Pd, non cambierà mai neppure sotto tortura. E poi ci siete voi e quell'incredibile blog che mi ha segnalato Alberto nel quale ho trovato praticamente una sistemazione fissa. Alberto mi ha spiegato che in quella fattoria si allevano capre e si fa dell'ottimo formaggio. Mi piace essere letto da persone che non hanno paura di sporcarsi le mani, di fare un lavoro onesto e così immerso nella natura e a contatto con gli animali. Sarà anche vero che preferisco Manhattan, ma volete mettere la soddisfazione di essere letto in alta montagna, magari dopo la mungitura? Suvvia... E non sto affatto scherzando, in questo periodo non ne ho proprio voglia.

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