Prima
di qualsiasi altra considerazione, vorremmo sapere dal Pd come la
pensa. Non sull'Imu, quello lo sappiamo già, ma sulla decadenza di
Berlusconi, perché ieri, Luciano Violante, ha candidamente ammesso
che la sua proposta è coerente con la linea del Partito
Democratico. Se l'affermazione di “non abbiamo toccato Mediaset”
dovesse rispondere al vero, allora la linea dei democrat è
chiarissima e, per dirla tutta, molto paracula. La riassumiamo: “Noi
voteremo compatti la decadenza di Silvio Berlusconi, perché le
leggi si rispettano, non appena verrà discussa in giunta e
sottoposta all'approvazione del Senato”. Bene, perfetto. Ma se
rinvio dopo rinvio, la decadenza non dovesse mai arrivare in giunta,
o nell'aula di Palazzo Madama, il Pd come si comporterebbe,
continuerebbe a governare con un pluripregiudicato come alleato? E
pensate cosa sarebbe successo se la “Severino” non l'avessero
votata anche quelli del Pdl: minimo avrebbero gridato al golpe. Ma ci
ha pensato l'ex ministro Romani a chiarire la posizione del partito
sulla legge delle “decadenze”. Ha detto senza nessuna vergogna:
“Quella legge l'abbiamo votata perché era buona, ma fino a quando
non ha riguardato Silvio Berlusconi”, perché nel momento in cui il
Capo si è ritrovato invischiato in quella sporca ragnatela, la legge
è diventata una cagata. Intanto però, non si può non dare atto a
LettaLetta, detto 'O Nipote, di aver imparato a memoria la lezione
dei dorotei. Sta costruendo intorno al suo governo una sorta di muro
di gomma che respinge perfino le mosche che ci vanno a sbattere. Un
cordone sanitario in grado di debellare ogni virus e qualche batterio
in libera uscita che prova ad avvicinarsi. Prendiamo l'Imu. Via la
prima rata, via anche la seconda, quella di dicembre, ma senza
copertura finanziaria. Dove andrà a pescare i denari necessari non
si sa, però intanto ha guadagnato qualche mese. Il “lodo
Violante”, quello che rispetta la linea del partito, sembra fatto
apposta per guadagnare tempo: un rinvio alla Corte Costituzionale, un
altro alla Corte di Giustizia europea e intanto i mesi passano e
Silvio resterà saldamente incollato allo scranno di Palazzo Madama.
Ieri, LettaLetta se n'è uscito con una battuta che merita un
commento: “Questo governo non è a termine”. Significa che durerà
tutta la legislatura, significa che disinnescherà il fenomeno 5Stelle, significa che sarà l'inizio di un altro, lungo,
interminabile periodo di consociativismo, significa che le larghe
intese (come aveva già sottilmente fatto notare qualche giorno dopo
l'insediamento), da “prassi straordinaria potrebbero diventare
sistema ordinario”. Moriremo democristiani, avevate qualche dubbio?
Intanto è scoppiata l'ennesima querelle nel Pd. Piergigi Bersani,
che ogni tanto, tra una birra e l'altra, rilascia ancora interviste,
ha dichiarato: “Basta con i partiti padronali” e poi ha aggiunto:
“Renzi? Non capisco il suo Pd”. Ti venga un bene, Piergigi, ma perché il tuo Pd lo ha capito qualcuno?
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