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venerdì 16 agosto 2013

Vola un Forza Italia nel cielo. Silvio tu non sarai mai solo

Ieri, come anticipato da tutti i mezzi di informazione, padronali e non, gli aerei di Forza Italia-Forza Silvio hanno sorvolato le spiagge italiane. Dai lidi del nord a quelli del centro, striscioni stagliati sullo sfondo azzurro del cielo hanno comunicato ai bagnanti di Ferragosto che Silvio è vivo, non molla e soprattutto “c'è”, come scrivevano i ciellini sui muri una ventina di anni fa a proposito di dio. E Silvio c'era davvero ma non in cielo. Lui si trovava a Villa San Martino, senza passaporto e circondato dall'affetto dei familiari, dei maggiordomi, degli amici più cari, della fidanzata e del cane Dudù che per colmo di disprezzo, gli ha fatto pipì tre volte sulle scarpe. Il momento di Silvio è difficile, potremmo dire difficilissimo. A breve scatterà l'esecuzione della pena e dovrà scegliere fra il carcere, i domiciliari e i servizi sociali. C'è un collegio di ragazze al quale servirebbe un giardiniere, ma sembra che la direttrice, una combattiva orsolina, abbia già detto di no. Tanti sono i dilemmi che in questo momento rendono insonni le lunghe notti di Silvio. Mandare affanculo LettaLetta? Non è il caso di far incazzare l'Innominabile, c'è una domanda di grazia da predisporre in tempi brevi e colui che la dovrà esaminare è proprio l'Innominabile di cui sopra. Allungare i tempi di discussione in Giunta delle elezioni e delle ineleggibilità? Non ha i numeri per farlo e proprio ieri, Felice Casson e Stefania Pezzopane hanno detto che la Giunta si dovrà esprimere nei tempi previsti. La candidatura di Marina sembra definitivamente tramontata. Qualora la figlia prediletta dovesse improvvidamente scendere in politica, sa già a quale tipo di accoglienza sarebbe sottoposta (villa alle Bermuda, il conto “Muesta”, ecc.) quindi, meglio continuare a fare la presidente della Mondadori. A questo punto, i falchi del Pdl stanno facendo un passo indietro. La voglia di sparigliare sembra scomparsa dopo il messaggio a reti unificate dell'Innominabile, così pieno di rispetto e di considerazione per un pluripregiudicato che se fossimo in Renato Bilancia ci incazzeremmo un attimino. Quello che continua come un mantra, è il tentativo di tutti i pidiellini di far entrare nella testa degli italiani che, siccome Silvio è stato votato da 10 milioni di loro, è da considerarsi un intoccabile. Una deputata ieri si è spinta a dire che “togliere Silvio dalla competizione elettorale sarebbe come privare una squadra di calcio della sua bandiera”. Non sa, la deputata, che se “la bandiera” si è beccata una squalifica in campo non potrà mai scendere, manco a furor di popolo. Le regole del gioco ci sono e vanno rispettate e dovrebbe anche pensare, sempre la deputata, che le regole valgono anche in quell'immenso puttanaio che è il mondo del calcio, figuriamoci in politica. Sarà l'estate, sarà il caldo, sarà che gli appetiti vengono mangiando, ma la situazione di momentanea indisponibilità di Silvio sta dando la stura a personaggi vari e coloriti del centrodestra, per cercare di proporsi come leader dello schieramento. Lo ha fatto anche Flavio Tosi, sindaco di Verona, al quale ha risposto prontamente l'Umberto da Pontida: “Questa cosa mi fa ridere. Ma chi cazzo lo vuole Tosi? Lui ha fatto qualcosa solo perché si è imbarcato sulla nave della Lega. E poi, basta guardare il Veneto com'è ridotto. Meglio Marina allora”. C'è aria da tutti contro tutti. Da fratelli che accoltellano fratelli, amici che pugnalano alle spalle gli amici. Succede sempre quando un dittatore è in procinto di cadere. Le iene si scatenano pronte a spolpare insieme una carcassa, salvo mordersi per avere il pezzo migliore. Comunque, per non sapere né leggere né scrivere, gli avvocati di Silvio stanno predisponendo la domanda di grazia. Fanno testo le parole dell'Innominabile: “Per concedere una grazia devo prima ricevere la domanda”. Pronta, è in arrivo sul binario 27 della stazione di Milano, quello dei deportati ebrei italiani ad Auschwitz.

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