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mercoledì 21 agosto 2013

Ratzinger: “Mi sono dimesso perché me lo ha detto Dio”. Lo sapevamo, Silvio è ateo

Molto forte la rivelazione dell'ex Sommo Pontefice. Che i Papi abbiano un rapporto privilegiato con l'Entità Suprema lo sospettavamo, ma non fino al punto che, sempre l'Entità, potesse consigliare amorevolmente al suo rappresentante in terra di dimettersi: questo è un pensiero non ci sarebbe mai venuto, neppure dopo una serata di televisione estiva, quella delle repliche ad oltranza. Joseph Ratzinger invece, dice che è andata proprio così e che la spinta decisiva per prendere la decisione storica che ha preso, gli sia venuta direttamente dal Capo. Quello che però non si capisce, è come mai lo stesso consiglio il Capo non lo abbia dato a Silvio che, al contrario di Benedetto XVI, non è né uomo pio né fervido credente. Infatti, pur di pigliarsi andreottianamente qualche vagonata di voti all'incenso, in tutti questi anni Silvio si è spacciato per il più tenace protettore di Santa Madre Chiesa e uno dei più violenti crociati contro le coppie di fatto, l'omofobia, il femminicidio, la libera morte in libero stato, le ricerche e l'applicazione delle cellule staminali se non avallate e permesse dalla commissione di bioetica. Santo benefattore dei ciellini, Silvio è stato l'elargitore di fiumi di denaro al clero e alla gerarchia ecclesiastica fino al punto che, dopo un terremoto, le prime strutture a essere ricostruite e finanziate sono state proprio le chiese. Amico intimo del Cardinale Carrozziere (ultimamente caduto in disgrazia) nonché estimatore di Propaganda Fide (quella dei palazzi storici di Piazza di Spagna), Silvio si è potuto giovare dell'appoggio totale e indiscriminato del Vaticano, finanziando a più non posso oratori e sale cinematografiche parrocchiali, il restauro di tutti i beni clericali possibili, e diventando il teorico massimo del “niente ICI alle chiese”. Dopo aver fatto brillare le scuole private cattoliche distruggendo quelle pubbliche, nel momento del bisogno è passato all'incasso: fuori Boffo che lo criticava, e le giustificazioni più assurde (a favore di un mortale non comune) di tutti i suoi peccati, che pure sono molti e pesanti, da parte di prezzolate e imbarazzanti eminenze in porpora. Uno pensa che con un pedigree del genere, il Padre Eterno potesse avere un occhio di riguardo anche nei confronti di Silvio e invece no. Lasciato solo a risolvere i suoi guai il Celeste (che diceva di parlarci di persona personalmente), Dio non ha avuto l'accortezza di dare a Silvio lo stesso consiglio che ha dato a quel brav'uomo di Papa Ratzinger. Non lo ha, insomma, consigliato di dimettersi. A questo punto le chiavi di lettura sono due: o il Padre Eterno, attraverso l'opera della Provvidenza, ha in serbo una piacevole sorpresa, stile causare un attacco di amnesia perniciosa a 60 milioni di italiani, oppure, stanco dei peccati e del pessimo uso che i berluschini hanno fatto del suo nome, ha deciso di lasciare il Capataz cuocere nel suo brodo. E dire che ci avrebbe fatto un favore da poco perché, se ancora non lo avete capito: "Io non mollo".

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