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giovedì 8 agosto 2013

Silvio: “Al voto! Al voto!”. Campagna elettorale in spiaggia con tanga, boxer e ghiaccioli tricolori su fondo azzurro. E dal cielo le note di “Forza Italia”

Più di un incubo... peggio di una indigestione da overdose di melanzane alla parmigiana. La minaccia di Silvio è reale: “Votare prima che mi dichiarino incapace di intendere e di volere cioè, incandidabile”. Ha segnato il 13 e 14 ottobre, Silvio Berlusconi, come data possibile per appellarsi agli italiani che tanto lo amano. Il suo ragionamento è semplice: candidarsi premier, prendere un fottio di voti e poi porre la questione: “Come può il più votato dagli italiani essere messo nelle condizioni di non governare? Impossibile. Per cui andate affanculo e lasciatemi in pace”. L'alzata di ingegno del Capataz, come prevedibile, ha causato una crisi di identità nel Pd. Tutto ciò che dice e fa Silvio ha ripercussioni nei democrat. Si alza la mattina con il mal di testa? E nel Pd inizia una crisi d'ansia che manco Penati è riuscito a causare. La notte ha avuto problemi erettili e sta incazzato come una iena maculata all'alba del vecchio villaggio? E nel Pd la fibrillazione raggiunge livelli parossistici. La sindrome Silvio, non colpisce i pidiellini, la loro, tutt'al più, va derubricata in una sindrome da riconoscenza, ma tutto il Pd e i dirigenti che in questi anni sono state le vittime preferite della cazzeggiante macchina da guerra “azzurra”. C'è da dire che i “pontieri” del Pdl ce la stanno mettendo tutta per far capire a Silvio che sarebbe il caso di farsi più in là, ma voi Berlusconi lo conoscete, perfino sul letto di morte dirà: “A morte i comunisti”, figuriamoci in vita. Il progetto, l'idea delle “colombe” del Pdl, è quella di fondare il Grande Centro. Monti, Casini e Montezemolo (con Fini acquattato) stanno aspettando solo un segnale per dare finalmente vita a una destra italiana sul modello dei conservatori europei. E l'idea non dispiace affatto a una buona parte dei pidiellini più accorti, anche se l'ostacolo resta lui, Silvio, più che mai deciso a dar vita a una dinastia che regni sul serio, non come quelle che vivacchiano stancamente in questo momento in Europa. Marina ha infatti scaldato i motori. Le sue presenze a Roma sono sempre più frequenti e non è un caso che partecipi alle riunioni più prettamente politiche indette dal padre. Insomma, non va a Roma per cambiare il pannolone al “presidente”, ma per apprendere le dure regole della politica e i primi rudimenti per governare utilizzando tutte le armi possibili, ricatti e compravendita dei parlamentari comprese. Vedete, per molti aspetti è risibile la teoria dei pidini (da Veltroni a D'Alema a Renzi) che occorre battere Berlusconi politicamente, attraverso le elezioni, e non per via giudiziaria. Silvio o lo batti tanto a poco, alla grande, o la vittoria degli antagonisti sarà sempre una vittoria di Pirro perché, fra le fila del nemico, troverà sempre qualcuno disposto a farsi comprare. E se qualcuno pensa che la categoria degli acquistabili si sia esaurita con Razzi, Di Gregorio, Calearo e Scilipoti non ha capito un cazzo. Puoi vincere quante elezioni vuoi ma dovresti avere anche la forza economica per tenerti stretti i tuoi, quelli che hai fatto eleggere alla modica cifra di 10mila euro e che in qualche modo devono rientrare delle spese. Dobbiamo dare atto a LettaLetta che questa volta non ha alcuna intenzione di restare con il cerino in mano. Il Pd non vuole essere l'unico partito a difendere un governo indifendibile, come accaduto per quello del Professore. Quando il “Nipote” parla di “logoramento” si riferisce proprio a questo, al fatto di avere in maggioranza un partito che nello stesso momento è anche opposizione per scopi elettorali. Ci sono cascati con Monti, non vogliono caderci anche questa volta e con uno di loro al comando. L'Innominabile ha fatto sapere di essere disposto a mettere sul piatto della governabilità le sue dimissioni, fatto che riterrebbe di una estrema gravità mentre a Silvio non parrebbe vero. Italiani, aspettatevi un agosto in spiaggia con Silvio che viene a rompervi le palle sotto l'ombrellone attorniato da forzaitaliote in mini tanga. Dal cielo, un aereo da turismo, spanderà le note di “Forza Italia” e voi sarete contenti, anche se sapete che non è il festival del vintage ma il ritorno di un incubo.

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