Piccolo
inciso che non c'entra una mazza. Il dittatore coreano Kim Jong-Un ha
risolto a modo suo l'annoso problema del finanziamento della cultura.
Prendendo spunto dagli statisti italiani, teorici dell'alato pensiero
“con la cultura non si mangia” e, soprattutto, che è inutile
“andare a vedere la Boheme perché tanto quella baldracca di Mimì
muore sempre di tisi”, Jong-Un ha deciso di risolvere in maniera
radicale i problemi di previdenza sociale per gli artisti. Siccome in
Corea del Nord non c'è l'Enpals e soprattutto una legge paragonabile
alla “Bacchelli”, lui gli artisti li fucila in piazza. Prima li
accusa di pornografia, poi li passa per le armi: una sventagliata di
mitra, per la precisione. Ultimamente ne ha fatto fuori dodici,
compresa la ex fidanzata. Brunetta e Tremonti approvano.
E
passiamo all'ira furiosa di Silviò dopo la lettura del dispositivo
della sentenza della Corte di Cassazione, quella che lo condanna a
quattro anni di galera e a un tot di interdizione dai pubblici
uffici. Tra la lettura del documento e la convocazione del cameraman
personale per un videomessaggio al fulmicotone, è trascorso un
minuto, 60 secondi durante i quali Silviò ha mandato in frantumi
tutto quello che aveva intorno, compresa la statuina della Madonna di
Lourdes che gli aveva regalato la zia suora. Perché, vedete, il
Capataz aveva sperato fino alla fine che il dispositivo contenesse
almeno un appiglio che lo trasformasse da carnefice a vittima, magari
di qualche manager infedele o, perché no, addirittura morto. Invece i
giudici della Cassazione, firmando tutti insieme la sentenza (fatto
inusuale mai accaduto prima), hanno addirittura scritto che Silviò è
stato “l'ideatore della maxi elusione fiscale ad uso creazione
fondi neri”, togliendogli di fatto ogni possibilità di
giustificazione pubblica e privata. Silviò, insomma, è un genio
della finanza, uno in grado di inventare macchinette sofisticatissime
per truccare le carte del gioco, un baro inarrivabile di una bravura
unica e, ormai, certificata. Ci ricorda il Totò pirandelliano della
“Patente”, l'unica differenza è che Totò la patente di
iettatore la pretendeva, Silviò, di quella di baro, ne avrebbe fatto
a meno. E come sempre accade quando qualcuno lo becca con le dita
nella marmellata, Silviò da di matto. Fedele alla regola di tutti i
mariti che cornificano le mogli: “negare, negare e negare sempre
anche l'evidenza”, Silviò dall'alto della sua immensa creatività,
ha aggiunto “e incazzati pure, sei più credibile”. Tanto ha
fatto, e nel videomessaggio alla nazione ha usato i toni più
truculenti possibili; gli è mancata solo la bambolina di pezza con gli
occhiali da infilzare con gli aghi voodoo, e la pantomima sarebbe stata
perfetta, come perfetto sarebbe stato il risultato televisivo. Pronto
a impallinare domineddio, Silviò ha fatto anche capire (ma non
serviva), che l'Imu era una scusa (anche perché non si parla di restituzione) e che un'altra scusa sarà l'Iva e
un'altra scusa ancora il consenso popolare del quale si sente
investito come un qualsiasi unto dal signore, perché vox populi vox
dei est. Lui non ama perdere. Una sconfitta gli procura extrasistolia
ventricolare, spasmi intestinali con annessi e connessi, secchezza
delle fauci, orticaria colinergica e, per quanto riguarda la sfera
sessuale, un ricorso all'uso sfrenato di Scapagnini Pill's per una erezione
contenuta. Ha quindi chiamato a raccolta tutto il popolo
forzaitaliota per quella che si preannuncia come la madre di tutte le
battaglie: tornare alle urne e vincere le elezioni, poi sarà Terzo
Reich. Nel frattempo, tanto per avere una conferma della composizione
antropologia degli appartenenti a Forza Italia, i carabinieri e
l'Interpol hanno arrestato a Dubai Amedeo Matacena, ex deputato
berlusconiano, condannato in via definitiva a 5 anni e quattro mesi
di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Era
appena arrivato negli Emirati Arabi dalle Seychelles dov'era fuggito
a giugno quando la Corte di Cassazione lo aveva condannato.
Evidentemente, Matacena non gode dello stesso consenso popolare di
Silviò, altrimenti sarebbe rimasto in Italia a invocare il
“giudizio di Dio”. Chiudiamo con una bella notizia. Matteo Renzi,
e i renziani, una volta assunta la guida del Pd, porteranno il partito nell'Internazionale Socialista. A tanto non si era spinto
manco Massimo D'Alema. Ma attenzione, non è un segno dei tempi, è
che Matteo deve prendere tutte le distanze possibili da LettaLetta,
altrimenti la differenza dov'è?
IL PARLAMENTO OGGI
RispondiEliminaDa Cittadino neutrale lo paragono al Mercato delle Vacche.
Da ragazzino andavo a scuola alla Dante Alighieri di Firenze
Ricordo che in piazza della Signoria tutti i venerdi Sensali e Contadini si incontravano per discutere eventuali compra vendite.
I Contratti? li sigillavano sputandosi sulla mano prima di stringersela.
Ciò che ci differenza dal Passato?
La Mancanza di serietà è il non rispetto della parola data.
Il Popolo per tutti gli abusi subiti dovrebbe chiedere Giustizia
Dando vita ad un Tribunale del Popolo che giudichi veramente chi approfitta di cariche Istituzionali per fare i loro Interessi.
La punizione dovrebbe essere di esempio non depenalizzata Come avviene nei Tribunali che permettono a gli avvocati di menare il can per l’aia sino alla prescrizione del reato. VITTORIO
PS Siamo un Popolo che nella stragrande maggioranza
non accetta l'estrazione sociale a qui appartiene
ma non fa niente per combattere i soprusi che subisce.
Tante che (i più) si accontentano di poco per essere vincenti.
L'esempio su ciò che dico? ne prendo uno a caso che va bene per tutti lo Sport io sono nato a Firenze i nati perdenti non scelgono la Fiorentina scelgono le squadre dei ricchi perchè
di riffa ho di raffa come si dice a Firenze sono le vincenti.
Cosi fanno anche in politica gira e rigira scelgono chi li sa buggerare.
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