C'erano
una volta il libro e il moschetto che facevano il fascista perfetto.
Per fare un leghista invece, basta il moschetto, perché i libri... Il
fatto è che loro, i leghisti, sono antitetici a un sacco di
convenzioni (regole elementari) del vivere civile anche perché, per
loro, le regole non sono regole, ma fregole. Scambiando i libri per
spessori da tavolo barcollante, stentano a comprendere la vastità del
mondo, delle culture che lo popolano, delle tradizioni degli altri
che nulla c'entrano con Odino né con l'omaggio al Dio Po. Loro,
(sempre i leghisti), si sentono bene solo in pianura (Padana) e fra
le valli e le montagne dove l'eco ne rimbalza la voce fino a fargli
credere di essere milioni mentre non sono che qualche centinaia di
disperati. Loro, le camicie verdi, mica sanno davvero chi sia stato e
cosa abbia fatto Alberto da Giussano. Lo hanno preso a simbolo, come
Braveheart, di un assurdo storico-geografico chiamato Padania, manco fosse la Scozia o il
Galles, o l'Irlanda, o la Catalogna o i Paesi Baschi. Confondono la
storia e la geografia, l'arte e le scienze e sono davvero convinti
che fra L'Aquila e il Cern di Ginevra ci sia un tunnel lunghissimo,
visto che Riccardo, in vena di spacconate, ha detto di averlo
percorso tutto in Ferrari. Ieri, Umberto, era in Valtrompia (da non
confondersi con la Valtronfia che è tutta un'altra cosa). Avendo una
voglia della madonna di brasato al barolo con polenta al formaggio
fuso, Umbertino ha deciso di trascorrere il fine settimana sulle
montagne del bresciano. E siccome si trovava lì, ha improvvisato un
paio di comizi, tanto per giustificare l'ingurgitamento gratuito di
polenta di cui sopra: “Altro che quella cazzo di pajata!”, ha
detto Umberto dopo un rutto che ha fatto scappare a coda levata
Leopoldo, il fox-terrier di Dolores Valandro. Ma prima, durante il
comizio, Umberto aveva iniziato il discorso assumendo un aplomb da
statista. Preso il microfono ha detto: “Basta con gli insulti. Noi
siamo gente diversa. Parliamo, discutiamo, argomentiamo. La colpa è
della Cecile Kyenge che ha rotto i coglioni”. Poi, ripreso il
ghigno che neppure l'ictus è riuscito ad addolcire, ha sibilato: “Ho
parlato con Angelino detto 'O Schiattamuort, e mi ha assicurato che
la Bossi-Fini non si tocca. Per cui, fanculo ai clandestini e via con
i respingimenti a cannonate”. Di tutte le altre idiozie è meglio
tacere. Per puri scopi di tenuta di un partito ormai alla deriva,
Bobo Blues Maroni non è riuscito a telefonare alla Kyenge per
scusarsi; Salvini ha continuato a insultare domineddio; sempre più
assessori leghisti postano foto di oranghi sulle loro pagine di
Facebook. La Lega è dichiaratamente razzista e nazista; fascista per
loro è un'offesa, troppo moderati, i fasci. Ce n'è a sufficienza
per chiederne lo scioglimento coatto. A quando un provvedimento per
rimandarli tutti sulle loro montagne?
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