A
leggere i giornali sembra che questo Paese sia un immenso laboratorio
pensante dove si studiano le future linee guida della politica,
dell'economia, dell'arte e della cultura. Poi, grattando un po', ci
si rende conto che i protagonisti di questo brain storming 24hours
sono sempre gli stessi. Che palle! Grazia sì, grazia no. San
Giovanni vince, san Giuseppe perde. È il gioco delle 3 carte più
volte richiamato su questo blog. C'è il fratacchione di C'eravamo
tanto amati (nel caso specifico l'Innominabile), che con accento
ciociaro/napoletano e la tonaca del frate cercatore (quella è la
stessa), depreda gli avventori del Re della Mezza Porzione. Puntano dieci lire su San Giovanni e invece appare per miracolo san Giuseppe.
Alla fine perdono tutti, l'unico che vince è sempre il frate
cercatore che però non ha nessuna intenzione di diventare priore,
lui! Abituati da una vita ad aggiustare le cose “all'italiana”,
tanto che questo modo di dire è entrato nel lessico comune di altre
parti del mondo, alla fine i belpaesisti trovano una soluzione a
tutto, possibilmente incruenta, possibilmente spostandosi poco da
casa, possibilmente incontrando qualcuno che il forcone glielo porge,
altrimenti sai che fatica scendere in cantina a prenderlo! Così,
mentre i falchi del Pdl le carte vogliono scompigliarle, le colombe
dicono al Capo: “Ma no, che crisi, gli italiani non capirebbero e
ci punirebbero alle prossime elezioni che l'Innominabile non ha
nessuna voglia di indire”. Per cercare di convincere Silvio a non
mandare tutto a puttane (che battuta del cazzo!) sono scesi in campo anche i figli
che, durante una cena ad Arcore, hanno cercato di fargli capire che
le aziende correrebbero grossi rischi e che a finire in galera
(vera), stavolta sarebbe proprio lui, il Capataz dei Capataz caduto
alla difesa ultima, vana (per dirla alla Saba), perfino del principe del
foro avvocato Coppi. Silvio è indeciso. Per indole, Berlusconi
sarebbe portato ad acquistare una Bomba H portatile direttamente
dalla Corea del Nord, ma poi cerca di ragionare e, da buon commerciante,
di capire cosa gli conviene fare per perdere il meno possibile.
Dall'altra parte, i democrat sono in piena crisi di identità, un po'
come i bianchi balenotteri dopo la caduta del Muro di Berlino che,
non avendo più un nemico da combattere (i comunisti) si sono
squagliati come neve al sole. Questi sono giorni in cui i
“possibilisti”, quelli alla Fioroni della 101ZozzonBand per
intenderci, stanno muovendo i primi, timidi passi per trovare una via
d'uscita all'agibilità politica di Berlusconi. Fioroni&Co., sono
coloro che nel Pd non dovrebbero manco starci però ci sono e ci
restano, perché un Partito Democratico unito non fa comodo a
nessuno. E poi c'è il congresso (forse). E poi ci sarà la lotta
intestina fra Renzi e LettaLetta, due personaggi che nella vita non
hanno mai detto una cosa di sinistra e che ora si sono messi in testa
di rappresentarla. E poi c'è che le mille anime del Pd non hanno
nessuna intenzione di convivere, e lo hanno fatto capire chiaro e
tondo quando hanno trombato Prodi alla presidenza della repubblica. E
poi c'è che con queste teste aduse all'arte del compromesso non si
va da nessuna parte. E poi c'è che questo è un paese depresso. E
poi c'è che vincerà la pigrizia e che scendere in piazza è di uno
stress... E poi c'è che ci meritiamo tutti i politici che abbiamo,
nessuno escluso. E poi c'è che l'unica via d'uscita è quella di
restituire la cittadinanza, e la carta di identità, nelle mani
dell'Innominabile. Questo sì sarebbe un bel gesto. Incruento.
Simbolico. Forte. Ma tranquilli, non lo capirebbe nessuno e ci
tratterebbero (senza documento di riconoscimento) peggio dei
clandestini. Ad maiora Italia!
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