È
accaduto quello che molti sospettavano. Rimini. Meeting di
Comunione e Liberazione. Gli orfani del Celeste hanno accolto fra le
loro calde e voraci braccia LettaLetta. Il matrimonio è stato
celebrato sotto gli occhi benedicenti di Roberto Formigoni il quale,
pur non invitato, ha pensato bene di essere presente per poter
assistere a una svolta storica del suo Movimento. Chi gli abbia
pagato il viaggio A/R da Milano, il vitto e l'alloggio non si sa,
forse la Provvidenza che con i ciellini è sempre stata molto
prodiga. Basti pensare che la Compagnia delle Opere, il braccio
armato economico-finanziario del Movimento fondato da don Giussani,
conta oggi 41 sedi in Italia. 17 in altri paesi. Ha 36mila imprese
affiliate e oltre 1000 associazioni. Sapete qual è il fatturato? 70
miliardi di euro. A questi livelli è impensabile che, pur nella
logica dottrinale della sussidiarietà, Comunione e Liberazione possa
avere la puzza sotto il naso nella scelta dei partner politici.
Praticamente li ha passati tutti. Dal “santo protettore” Giulio
Andreotti a Silvio Berlusconi, i ciellini hanno destinato il loro
serbatoio di voti (tanti, veramente tanti), a Renata Polverini,
Giulio Tremonti, Maurizio Lupi, Mario Mauro, Roberto Formigoni e
sponsorizzato personaggi per altri e alti incarichi: Giulio Terzi di
Sant'Agata, naufragato insieme ai marò in India, Mario Monti,
Corrado Passera, Giuliano Amato, Giuseppe Orsi, Renato “Betulla”
Farina, molti manager finiti in galera e perfino il cardinale Angelo
Scola nella speranza che diventasse Papa. Quando Sua Eminenza si è
accorto che l'amicizia con CL poteva essere d'ostacolo alla sua
scalata al Soglio di Pietro ha tentato un rapido dietrofront, ma era
troppo tardi. Con LettaLetta invece, il feeling è stato immediato,
fin da quando il Nipote prese parte ai funerali di don Giussani.
Enrico sapeva che la sponda ciellina gli poteva essere utilissima, soprattutto se nel suo partito si arriverà a primarie “libere”
perché, come ha detto Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione
per la Sussidiarietà: “Personalmente sono per la continuazione del
governo Letta a oltranza. Siamo come in guerra, abbiamo bisogno di
una continuità di governo”. Volendo tradurre, “appoggeremo
Enrico Letta sempre e comunque, anche a casa sua in vista delle
primarie. A noi Renzi non sta bene”. E da parte sua il Premier ha
pensato bene di dire alla platea di CL quello che la stessa platea
voleva sentirsi dire: “La formula della grande coalizione è
destinata, come spesso è avvenuto in Italia, a trasformarsi da
momento straordinario in ordinarietà. Basta con lo scontro frontale,
io voglio abbracciare questa destra e governare con loro”. A quel
punto il matrimonio era fatto. Perfino Roberto Formigoni, che già si
vedeva disoccupato, ha tirato un sospiro di sollievo, visto che per
lui l'aria di Comunione e Liberazione è diventata irrespirabile. Ci
ha pensato il grande capo, don Julian Caròn che dal Celeste, ha
preso tutte le distanze possibili. A officiare il matrimonio voluto
fortemente dai poteri fortissimi, nientepopodimenochè
l'Innominabile, intervenuto con un video all'inaugurazione del
Meeting: un lungo osanna al lavoro di LettaLetta e una benedizione
che Papa Francesco se la sogna. Questa mattina si è materializzato
un incubo che ci perseguita dal giorno dell'insediamento di questo
governo, e cioè che LettaLetta non sarebbe durato 18 mesi ma tutta la
legislatura perché a un democristiano, se gli si da la possibilità
di sedersi su una poltrona, non lo si schioda neppure con la fiamma
ossidrica. Lo abbiamo detto e scritto in epoca non sospetta e prima
della celebrazione dell'ennesimo matrimonio contronatura: “Enrico
durerà, tranquilli”. A proposito, grazie Beppe. Sei davvero un
genio.
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