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lunedì 19 agosto 2013

Celebrato il matrimonio fra LettaLetta e CL. Avanti con Enrico nei secoli dei secoli. Amen

È accaduto quello che molti sospettavano. Rimini. Meeting di Comunione e Liberazione. Gli orfani del Celeste hanno accolto fra le loro calde e voraci braccia LettaLetta. Il matrimonio è stato celebrato sotto gli occhi benedicenti di Roberto Formigoni il quale, pur non invitato, ha pensato bene di essere presente per poter assistere a una svolta storica del suo Movimento. Chi gli abbia pagato il viaggio A/R da Milano, il vitto e l'alloggio non si sa, forse la Provvidenza che con i ciellini è sempre stata molto prodiga. Basti pensare che la Compagnia delle Opere, il braccio armato economico-finanziario del Movimento fondato da don Giussani, conta oggi 41 sedi in Italia. 17 in altri paesi. Ha 36mila imprese affiliate e oltre 1000 associazioni. Sapete qual è il fatturato? 70 miliardi di euro. A questi livelli è impensabile che, pur nella logica dottrinale della sussidiarietà, Comunione e Liberazione possa avere la puzza sotto il naso nella scelta dei partner politici. Praticamente li ha passati tutti. Dal “santo protettore” Giulio Andreotti a Silvio Berlusconi, i ciellini hanno destinato il loro serbatoio di voti (tanti, veramente tanti), a Renata Polverini, Giulio Tremonti, Maurizio Lupi, Mario Mauro, Roberto Formigoni e sponsorizzato personaggi per altri e alti incarichi: Giulio Terzi di Sant'Agata, naufragato insieme ai marò in India, Mario Monti, Corrado Passera, Giuliano Amato, Giuseppe Orsi, Renato “Betulla” Farina, molti manager finiti in galera e perfino il cardinale Angelo Scola nella speranza che diventasse Papa. Quando Sua Eminenza si è accorto che l'amicizia con CL poteva essere d'ostacolo alla sua scalata al Soglio di Pietro ha tentato un rapido dietrofront, ma era troppo tardi. Con LettaLetta invece, il feeling è stato immediato, fin da quando il Nipote prese parte ai funerali di don Giussani. Enrico sapeva che la sponda ciellina gli poteva essere utilissima, soprattutto se nel suo partito si arriverà a primarie “libere” perché, come ha detto Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà: “Personalmente sono per la continuazione del governo Letta a oltranza. Siamo come in guerra, abbiamo bisogno di una continuità di governo”. Volendo tradurre, “appoggeremo Enrico Letta sempre e comunque, anche a casa sua in vista delle primarie. A noi Renzi non sta bene”. E da parte sua il Premier ha pensato bene di dire alla platea di CL quello che la stessa platea voleva sentirsi dire: “La formula della grande coalizione è destinata, come spesso è avvenuto in Italia, a trasformarsi da momento straordinario in ordinarietà. Basta con lo scontro frontale, io voglio abbracciare questa destra e governare con loro”. A quel punto il matrimonio era fatto. Perfino Roberto Formigoni, che già si vedeva disoccupato, ha tirato un sospiro di sollievo, visto che per lui l'aria di Comunione e Liberazione è diventata irrespirabile. Ci ha pensato il grande capo, don Julian Caròn che dal Celeste, ha preso tutte le distanze possibili. A officiare il matrimonio voluto fortemente dai poteri fortissimi, nientepopodimenochè l'Innominabile, intervenuto con un video all'inaugurazione del Meeting: un lungo osanna al lavoro di LettaLetta e una benedizione che Papa Francesco se la sogna. Questa mattina si è materializzato un incubo che ci perseguita dal giorno dell'insediamento di questo governo, e cioè che LettaLetta non sarebbe durato 18 mesi ma tutta la legislatura perché a un democristiano, se gli si da la possibilità di sedersi su una poltrona, non lo si schioda neppure con la fiamma ossidrica. Lo abbiamo detto e scritto in epoca non sospetta e prima della celebrazione dell'ennesimo matrimonio contronatura: “Enrico durerà, tranquilli”. A proposito, grazie Beppe. Sei davvero un genio.  

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